Alle Canarie esiste un paradosso geografico. Mentre Tenerife sud e Playa del Inglés a Gran Canaria sono città-resort con milioni di turisti all'anno, a pochi chilometri di distanza ci sono isole dove devi prenotare settimane prima per poter mettere piede, dove il numero di visitatori giornalieri è rigidamente controllato, e dove l'idea di costruire un hotel provoca rivolte popolari. Isla de Lobos e La Graciosa sono gli esperimenti più avanzati delle Canarie per rispondere alla domanda che ossessiona ogni destinazione turistica del Mediterraneo: si può avere turismo senza distruzione?
Isla de Lobos: quando duecentoquaranta è il numero magico
Isla de Lobos è uno scoglio vulcanico di quattro chilometri quadrati a nord di Fuerteventura, così vicino che ci arrivi in quindici minuti di traghetto da Corralejo. Zero abitanti permanenti, zero strutture ricettive, un solo ristorante, sentieri sterrati e spiagge dove l'acqua è così trasparente che vedi i pesci a dieci metri di profondità. Ventimila anni fa era collegata a Fuerteventura, poi il mare ha invaso lo stretto creando questa perla isolata che fino al 2019 era accessibile liberamente.
Poi è successo quello che succede sempre: troppa gente. Nei weekend estivi sbarcavano duemila persone al giorno su un'isola senza infrastrutture. I sentieri si trasformavano in autostrade di escursionisti, la spiaggia di La Concha sembrava Rimini ad agosto, i rifiuti si accumulavano perché non esisteva un sistema di smaltimento adeguato. Le foche, monache che davano il nome all'isola, lobos in spagnolo, erano sparite da decenni, ma ora anche le lucertole endemiche rischiavano l'estinzione per il calpestio continuo.
Nel 2019 il Cabildo di Fuerteventura ha preso una decisione radicale: accesso solo su prenotazione, massimo duecentoquaranta visitatori al giorno divisi in fasce orarie. Il sistema funziona tramite un portale online dove prenoti gratuitamente scegliendo data e orario di arrivo. Le prenotazioni si aprono tre mesi prima e spariscono in poche ore per i weekend e in pochi giorni per i giorni feriali. Se non hai prenotato, il traghetto non ti imbarca. Fine della discussione.
I risultati sono stati immediati e misurabili. Gli studi di monitoraggio ambientale mostrano un recupero del 60% della vegetazione dunale nei primi due anni, un calo del 90% dei rifiuti abbandonati e un ritorno di specie di uccelli marini che nidificano sulle scogliere e che erano sparite per il disturbo antropico. I sentieri si sono stabilizzati, l'erosione costiera è rallentata, e paradossalmente l'esperienza per i visitatori è migliorata. Invece di trovarti in mezzo a una folla sudaticcia, cammini in relativa solitudine sentendo solo il vento e le onde.
La Graciosa: settecentocinquanta abitanti contro il mondo
La Graciosa è più complessa perché non è disabitata. Settecentocinquanta persone vivono permanentemente su questa isola di ventinove chilometri quadrati a nord di Lanzarote, l'ottava isola delle Canarie ufficialmente riconosciuta solo dal 2018. Due villaggi, Caleta de Sebo e Pedro Barba, strade sterrate, zero semafori, zero catene di hotel. L'elettricità arriva via cavo sottomarino da Lanzarote, l'acqua è desalinizzata, e fino agli anni Novanta l'isola viveva principalmente di pesca.
Poi è arrivato il turismo. Non quello di massa dei resort, ma quello dei day-tripper: turisti che arrivano la mattina da Lanzarote, passano sei ore sull'isola e ripartono la sera. Nei picchi estivi sbarcavano tremila persone al giorno su un'isola con settecentocinquanta abitanti. Il rapporto quattro a uno tra turisti e residenti sembrava gestibile sulla carta, ma nella pratica significava che ogni mattina alle dieci Caleta de Sebo si trasformava da villaggio di pescatori in parco divertimenti, per poi svuotarsi completamente alle diciassette.
La soluzione di La Graciosa è stata diversa da quella di Lobos perché qui vive gente e la comunità locale doveva essere coinvolta nelle decisioni. Nel 2021 è stato introdotto un sistema di permessi non per limitare il numero assoluto di visitatori, ma per distribuirli meglio durante la giornata e scoraggiare il turismo mordi e fuggi. Chi vuole visitare La Graciosa deve registrarsi online dichiarando data, orario di arrivo e durata prevista della visita. Non c'è un limite numerico rigido come a Lobos, ma il sistema genera un alert quando le prenotazioni superano la soglia di duemila al giorno, momento in cui il Cabildo può decidere di bloccare nuove autorizzazioni.
