Un designer grafico che non sa programmare crea un'app funzionante in un pomeriggio. Un piccolo artigiano delle Canarie sviluppa il suo e-commerce dialogando con un chatbot. Una studentessa di architettura genera un modello 3D interattivo semplicemente descrivendolo a parole.
Benvenuti nell'era del vibe coding.
La parola dell’anno
Il 2025 consacra una nuova parola nel lessico tecnologico globale: "vibe coding". Scelta dal Collins Dictionary come Word of the Year 2025, esprime meglio di qualsiasi altra cosa il momento storico che stiamo vivendo: quello in cui l'intelligenza artificiale non si limita più a scrivere codice, ma dialoga e collabora con chi lo crea.
Il dizionario la definisce come:
"The use of artificial intelligence prompted by natural language to assist with the writing of computer code"
In altre parole, il programmatore non digita più comandi tecnici, ma "parla" con l'IA per creare applicazioni, modelli e prototipi.
Non è solo un'evoluzione tecnica: è un cambiamento culturale. Come scrive il Guardian, "vibe coding" segna il passaggio dall'atto di programmare a quello di collaborare con l'IA, trasformando lo sviluppo software in una conversazione creativa.
La timeline di una rivoluzione
L'evoluzione verso il vibe coding non è avvenuta dall'oggi al domani, ma attraverso tappe precise:
- 2022: Il lancio di GPT-3 e dei primi sistemi avanzati di code generation apre scenari inediti. GitHub Copilot entra in versione beta.
- 2023: GitHub Copilot diventa mainstream con oltre 1 milione di utenti paganti. Nascono decine di alternative open source.
- 2024: Andrej Karpathy, ex direttore dell'intelligenza artificiale di Tesla, conia il termine "vibe coding" per descrivere la nuova generazione di programmatori che "non scrivono più codice, ma danno forma a un'intenzione".
- 2025: Collins Dictionary lo elegge come Word of the Year. Il fenomeno entra nel linguaggio comune e nelle strategie aziendali.
- 2026-2030: Gli analisti prevedono che entro il 2030 oltre il 70% del codice software sarà generato o co-generato da sistemi di IA, con un impatto radicale sul mercato del lavoro tech.
Prima e dopo: cosa cambia davvero
Per comprendere la portata della rivoluzione, è utile confrontare il "prima" e il "dopo":
Esempio 1 - Sviluppo di un form di login con autenticazione sicura:
- Prima: 100-150 righe di codice scritte manualmente → 2-3 ore di lavoro
- Dopo: "Creami un form di login con autenticazione a due fattori e recupero password" → 30 secondi
Esempio 2- Creazione di un'applicazione e-commerce completa:
- Prima: Team di 5 sviluppatori per 6 mesi → Budget €50.000-80.000
- Dopo: 1 persona con competenze IA per 2-3 settimane → Budget €5.000-10.000
Esempio 3 - Prototipazione di un'app mobile:
- Prima: Designer + frontend developer + backend developer → 3-4 settimane
- Dopo: Conversazione guidata con l'IA → 2-3 giorni
Questi dati, confermati da studi del 2025, mostrano riduzioni del tempo del 60-80% e dei costi fino al 70-85% nelle fasi di prototipazione e di sviluppo iniziale.
Dal codice al dialogo
Nel vibe coding, l'attenzione si sposta dal "come scrivere codice" al "cosa voglio ottenere". L'IA genera il codice; l'essere umano definisce l'obiettivo, valuta i risultati e affina il prodotto.
Immagina un imprenditore che scrive:
"Creami un'app che permetta di ordinare caffè nei bar locali, con un sistema di punti fedeltà e notifiche push quando l'ordine è pronto."
In pochi secondi, un modello di IA genera un'interfaccia utente, un database, la logica di pagamento e un sistema di notifiche. Il programmatore non digita più, ma guida l'intenzione, verifica la qualità e affina i dettagli.
Il programmatore diventa orchestratore di sistemi intelligenti, più simile a un direttore d’orchestra che a un codificatore.
Vibe coding per settore: applicazioni concrete
Il vibe coding sta trasformando settori molto diversi tra loro:
- Sanità: Medici senza competenze in programmazione creano app per il monitoraggio dei pazienti cronici, sistemi di reminder per l'assunzione dei farmaci, piattaforme per teleconsulti. Un ospedale di Madrid ha sviluppato in tre settimane un'app di triage digitale che prima avrebbe richiesto sei mesi e un team dedicato.
