Le Isole Canarie tra economia blu e transizione energetica: un laboratorio atlantico per l'Europa

Scritto il 22/10/2025
da Redazione

Le Isole Canarie, da sempre crocevia strategico tra Europa, Africa e America, stanno vivendo una fase di profonda trasformazione economica e ambientale che le sta posizionando come caso di studio internazionale. In un contesto mondiale segnato da emergenza climatica, necessità di transizione energetica e nuove dinamiche geopolitiche legate all'approvvigionamento di risorse, l'arcipelago punta a diventare un laboratorio avanzato di sostenibilità e di economia blu, dove tradizione millenaria e innovazione tecnologica non solo convivono, ma si rafforzano reciprocamente.

La pesca canaria: un patrimonio da rigenerare

La pesca rappresenta una componente identitaria fondamentale delle Canarie, intrecciata indissolubilmente con la storia sociale ed economica dell'arcipelago. Le comunità costiere – particolarmente nelle isole minori come La Gomera, El Hierro e La Graciosa – vivono ancora di attività legate al mare, tramandando di generazione in generazione tecniche artigianali come la pesca con "nasas" (nasse tradizionali) e conoscenze empiriche sulle correnti, le migrazioni ittiche e i cicli lunari che influenzano le catture.

Tuttavia, la pressione antropica degli ultimi decenni ha prodotto conseguenze drammatiche sugli ecosistemi marini. Studi condotti dall'Instituto Español de Oceanografía documentano una diminuzione degli stock ittici fino al 90% rispetto ai livelli degli anni Settanta, con specie commerciali chiave come il cherne (cernia atlantica), il vieja (pappagallo di mare endemico) e il sama (dentice atlantico) in stato di sovrasfruttamento critico.

Questa crisi ha colpito duramente non solo l'economia – il settore ittico canario vale circa 150 milioni di euro annui e impiega direttamente oltre 3.000 pescatori – ma anche il tessuto sociale di comunità dove la pesca non è solo lavoro, ma elemento costitutivo dell'identità culturale.

Il declino ha spinto il Gobierno de Canarias, in collaborazione con la Direzione Generale per gli Affari Marittimi della Commissione Europea, a promuovere una strategia ambiziosa di rigenerazione basata sui principi della blue economy, concetto teorizzato dall'economista belga Gunter Pauli che prevede un'economia circolare ispirata agli ecosistemi naturali dove ogni scarto diventa risorsa.

Tra le azioni più significative figurano:

  • Monitoraggio scientifico avanzato: utilizzo di droni subacquei e sistemi di telemetria per mappare in tempo reale gli stock ittici e identificare zone di nursery da proteggere
  • Regolamentazione selettiva delle catture: introduzione di taglie minime più restrittive, periodi di fermo biologico estesi e quote differenziate per specie vulnerabili
  • Modernizzazione sostenibile delle infrastrutture portuali: riqualificazione dei cofradías (cooperative di pescatori) con celle frigorifere ad alta efficienza e sistemi di tracciabilità blockchain che garantiscono la provenienza del pescato
  • Valorizzazione della pesca artigianale: certificazioni di qualità come il marchio "Pescado de las Islas Canarias" che riconosce un premium price ai pescatori che utilizzano metodi selettivi a basso impatto

Un esempio concreto di questa trasformazione è il progetto pilota di "eco-porti intelligenti" avviato nel 2023 a Caleta de Sebo, il piccolo porto di La Graciosa (l'ottava isola abitata delle Canarie, con appena 700 residenti). L'iniziativa, cofinanziata dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP), integra pannelli solari fotovoltaici sui tetti dei magazzini portuali, sistemi IoT di monitoraggio della qualità delle acque, piattaforme digitali per la gestione delle licenze di pesca e una logistica a zero emissioni con veicoli elettrici per il trasporto del pescato.

Queste innovazioni non solo riducono drasticamente l'impatto ecologico – le emissioni di CO₂ del porto sono diminuite del 65% in un anno – ma migliorano anche la tracciabilità dell'intera filiera, combattendo la pesca illegale (IUU - Illegal, Unreported and Unregulated fishing) e rendendo l'attività economicamente più equa per i piccoli pescatori, che vedono aumentare i margini grazie all'eliminazione di intermediari parassitari.

