A differenza degli americani e della maggioranza degli europei, gli spagnoli sono riluttanti a servirsi di un consulente professionale che li assista in quello che per molti è l’acquisto più importante della vita. Come mai?
Le ragioni vanno ricercate nelle cattive pratiche che alcuni intermediari mettevano in atto nel periodo del boom. Dal 2000 in Spagna, come in Olanda e Polonia, la professione di agente immobiliare è stata completamente liberalizzata e non richiede alcun requisito per esercitarla. Da allora si è venuta a creare una situazione che i professionisti provvisti di formazione e titolo (API: agente de la propiedad inmobiliaria) non cessano di denunciare.
Gli API, oltre ad aver superato un esame, devono possedere (oltre ad altri requisiti) una sede per svolgere il proprio lavoro e devono sottoscrivere una polizza di responsabilità civile di almeno 600.000 euro. La crisi aveva spazzato via la quasi totalità di intermediari immobiliari privi di titolo, al tempo noti come “chiringuitos inmobiliarios” (baracchini immobiliari). Ma ora con il recupero del mercato stanno tornando alla luce pratiche che si possono considerare abusive, o quanto meno poco etiche, con la conseguenza di generare insicurezza nella clientela e di mettere in cattiva luce l’intera categoria.
Pagamento degli onorari
Un esempio di queste cattive pratiche che stanno tornando in auge si verifica nelle zone ad alta richiesta di abitazioni usate: sempre più proprietari trovano nella cassetta delle lettere curiosi messaggi che, dietro l’apparenza di innocenti richieste del tipo “Se pensa di vendere la sua casa in questo quartiere io sono interessato, no agenzie”, cercano in realtà di intercettare potenziali venditori. In effetti se si telefona al numero indicato sul biglietto si scopre che si tratta di un intermediario, di una rete di franchising immobiliare o di persone che si qualificano come consulenti o semplici investitori, interessati ad inserire la casa nel loro portafoglio.
Operano tutti allo stesso modo e occorre stare molto attenti alla truffa.
“Abbiamo accertato che più che al venditore questi professionisti, che in nessun caso sono titolati API, sono interessati al potenziale acquirente, al quale spillano fino a 3000 euro di anticipo affermando che servono a coprire la gestione della ricerca di un’abitazione adatta alle sue esigenze. Se alla fine l’acquirente non compra, non riesce a recuperare i suoi 3000 euro perché questi signori dicono che sono il loro onorario.
Consigli per non sbagliare.
Quando si ha a che fare con professionisti titolati, in caso di irregolarità la legge tutela il cliente. Questi sono alcuni consigli da tener presenti prima di imbarcarsi nell’acquisto, vendita o affitto di un appartamento.
– Conoscenza e documentazione. Un buon intermediario immobiliare deve conoscere tutta la normativa e fornire al cliente, ad esempio, la documentazione relativa agli oneri dell’immobile. Se è titubante o non sa rispondere alle domande del cliente bisogna diffidare.
– Anticipo di denaro. Mai, mai il cliente deve accettare di anticipare del denaro, poiché gli onorari dell’intermediario API si pagano solo al termine della transazione. Inoltre l’acquirente non deve mai consegnare denaro se non è presente il venditore della casa.
di Assessoria Afecoperera – Tenerife
+34 642574179
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