Il turismo natalizio alle Canarie: 2 milioni di visitatori e l'economia che non dorme mai

Scritto il 25/12/2025
da Redazione

Mentre Parigi e Berlino si svuotano a Natale e i negozi chiudono per ferie, alle Canarie succede l'esatto contrario. Tra il 15 dicembre e il 10 gennaio, l'arcipelago riceve circa 2 milioni di turisti che trasformano le isole in un gigantesco resort a cielo aperto dove l'economia gira ventiquattr'ore su ventiquattro. Tedeschi che scappano dalla neve, inglesi che cercano il sole, italiani stanchi del freddo, scandinavi che non vedono luce da ottobre: tutti convergono su queste sette isole vulcaniche dove a Natale puoi fare il bagno in maglietta.

Il turismo natalizio non è solo una componente dell'economia canaria, è l'economia canaria. Rappresenta il 35% delle entrate turistiche annuali concentrate in meno di un mese. Parliamo di circa 3 miliardi di euro che entrano nell'arcipelago in quattro settimane, sostenendo 400.000 posti di lavoro diretti e indiretti in una regione di 2,2 milioni di abitanti. Quando un tedesco prenota una settimana a Playa del Inglés non sta solo pagando un hotel: sta finanziando ristoranti, taxi, supermercati, escursioni, noleggi auto, negozi di souvenir, bar, discoteche e tutta quella rete di microeconomie che vivono del turista che arriva e spende.

I numeri che spiegano perché gli hotel sono sempre pieni

L'occupazione alberghiera durante le feste natalizie supera stabilmente il 90% in tutte le isole principali, con picchi del 95-98% nelle zone più turistiche. A Tenerife sud, da Los Cristianos a Costa Adeje, trovare una camera libera dopo il 20 dicembre senza aver prenotato almeno tre mesi prima è praticamente impossibile. Lo stesso vale per Puerto del Carmen a Lanzarote, per Corralejo a Fuerteventura e per la zona de Las Canteras a Las Palmas de Gran Canaria.

Ma i numeri dell'occupazione raccontano solo metà della storia. L'altra metà sono i prezzi. Un hotel quattro stelle a Costa Adeje che a novembre costa 80 euro a notte, a Natale arriva tranquillamente a 250-300 euro. Gli appartamenti turistici triplicano le tariffe. Un monolocale a Puerto del Carmen che fuori stagione va a 40 euro a notte, tra Natale e Capodanno lo trovi difficilmente sotto i 120-150 euro. I voli seguono la stessa logica: un Milano-Tenerife che a febbraio costa 80 euro andata e ritorno, a dicembre supera facilmente i 300 euro.

Questo fenomeno ha un nome preciso: yield management spinto all'estremo. Gli albergatori sanno che la domanda è altissima e relativamente anelastica, cioè la gente viene comunque anche se i prezzi salgono. Per molte famiglie del nord Europa, passare il Natale al sole è diventato una tradizione irrinunciabile, quasi un investimento sulla salute mentale dopo mesi di buio e freddo. E sono disposte a pagare.

Il risultato è che il RevPAR, il ricavo per camera disponibile che è l'indicatore chiave dell'industria alberghiera, durante le feste natalizie è tre volte superiore rispetto alla media annuale. Un albergo da 200 camere a Playa de Las Américas può fatturare in tre settimane quello che normalmente fattura in due mesi. Questo spiega perché molti hotel nelle zone turistiche chiudono per ristrutturazione a ottobre-novembre: sanno che devono essere impeccabili per il periodo d'oro.

Las Palmas, Tenerife, Lanzarote: chi guadagna di più

Tenerife è la regina indiscussa del turismo natalizio canario. Solo questa isola riceve circa 800.000 visitatori tra dicembre e gennaio, oltre il 40% del totale dell'arcipelago. La zona sud dell'isola, da Los Cristianos ad Adeje, è un concentrato di resort all-inclusive, hotel di lusso, centri commerciali e ristoranti che lavorano a pieno regime ventiquattro ore su ventiquattro. L'impatto economico per Tenerife è stimato in oltre 1,2 miliardi di euro solo per il periodo natalizio.

Gran Canaria segue con circa 600.000 turisti e un impatto economico di circa 900 milioni. La differenza rispetto a Tenerife è che Gran Canaria ha una distribuzione più equilibrata: Maspalomas e Playa del Inglés nel sud attraggono le famiglie tedesche, mentre Las Palmas, capitale, sta diventando sempre più popolare tra i city-breakers che cercano un'esperienza urbana combinata con la spiaggia. Il quartiere de Vegueta durante le feste si riempie di turisti che visitano la Cattedrale e il museo di Colombo, mentre Las Canteras diventa una Copacabana europea con tedeschi che giocano a beach volley il 25 dicembre.

Lanzarote, con 350.000 visitatori nel periodo natalizio, ha un'economia turistica più concentrata. Puerto del Carmen, Costa Teguise e Playa Blanca assorbono il 90% dei turisti, e il resto dell'isola mantiene un'autenticità che a Tenerife e Gran Canaria sud è ormai sparita. L'impatto economico è stimato in 500 milioni di euro, proporzionalmente altissimo considerando che l'isola ha solo 150.000 abitanti residenti. Significa che ogni abitante di Lanzarote beneficia indirettamente di circa 3.300 euro dal turismo natalizio.

