A proposito di HALLOWEEN: di streghe vampire alle Canarie
Fino alla fine del XX. secolo, in alcune località canarie continuava a persistere l’antichissima credenza che le streghe sentissero un’irrefrenabile appetito per i neonati, il cui sangue succhiavano furtivamente, dentro le loro case, fino a causarne la morte. La paura che generavano era tale, che i giorni successivi alla nascita del bambino, le case si riempivano di amuleti e si appendevano rosari alle sbarre del letto, al solo scopo di mantenere protetti i bimbi fino al giorno del battesimo.
La stregoneria canaria proviene in realtà dalle terre castigliane, andaluse e portoghesi, oltre ad esistere un interessante “contributo” proveniente dalle terre dei berberi. Ed è proprio nel seno della tradizione dei mori, che si ritrova il fenomeno de “los niños chupados” (dei bimbi succhiati, NdT).
Si può dire che alle Canarie ci furono casi di stregoneria, ma non si riscontrarono mai fenomeni di isteria o terrore collettivo, né processi di massa. Ciò nonostante, il Sant’Uffizio registrava alcuni casi in cui l’accusata, sempre donna, risultava colpevole di aver agito come vera vampira, causando la morte di alcuni bambini. Di norma, le donne che venivano accusate di stregoneria non erano mai canarie, ma portoghesi di Madeira, negre o di origini berbere.
Questa percezione del potere magico attribuito ad un popolo straniero è un fatto riscontrato in molte culture, e se è vero che alle Canarie le streghe più potenti erano straniere, questa stessa considerazione ricevevano le donne canarie a Cuba, dove venivano considerato tra le streghe più potenti, le “brujas isleñas”. Nel 1553 si registrano a La Laguna (Tenerife) due casi di stregoneria, dove le accusate sono Ana González, portoghese, e una negra di cui si narrava avesse gli occhi incarnati come un cane furioso. Ma si dovrà aspettare fino al 1577 per riscontrare il primo processo a Lanzarote, contro una donna, Lucia de Cabrera, accusata di vari atti di stregoneria, incluso quello di aver succhiato il sangue di un neonato.
Come già detto, la credenza ed il timore verso i vampiri perdura fino al XX. secolo inoltrato. Il medico Juan Bethencourt Alfonso, di Tenerife) raccolse nel suo libro “Costumbres Populares Canarias de Nacimiento, Matrimonio y Muerte” vivissime testimonianze su crimini, rituali, e credenze popolari intorno alla stregoneria e al vampirismo femminile. In tutta la letteratura esistente, non si riscontrano però mai casi di giovani o adulti vittime di vampirismo, ma sempre in relazione a bambini appena nati.
Ciò fa pensare che si trattasse in fondo di una interpretazione magica della sindrome delle morti improvvise dei neonati.
Francesca Passini
Liberamente tradotto da un articolo pubblicato da Josè Gregorio González, nella rivista “La Tajea”, n. 40/2914 – foto da Cronicas del Guirre
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