Energia e transizione verde: dalle fossili all'idrogeno

Parallelamente alla rigenerazione della pesca, le Canarie stanno compiendo investimenti strategici nel settore energetico, con l'obiettivo dichiarato di ridurre la dipendenza quasi totale dalle fonti fossili – attualmente l'arcipelago importa il 95% dell'energia che consuma, principalmente petrolio e gas naturale – e di posizionarsi come polo europeo per la produzione di Sustainable Aviation Fuels (SAF), i combustibili alternativi destinati all'aviazione commerciale.

Come dichiarato nel febbraio 2024 dal vicepresidente del Gobierno de Canarias e assessore alla Transizione Ecologica, Manuel Domínguez, "le Canarie hanno tutte le condizioni per diventare il principale hub europeo di produzione e distribuzione di carburanti sostenibili per l'aviazione, posizionandoci al centro delle rotte atlantiche tra Europa, Africa e America".

La posizione geografica strategica dell'arcipelago – punto di rifornimento obbligato per migliaia di voli transcontinentali – unita all'abbondanza eccezionale di risorse naturali rinnovabili (irraggiamento solare tra i più alti d'Europa con oltre 2.800 ore di sole l'anno, venti alisei costanti, potenziale per energia dalle onde oceaniche), offre condizioni ideali per sviluppare un'industria integrata di energia verde.

I progetti in fase avanzata di sviluppo includono:

Parchi eolici offshore: al largo di Gran Canaria e Tenerife sono in progettazione impianti di turbine galleggianti di nuova generazione, tecnologia necessaria data la profondità dei fondali oceanici (oltre 1.000 metri vicino alla costa)

Impianti di idrogeno verde: la società pubblica Promotur e partner privati stanno sviluppando elettrolizzatori alimentati da rinnovabili per produrre H₂ verde da utilizzare come vettore energetico. L'idrogeno può essere convertito in e-fuels (carburanti sintetici) combinandolo con CO₂ catturata dall'atmosfera

Power-to-X facilities: impianti integrati che trasformano l'energia rinnovabile in eccesso in prodotti chimici ad alto valore, riducendo il problema dell'intermittenza delle rinnovabili

Smart grids insulari: reti elettriche intelligenti che ottimizzano la distribuzione tra le isole, utilizzando sistemi di accumulo a batterie e pompaggio idroelettrico come quello già operativo a El Hierro

Queste iniziative si inseriscono nella più ampia strategia europea "Fit for 55", che prevede la riduzione delle emissioni nette di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, e nel regolamento ReFuelEU Aviation che impone quote crescenti di SAF nei carburanti per l'aviazione (2% entro il 2025, 70% entro il 2050).

L'investimento complessivo previsto per la transizione energetica canaria supera i 3,5 miliardi di euro nel quinquennio 2024-2029, provenienti da fondi regionali, nazionali (Plan de Recuperación español) ed europei (Next Generation EU).

Innovazione digitale, ricerca e cooperazione scientifica

La transizione sostenibile delle Canarie non riguarda esclusivamente infrastrutture e tecnologie energetiche, ma coinvolge profondamente ricerca applicata, formazione professionale e nuovi modelli di governance partecipativa. Le università canarie, Universidad de La Laguna (ULL) e Universidad de Las Palmas de Gran Canaria (ULPGC), collaborano stabilmente con istituzioni europee di eccellenza come il GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research di Kiel, l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) di Trieste e il Plymouth Marine Laboratory britannico.

Queste partnership hanno prodotto progetti congiunti come:

  • ATLANTOS: programma di osservazione integrata dell'Oceano Atlantico che utilizza boe intelligenti, glider autonomi e sensori biologici per monitorare in tempo reale temperatura, salinità, pH, concentrazione di clorofilla e microplastiche
  • BlueNatura: iniziativa di mappatura genetica delle specie ittiche endemiche per identificare popolazioni in pericolo e sviluppare protocolli di acquacoltura sostenibile
  • FishChain: piattaforma blockchain per la completa tracciabilità del pescato, dal mare al consumatore finale, che certifica metodo di cattura, zona di pesca e freschezza del prodotto

L'intelligenza artificiale applicata alla gestione delle risorse naturali rappresenta un ulteriore elemento innovativo. Algoritmi di machine learning analizzano dati satellitari, sonar e registri di pesca per predire gli spostamenti degli stock ittici in funzione delle variazioni di temperatura oceanica legate al cambiamento climatico. Questi modelli predittivi permettono una pianificazione dinamica delle aree protette e delle quote di pesca.