Fuerteventura riceve circa 250.000 turisti natalizi, Lanzarote è stabile intorno ai 350.000, mentre La Palma, La Gomera ed El Hierro insieme non superano i 50.000. Queste ultime tre isole hanno scelto, o sono state costrette dalla geografia, di puntare su un turismo diverso: meno massivo, più orientato al trekking e alla natura, con una stagionalità meno marcata.

Sold-out da novembre: anatomia di un fenomeno

Il fenomeno del tutto esaurito parte molto prima di Natale. Gli inglesi e i tedeschi, che rappresentano il 60% dei turisti invernali, prenotano con larghissimo anticipo. Molti alberghi a Tenerife sud hanno le prenotazioni per Natale 2025 già chiuse a febbraio 2025, cioè dieci mesi prima. Questo permette agli operatori di pianificare con precisione acquisti, ristrutturazioni.

Ma perché questa corsa folle alle prenotazioni? Primo, le Canarie sono l'unica destinazione europea dove hai garanzia di sole e temperature da mare a dicembre. La Riviera romagnola è deserta, la Costa del Sol è fredda, persino il sud della Spagna non garantisce i 22-24 gradi che trovi alle Canarie. Secondo, la distanza: sono 4 ore di volo dall'Italia, 4,5 dalla Germania, 4 dall'Inghilterra. Paragonate a Maldive (10 ore), Caraibi (9-11 ore), o Thailandia (12 ore), sono dietro l'angolo. Terzo, l'infrastruttura: le Canarie hanno decenni di esperienza nel turismo di massa, sanno come gestire milioni di visitatori senza che il servizio crolli.

Il lato oscuro di questo successo è che i residenti canari vengono progressivamente esclusi dal mercato immobiliare turistico. Un appartamento a Puerto de la Cruz che potrebbe essere affittato a un locale per 600 euro al mese, su Airbnb a dicembre genera 3.000-4.000 euro in tre settimane. La matematica è brutale: perché affittare a un residente quando puoi fare sei volte tanto con i turisti? Il risultato è che trovare casa per i lavoratori locali, soprattutto nelle zone turistiche, è diventato quasi impossibile.

La protesta del 2023 con lo slogan "Canarias tiene un límite" ha portato in piazza migliaia di residenti che chiedevano regolamentazioni più stringenti sul turismo. Il paradosso delle Canarie è che il settore che alimenta l'economia è lo stesso che sta rendendo impossibile la vita ai residenti. Gli stipendi medi nell'arcipelago sono tra i più bassi di Spagna, ma i prezzi delle case sono tra i più alti, gonfiati dalla domanda turistica.

L'economia che non dorme mai

Durante le feste natalizie, le Canarie entrano in una modalità operativa che non ha pause. I supermercati sono aperti tutti i giorni, i ristoranti fanno doppi e tripli turni, i taxi lavorano h24, le escursioni partono ogni mattina. L'aeroporto di Tenerife Sur gestisce fino a 70.000 passeggeri al giorno nei picchi di fine dicembre, numeri da hub internazionale. Le compagnie di noleggio auto svuotano i parcheggi: ogni macchina disponibile viene affittata, spesso con prenotazioni che partono sei mesi prima.

I ristoranti nelle zone turistiche assumono personale extra solo per dicembre-gennaio. Camerieri che arrivano dalla penisola iberica, sapendo che in un mese possono guadagnare quanto in tre mesi altrove, grazie alle mance e ai turni massacranti. I negozi di souvenir ordinano stock tripli. Le agenzie di escursioni organizzano tour multipli al giorno per Teide, Timanfaya, le grotte di Jameos del Agua.

E poi ci sono i servizi invisibili: le lavanderie industriali che lavorano notte e giorno per fornire lenzuola pulite agli hotel, i grossisti alimentari che riforniscono i ristoranti, le società di pulizia, i manutentori di piscine, gli elettricisti, gli idraulici. Tutta questa macchina deve funzionare perfettamente perché il turista tedesco o inglese che ha pagato 3.000 euro per una settimana si aspetta standard impeccabili.

Il turismo natalizio alle Canarie non è un fenomeno spontaneo, è un'industria perfettamente oliata costruita in cinquant'anni. Un'industria che genera ricchezza ma anche dipendenza, che crea lavoro ma anche precarietà, che attira investimenti ma anche speculazione. Due milioni di turisti in un mese sono una benedizione economica e una maledizione sociale. Le Canarie lo sanno, ma per ora non hanno trovato alternative. E mentre il dibattito sul turismo sostenibile continua, gli hotel per Natale 2026 sono già sold out.

 

 

Fonti: Instituto Canario de Estadística (ISTAC) - Datos turísticos 2024, Exceltur - Impacto económico turismo Canarias, INE - Encuesta de ocupación hotelera, Promotur Turismo Canarias, Federación de Empresarios de Hostelería de Las Palmas