È il terrore del settore turistico, il “mostro” per i proprietari di bar e ristoranti, organizzatori di escursioni e responsabili di tutte le attività legate al turismo delle Isole Canarie.
È la formula del “tutto incluso”: quelli che la scelgono si chiudono nel loro hotel e non sborsano un centesimo in più di quello che già hanno pagato.
Da tempo il tutto incluso è una realtà consolidata nell’Arcipelago: più o meno un turista su tre sceglie questa sistemazione e in isole come Fuerteventura già si supera ampiamente il 50%. La grande sfida è imparare a convivere con questa realtà e offrire prodotti sempre più interessanti che spingano il turista a spendere.
È una percentuale stabile da alcuni anni: secondo i dati EGT (Encuesta de Gasto Turístico ) elaborati dall’Istac (Instituto Canario de Estadística ) e pubblicati dall’agenzia pubblica Promotur, nel terzo trimestre del 2017 il 35,5% dei turisti ha scelto un pacchetto tutto incluso, percentuale di poco inferiore (1,3 punti) al dato registrato nello stesso periodo del 2016.
Nonostante il dato sia il più basso degli ultimi cinque anni, l’opzione resta comunque quella maggiormente richiesta, di oltre 10 punti più alta rispetto ad esempio al solo alloggio (25,3%). Secondo i dati Istac, i tedeschi sono i maggiori fruitori di questa modalità di viaggio, che comprende il pagamento all’origine di voli, trasporto aeroporto-hotel e viceversa, alloggio e tutte le consumazioni all’interno dell’hotel. Quasi la metà dei tedeschi hanno scelto questa formula tra luglio e settembre, a fronte di un 40% fra aprile e giugno.
La scarsissima propensione alla spesa di coloro che scelgono di trascorrere le vacanze in complessi con tutto incluso ha finito col demonizzare questo tipo di offerta, dal momento che la maggioranza non visita le Isole Canarie né spende nulla.
La redazione
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