Nel primo trimestre del 2025, l’economia delle Isole Canarie ha confermato una dinamica di crescita positiva, anche se leggermente inferiore rispetto all’anno precedente. La Camera di Commercio di Santa Cruz de Tenerife, insieme a CaixaBank, ha stimato un incremento del prodotto interno lordo pari al 3% per l’anno in corso. Questa cifra, sebbene inferiore di un punto rispetto alla crescita stimata nel 2024, viene considerata comunque un risultato notevole, soprattutto in un contesto internazionale ancora incerto e soggetto a tensioni economiche e geopolitiche. Le Canarie, infatti, si confermano una delle regioni più dinamiche della Spagna, capaci di mantenere un ritmo di espansione superiore alla media nazionale.
Alla base di questo andamento ci sono diversi fattori che agiscono in sinergia. In primo luogo, il consumo delle famiglie ha continuato a sostenere l’attività economica grazie a una maggiore stabilità dei prezzi, al miglioramento delle aspettative e a una leggera crescita dei redditi disponibili. Il clima di fiducia tra i cittadini ha favorito gli acquisti e alimentato la domanda interna. In secondo luogo, il turismo continua a giocare un ruolo centrale nell’economia dell’arcipelago. Le Canarie rimangono una delle destinazioni preferite in Europa, sia per i viaggiatori tradizionali provenienti da paesi come Regno Unito e Germania, sia per nuovi flussi turistici che arrivano da mercati emergenti. L’aumento della spesa per persona da parte dei turisti ha contribuito in modo significativo ai risultati positivi.
Un altro elemento importante è rappresentato dalla crescita demografica. Le isole stanno attirando nuovi residenti, sia dalla penisola iberica sia dall’estero, attratti da un ambiente favorevole, dal clima mite, da buone opportunità lavorative e da uno stile di vita apprezzato. L’aumento della popolazione genera un effetto moltiplicatore su diversi settori, come quello immobiliare, la distribuzione commerciale, i trasporti e i servizi sociali.
Tuttavia, nonostante questi aspetti positivi, non mancano i segnali di allarme. Il presidente della Camera di Commercio, Santiago Sesé, ha lanciato un messaggio chiaro: non possiamo accontentarci di crescere, ma dobbiamo chiederci in che modo lo stiamo facendo e verso quale modello economico stiamo andando. Secondo Sesé, è fondamentale costruire un’economia più solida e sostenibile, che non si basi soltanto sul consumo e sul turismo, ma che sappia valorizzare le competenze locali, investire nella formazione e diversificare le attività produttive.
Tra le debolezze strutturali segnalate vi è il problema della produttività, che da anni resta bloccata su livelli bassi. L’economia canaria è ancora troppo dipendente da settori a basso valore aggiunto, che generano occupazione ma non incentivano l’innovazione né l’efficienza. Inoltre, vi è una forte carenza di manodopera qualificata, che rappresenta un ostacolo per lo sviluppo di settori ad alta specializzazione. A questo si aggiunge una crescente difficoltà nell’accesso alla casa, con prezzi degli immobili e degli affitti in costante aumento, soprattutto nelle zone turistiche e nelle città principali.
Un altro punto critico è rappresentato dalla pressione esercitata sulla rete dei servizi pubblici, già messa a dura prova dalla crescita della popolazione e dal flusso turistico. Sanità, istruzione, trasporti e assistenza sociale necessitano di un rafforzamento strutturale per poter rispondere alla domanda crescente. A rendere il quadro ancora più complesso è il progressivo invecchiamento della popolazione, che comporta una maggiore richiesta di servizi sociosanitari e un potenziale squilibrio nel mercato del lavoro.
Anche dal punto di vista finanziario, però, ci sono dati incoraggianti. Il direttore territoriale di CaixaBank per le Canarie, Manuel Afonso, ha sottolineato come la crescita economica sia accompagnata da una buona stabilità dei mercati finanziari. Secondo Afonso, le previsioni indicano un abbassamento progressivo dei tassi d’interesse, che potrebbe favorire ulteriormente gli investimenti delle imprese e dei cittadini. In particolare, ha evidenziato un elemento significativo: il 93% delle nuove ipoteche concesse da CaixaBank nell’arcipelago è a tasso fisso, il che rappresenta un importante fattore di sicurezza per le famiglie, che non dovranno temere future variazioni dei tassi e potranno pianificare meglio le loro spese.
L’accesso al credito risulta facilitato anche per le imprese, che trovano oggi condizioni favorevoli per investire, in particolare in progetti legati alla sostenibilità ambientale, alla digitalizzazione e all’innovazione. Questo può rappresentare un’opportunità decisiva per iniziare a trasformare il modello economico canario, ancora troppo dipendente dal turismo e dai servizi a bassa qualificazione.
In definitiva, le Isole Canarie si trovano davanti a un bivio. Da un lato, i risultati ottenuti confermano la capacità del territorio di mantenere una buona performance economica anche in scenari complicati. Dall’altro, emergono con forza tutte quelle fragilità che, se non affrontate per tempo, rischiano di compromettere la sostenibilità di questa crescita nel medio e lungo periodo. Per questo, occorre un impegno congiunto da parte delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e della società civile, per avviare una nuova fase di sviluppo, basata su innovazione, formazione, inclusione sociale e coesione territoriale.
Le sfide sono numerose, ma le potenzialità del territorio restano solide. La chiave sarà saperle valorizzare con intelligenza e visione strategica.
Le Canarie crescono ma guardano al futuro con prudenza
Scritto il 01/06/2025