- Educazione: Insegnanti sviluppano piattaforme didattiche personalizzate, quiz interattivi, sistemi di valutazione automatica. Una scuola primaria di Gran Canaria ha creato un'app di gamification per l'apprendimento della matematica, utilizzando Vibe Coding e coinvolgendo direttamente gli studenti nella progettazione.
- Agricoltura: Agricoltori creano sistemi di monitoraggio delle colture, app per la gestione dell'irrigazione smart, piattaforme di vendita diretta. Nelle isole Canarie, produttori di banane e di vino stanno sperimentando soluzioni IoT sviluppate attraverso conversazioni con l'IA.
- Turismo: Guide turistiche e operatori locali sviluppano app per itinerari interattivi, audioguide multilingue, sistemi di prenotazione personalizzati. Un consorzio di piccoli hotel a Tenerife ha creato una piattaforma di booking condivisa con un investimento inferiore a 3.000 euro.
- Artigianato e commercio: Artigiani e piccoli commercianti costruiscono e-commerce, gestionali per l'inventario, sistemi di fidelizzazione dei clienti senza dover assumere sviluppatori esterni.
- Startup e innovazione: Fondatori non tecnici possono sviluppare MVP (Minimum Viable Product) funzionanti in giorni invece che in mesi, testare idee rapidamente e iterare in base al feedback degli utenti, senza dipendere da team di sviluppo esterni.
I numeri della rivoluzione
Secondo i report tecnologici 2025 (Business Insider, MIT Technology Review, Stanford University):
- +60-80% di velocità nella prototipazione
- Riduzione del 40-70% dei costi di sviluppo nei progetti sperimentali
- Maggiore soddisfazione dei team che lavorano con IA generativa rispetto a quelli tradizionali (83% vs 61%)
- Crescente richiesta di "AI orchestration skills", con un aumento del 340% nelle offerte di lavoro per "prompt engineer" e "AI developer" tra 2024 e 2025
- Democratizzazione: il 45% dei nuovi progetti software nel 2025 coinvolge persone senza formazione tecnica tradizionale
Sul fronte del mercato del lavoro, i dati sono contrastanti ma significativi:
- Posti di lavoro a rischio: Gli analisti stimano che il 15-25% dei ruoli di sviluppo entry-level potrebbero essere ridimensionati entro il 2028
- Nuovi ruoli creati: Parallelamente, si prevede la creazione di 3,5 milioni di nuovi posti nel settore "AI orchestration" a livello globale entro il 2030
- Salari: I "prompt engineer" specializzati guadagnano già tra €45.000 e €85.000 annui in Europa, con punte di €120.000 nelle grandi tech company
- Formazione: Nel 2024-2025 sono nati oltre 850 corsi universitari e master dedicati a IA e vibe coding in Europa, con 40.000+ iscritti
Voci dal campo: entusiasmi e preoccupazioni
La comunità degli sviluppatori è divisa tra entusiasmo e preoccupazione.
Gli entusiasti vedono nel vibe coding una democratizzazione della programmazione. Sarah Chen, developer freelance di Barcellona: "Ho dimezzato i tempi di sviluppo e posso finalmente concentrarmi sulla user experience invece di perdere ore con configurazioni e boilerplate. È liberatorio."
Gli scettici temono per la qualità e il futuro della professione. Marco Bianchi, senior developer con 15 anni di esperienza: "Il codice generato dall'IA è spesso brillante in superficie, ma fragile nelle fondamenta. Ho visto troppi junior che non capiscono cosa stanno deployando. È un rischio enorme."
Gli equilibristi cercano una via di mezzo. Laura Martínez, tech lead di una startup madrilena: "L'IA è uno strumento potentissimo, ma non sostituisce la comprensione profonda. La uso per velocizzare, poi revisiono tutto manualmente. Il problema è quando le persone si fidano ciecamente."
Una survey condotta su 2.400 sviluppatori europei nel 2025 mostra che:
- Il 68% usa regolarmente strumenti di AI code generation
- Il 51% è preoccupato per la qualità del codice generato
- Il 44% teme per la propria occupazione nei prossimi 5 anni
- Il 73% ritiene che le competenze di "orchestrazione IA" diventeranno più importanti della codifica manuale
Le sfide e i rischi del nuovo paradigma
Il vibe coding porta con sé enormi opportunità, ma anche nuovi rischi che vanno affrontati con serietà:
1. Sicurezza e qualità tecnica
Il codice generato dall'IA può contenere vulnerabilità difficili da individuare. Nel 2025, uno studio della Stanford University ha analizzato 10.000 frammenti di codice generati dall'IA: il 23% conteneva vulnerabilità di sicurezza note, il 15% presentava bug logici e il 31% non seguiva le best practice del settore.
