I dolci della tradizione canaria appartengono ad un mondo che può convertire i golosi in ingordi, aggettivo che non si addice agli esperti.
Per individuare gli ingredienti essi non ingoiano: quasi senza masticare, fanno roteare sul palato, prima a destra, poi a sinistra e di nuovo nel centro della bocca, così che le papille gustative danno, il sommo piacere.
Il goloso dimentica la dieta, è inevitabile, ma la mancata scoperta di queste delicatezze potrebbe indurre a pentimento per molti anni a venire.
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Solo il loro nome esercita questo potere: “truchas de batata o cabello de angel” (vedi ricetta).
“Bien mesabe” (a base di savoiardi, miele, mandorle, limone).
“Quesillo” (una sorta di créme caramel ma con latte condensato).
“Fragollo” (a base di mais).
“Rosquetes” (ciambelle a base di farina, uova, zucchero, acqua, limone grattugiato, liquore, fritte o al forno).
La cucina di un popolo e un po’ come la sua lingua, una forma espressiva di civiltà e di cultura. La lingua del popolo canario, le sue abitudini e le sue tradizioni non possono essere soppresse senza che con ciò, venga meno la sua stessa identità e altrettanto si può dire per la tradizione gastronomica.
Paola Nicelli.
TRUCHAS DE BATATA O CABELLO DE ANGEL (per 4 persone)
Ingredienti: 1 kg batata gialla (patata dolce), 3/4 kg zucchero, 100 gr. di mandorle pelate, limone grattugiato, cannella, 3 cucchiai di burro, 1 tazzina di olio, 1/2 kg di farina.
Per il ripieno: lessare le batatas con acqua e sale. Tritare e mescolare in una ciotola con mandorle, zucchero, limone grattugiato, cannella. Ottenuto l’impasto, metterlo da parte.
Fare una montagna di farina, mettere nel centro burro e olio fino ad ottenere un impasto uniforme. Spolverare di farina la spianatoia e tirare l’impasto con il mattarello.
Ricavare delle tortine di 8 cm. di diametro nel cui centro si dispone il ripieno, si piegano a metà e si chiudono i bordi passando una forchetta.
Si friggono in olio ben caldo.
Spolverati con zucchero a velo, sono pronti per essere gustati.