Nella logistica portuale, i sistemi di AI ottimizzano i tempi di scarico, riducono i consumi energetici delle celle frigorifere e prevengono sprechi alimentari coordinando domanda e offerta in tempo reale tra pescatori, mercati ittici e ristoratori.

Analisi recenti pubblicate da EticaNews (portale specializzato in finanza sostenibile) e BlueRating (piattaforma di rating ESG per il settore marittimo) sottolineano l'importanza cruciale di integrare le tecnologie emergenti nei modelli ESG (Environmental, Social and Governance), affinché l'innovazione economica sia anche eticamente responsabile e socialmente inclusiva.

Il rischio, evidenziato da questi studi, è che la digitalizzazione accentui disparità esistenti: pescatori anziani o con bassa alfabetizzazione digitale potrebbero essere marginalizzati se non accompagnati da programmi di formazione adeguati. Per questo le istituzioni canarie hanno attivato corsi gratuiti di "digital fishing literacy" rivolti specificamente alle comunità costiere più tradizionali.

Le isole come modello di resilienza e innovazione scalabile

Le Canarie dimostrano concretamente come un territorio insulare possa trasformare vincoli strutturali in vantaggi competitivi. L'isolamento geografico e l'autosufficienza necessaria in contesti insulari – spesso percepiti come limiti allo sviluppo – diventano catalizzatori di soluzioni innovative ad alta intensità tecnologica ma a cala gestibile.

L'arcipelago funziona come microcosmo controllato dove testare soluzioni che, una volta validate, possono essere replicate in altri contesti insulari mediterranei (Baleari, Sardegna, Sicilia, Malta, Cicladi) o addirittura continentali. Gli economisti territoriali definiscono questo approccio "island as laboratory": utilizzare i sistemi insulari come banchi di prova per politiche che richiedono integrazione complessa tra settori (energia, trasporti, pesca, turismo, gestione dei rifiuti).

La strategia europea per le Regioni Ultraperiferiche (RUP), rivista nel 2022, riconosce esplicitamente questa funzione di laboratorio assegnando alle isole un ruolo di avanguardia nella sperimentazione del Green Deal europeo, dell'economia circolare e della resilienza climatica. Il documento "A stronger and renewed strategic partnership with the EU's outermost regions" identifica le Canarie come territorio pilota per progetti di:

  • Desalinizzazione solare su larga scala (l'arcipelago soffre di cronica scarsità idrica)
  • Gestione integrata dei rifiuti con approccio zero waste
  • Mobilità elettrica intelligente e condivisa
  • Turismo rigenerativo che restituisce valore ecologico ai territori

Dal consumo alla cura, una lezione atlantica

Il futuro delle Canarie dipende dalla capacità dimostrata di integrare profondamente economia e sostenibilità, innovazione tecnologica e rispetto dell'identità culturale, competitività internazionale e coesione sociale. Le iniziative nel campo della rigenerazione ittica, della produzione di energie rinnovabili, della ricerca marina applicata e della digitalizzazione sostenibile rappresentano non semplici progetti settoriali, ma componenti di una trasformazione strutturale che sta ridefinendo il modello di sviluppo dell'intero arcipelago.

In un mondo sempre più interconnesso ma anche più fragile e instabile – con catene di approvvigionamento vulnerabili, risorse naturali sotto pressione crescente, conflitti geopolitici che minacciano la sicurezza energetica – le isole offrono una lezione preziosa di equilibrio dinamico e resilienza adattiva.

Il progresso autentico, dimostrano le Canarie, non nasce dall'estrazione e dal consumo indiscriminato di risorse, ma dalla cura paziente degli ecosistemi, dalla cooperazione tra comunità locali e ricerca scientifica, dall'innovazione che non dimentica la saggezza tradizionale. Un modello di sviluppo che, nato in mezzo all'Atlantico, può ispirare l'Europa e il mondo.