Esempi concreti di fallimenti:
- Una startup fintech europea ha subito un data breach perché l'autenticazione generata da IA non implementava correttamente il salt per le password
- Un'app di e-commerce ha perso €45.000 in transazioni a causa di un bug nella logica dei carrelli generata dall'IA
- Un sistema di pagamento ha esposto dati sensibili per 72 ore prima che un audit umano rilevasse il problema
2. Dipendenza cognitiva e deskilling
Gli sviluppatori rischiano di perdere competenze tecniche fondamentali se delegano troppo all'IA. Una ricerca dell'MIT del 2025 mostra che gli sviluppatori junior che usano massicciamente l'IA scoring 40% peggio nei test di problem solving algoritmico rispetto a chi ha imparato "alla vecchia maniera".
Il rischio è creare una generazione di "orchestratori" che sanno cosa chiedere ma non capiscono cosa ricevono, incapaci di risolvere problemi quando l'IA fallisce o non è disponibile.
3. Questioni etiche e di responsabilità
Chi è responsabile quando un algoritmo generato dall'IA causa danni? Il programmatore che ha scritto il prompt? L'azienda che fornisce l'IA? Il cliente finale? Il quadro legale europeo è ancora in evoluzione, con l'AI Act che entrerà pienamente in vigore solo tra il 2026 e il 2027.
Altri dilemmi etici:
- Bias algoritmici: l'IA replica i bias presenti nei dati di training, generando codice potenzialmente discriminatorio
- Privacy: i modelli IA si addestrano su miliardi di righe di codice, incluso codice proprietario potenzialmente filtrato da repository privati
- Proprietà intellettuale: chi detiene i diritti sul codice generato dall'IA? Le cause legali sono già iniziate
4. Digital divide e dipendenza da piattaforme
Il vibe coding rischia di accentuare le differenze tra chi può permettersi strumenti avanzati (€50-200/mese per licenze enterprise) e chi no. Le microimprese delle regioni periferiche potrebbero trovarsi tagliate fuori se i costi aumentano o i fornitori cambiano strategia commerciale.
Cosa succede se domani OpenAI, Anthropic o Google decidono di aumentare i prezzi del 300%? O se introducono restrizioni geografiche? La dipendenza dalle piattaforme proprietarie è un rischio strategico sottovalutato.
5. Impatto ambientale
Un aspetto raramente discusso: ogni query a un modello di IA come GPT-4 consuma energia significativa. Uno studio del 2024 stima che una singola sessione di vibe coding intensiva (50-100 prompt) consumi l'equivalente energetico di 0,3-0,5 kWh, pari a quello di una lavastoviglie. Moltiplicato per milioni di sviluppatori, l'impatto risulta rilevante.
6. Accessibilità linguistica e culturale
Gli strumenti di vibe coding funzionano meglio in inglese. Chi programma in spagnolo, italiano o altre lingue ottiene risultati qualitativamente inferiori. Questo crea uno svantaggio strutturale per gli sviluppatori non anglofoni, accentuando le disparità già esistenti nel settore tech.
Vibe coding e agentic coding: due paradigmi a confronto
Una ricerca firmata da Ranjan Sapkota e Konstantinos Roumeliotis confronta il vibe coding con il cosiddetto agentic coding — sistemi in cui l'IA agisce autonomamente, prendendo decisioni di sviluppo senza supervisione continua.
Vibe coding: enfatizza la collaborazione uomo-IA, con l'essere umano che mantiene il controllo e la responsabilità. È un approccio "conversazionale", iterativo, creativo.
Agentic coding: tende all'automazione totale, con agenti IA che progettano, sviluppano, testano e deployano software in modo semi-autonomo. È un approccio "delegante", efficiente, ma meno controllabile.
La sfida dei prossimi anni sarà armonizzare i due paradigmi, creando cicli di sviluppo ibridi che coniugino velocità e autonomia con supervisione e responsabilità umane. Alcuni progetti già sperimentano workflow in cui l'IA sviluppa autonomamente moduli secondari, mentre l'umano si concentra sull'architettura e sulle decisioni critiche.