Parallelamente è stata vietata la costruzione di nuove strutture ricettive e è stato limitato il numero di case vacanza che possono essere affittate ai turisti. Chi vuole dormire a La Graciosa trova solo piccoli appartamenti gestiti da famiglie locali, niente Airbnb massiccio, niente speculazione immobiliare. Il risultato è un turismo più lento, più rispettoso e soprattutto più redditizio per i residenti. Meglio cinquecento turisti che dormono sull'isola e cenano nei ristoranti locali che tremila che arrivano col panino nello zaino.
Il prezzo dell'esclusività: chi viene escluso?
Ma questi sistemi funzionano davvero o creano solo nuove forme di esclusione? Le critiche non mancano. I limiti di accesso trasformano Lobos e La Graciosa in luoghi per chi può permettersi di pianificare con mesi di anticipo, escludendo spontaneità e visitatori dell'ultimo minuto. Le famiglie canarie che decidono domenica mattina di fare una gita si trovano le prenotazioni esaurite, mentre i turisti stranieri che pianificano le vacanze sei mesi prima riescono ad accaparrarsi i posti.
C'è anche il problema della burocrazia. Il sistema di prenotazione online esclude de facto anziani e persone senza accesso a internet o carte di credito. E poi c'è il mercato nero: su forum e gruppi Facebook compaiono annunci di persone che rivendono prenotazioni a Lobos per cinquanta o cento euro, trasformando un sistema nato per proteggere l'ambiente in un nuovo business speculativo.
Gli abitanti di La Graciosa sono divisi. I pescatori più anziani rimpiangono i tempi in cui l'isola era ignorata e si poteva camminare per ore senza incontrare nessuno. I giovani che gestiscono ristoranti e case vacanza vedono nel turismo controllato l'unica possibilità di futuro economico senza vendere l'anima al diavolo dei resort. Il dibattito è acceso, soprattutto quando a fine mese i conti non tornano e la tentazione di allentare i vincoli diventa forte.
Un modello esportabile o un privilegio geografico?
La domanda vera è: questo modello può funzionare altrove? Venezia ha provato con il ticket d'ingresso giornaliero, risultato pratico quasi nullo. Cinque Terre in Liguria hanno limitato l'accesso al Sentiero Azzurro, ma il resto del territorio resta invaso. Santorini in Grecia ha imposto limiti alle navi da crociera, che semplicemente hanno spostato le rotte su altre isole greche trasferendo il problema.
Il vantaggio di Lobos e La Graciosa è che sono isole piccole con un solo punto di accesso controllabile: il porto. Non puoi arrivarci in auto, non puoi atterrare con un aereo privato, devi prendere il traghetto e il traghetto verifica il permesso. Questo controllo fisico è impossibile a Venezia dove puoi arrivare in treno, auto, aereo e da mille accessi diversi. È difficile a Barcellona dove limitare le Ramblas significa solo spostare i turisti in altri quartieri.
Però qualcosa si può imparare. Il principio base è semplice: la capacità di carico di un territorio non è infinita, e superarla distrugge sia l'ambiente che l'esperienza turistica. Il turismo controllato non è antiturismo, è turismo intelligente che preserva la risorsa invece di consumarla fino all'esaurimento. Il problema è che richiede coraggio politico, visione a lungo termine e la capacità di dire no a soldi facili immediati in cambio di sostenibilità futura.
Le Canarie, arcipelago che vive di turismo da cinquant'anni e che ha visto cosa succede quando non metti limiti, stanno provando a invertire la rotta almeno sulle isole più fragili. Lobos e La Graciosa sono laboratori dove si sperimenta un futuro diverso. Se funziona, forse altri seguiranno. Se fallisce, diventeranno l'ennesimo esempio di buone intenzioni travolte dalla logica del profitto a breve termine. Per ora, almeno, puoi ancora camminare su una spiaggia delle Canarie sentendo solo il vento.
Fonti: Cabildo de Fuerteventura - Sistema de reservas Isla de Lobos, Cabildo de Lanzarote - Plan de Gestión La Graciosa, Universidad de Las Palmas - Estudio capacidad de carga turística islas menores, Ministerio para la Transición Ecológica - Espacios Naturales Protegidos Canarias