Oltre la tecnologia: un cambio di cultura
Il successo del termine "vibe coding" non risiede solo nel codice, ma anche nel suo valore simbolico e culturale. Come "googlare" o "scrollare", è entrato nel linguaggio comune, diventando espressione di un nuovo modo di pensare la tecnologia: meno tecnico, più creativo, più umano.
La Collins Dictionary lo ha scelto proprio perché cattura "il modo in cui l'IA sta riscrivendo non solo la programmazione, ma anche il nostro rapporto con le macchine". È un termine che parla di intenzione prima che di esecuzione, di visione prima che di sintassi, di creatività prima che di compilazione.
Questo shift culturale ha implicazioni profonde:
- Ridefinisce chi può definirsi "developer"
- Abbassa le barriere all'ingresso nel mondo tech
- Sposta l'enfasi dalla conoscenza enciclopedica dei linguaggi alla capacità di problem solving
- Valorizza soft skills come comunicazione, creatività, pensiero critico
In un certo senso, il vibe coding riporta la programmazione alle sue origini filosofiche: non come esercizio tecnico fine a se stesso, ma come strumento per dare forma a idee e risolvere problemi concreti.
Conclusione: il futuro è una conversazione
Il vibe coding è più di una tendenza: è la frontiera dell'interazione tra linguaggio e tecnologia. Non sostituirà gli sviluppatori, ma li costringerà a reinventarsi come curatori di idee, architetti di sistemi, garanti di qualità — capaci di guidare l'intelligenza artificiale verso risultati utili, sicuri e significativi.
Una previsione audace per il 2030: tra cinque anni, la maggior parte del codice software non sarà scritta manualmente, ma orchestrata tramite conversazioni con l'IA. Le università non insegneranno più la sintassi come primo passo, ma la logica, l'architettura e il prompt engineering. I colloqui di lavoro valuteranno la capacità di dialogare con sistemi IA più che la capacità di scrivere algoritmi da zero.
La domanda provocatoria: se tra cinque anni nessuno scrivesse più codice manualmente, sarebbe un progresso o una perdita? La risposta probabilmente sta nel mezzo: impareremo a distinguere quando delegare e quando sporcarci le mani, quando fidarci dell'IA e quando verificare riga per riga.
L'invito all'azione: per microimprese, artigiani, professionisti e creativi, il vibe coding rappresenta un'opportunità storica di democratizzazione tecnologica. Non serve più assumere uno sviluppatore per creare il proprio sito web, la propria app, il proprio gestionale. Serve curiosità, voglia di sperimentare e capacità di descrivere chiaramente ciò che si vuole ottenere.
In un'epoca in cui anche il linguaggio diventa un'interfaccia, il vibe coding ci ricorda che la creatività umana resta l'algoritmo più potente, solo che, oggi, ha trovato una nuova voce: quella dell'IA. E sta a noi decidere cosa dirle.
Fonti
- Collins Dictionary (2025). Word of the Year 2025: Vibe Coding.
- The Guardian (2025). Vibe coding chosen as Collins Dictionary's Word of the Year.
- Hemdev, N. (2025). Vibe Coding: A Mixed-Methods Case Study on Conversational AI Programming and Application Development. International Journal for Sciences and Technology. IJST.
- Meske, C., Hermanns, T., von der Weiden, E., Loser, K.-U., Berger, T. (2025). Vibe Coding as a Reconfiguration of Intent Mediation in Software Development. arXiv.
- Pimenova, V., Fakhoury, S., Bird, C., Storey, M., Endres, M. (2025). Good Vibrations? A Qualitative Study of Co-Creation, Communication, Flow, and Trust in Vibe Coding. arXiv.
- Sapkota, R., Roumeliotis, K. I., Karkee, M. (2025). Vibe Coding vs. Agentic Coding: Fundamentals and Practical Implications of Agentic AI. arXiv.
- Wütscher, S. (2025). Stichwort: Vibe Coding. Merz: medien+erziehung.
- Business Insider (2025). Vibe Coding enters the dictionary – and the future of programming.
- Stanford University (2025). Security Vulnerabilities in AI-Generated Code: A Large-Scale Analysis.
- MIT Technology Review (2025). The Cognitive Cost of AI-Assisted Programming.
- Universidad de La Laguna (2025). Proyecto AI para PYMES Canarias - Informe Intermedio.