Ultimamente uno degli argomenti più discussi nel mondo della tecnologia è la nuova generazione di trasmissione dati 5G (acronimo di 5th Generation) ma, per comprendere meglio i miglioramenti che apporterà questa tecnologia, bisogna fare chiarezza sulle generazioni che l’hanno preceduta.
La rete 1G, nata all’inizio degli anni ‘80, trasmetteva in modalità analogica ed era in grado di sostenere solo il traffico voce, presentando grossi limiti dal punto di vista qualitativo e di ricezione del segnale.
A seguito di queste problematiche all’inizio degli anni ‘90 nacque la seconda generazione (2G) grazie allo standard interamente digitale GSM (Global System for Mobile communications) che ha dato vita agli SMS e gli MMS. L’evoluzione del GSM, negli anni 2000, ha portato alla nascita dell’UMTS (Universal Mobile Telecommunications System) e della terza generazione (3G) permettendo la connessione dei dispositivi alla rete Internet con una velocità massima di 300 Kb/s.
Successivamente nacque la rete 3.5G che ancora oggi capita di utilizzare nelle zone con poca copertura di segnale (lo standard H). Attualmente la maggior parte dei centri urbani in Europa sono coperti dalle reti 4G e 4G+. Le tecnologie LTE (Long Term Evolution) e LTE-Advanced, sviluppate alla fine degli anni 2000, trasmettono ad una velocità tra i 75 e i 150 Mbit/s e sono in grado di competere con le connessioni domestiche. Con queste innovazioni i dispositivi sono capaci di accedere a cloud, servizi di streaming e di videoconferenza in alta definizione senza rallentamenti o interruzioni.
L’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni ha già iniziato a delineare la linea guida su cui si baserà la quinta generazione (5G), con la quale potremo navigare con una velocità teorica di 20 Gbit/s. La nuova tecnologia sarà disponibile dal 2020 e, oltre ad offrire velocità maggiori con tempi di latenza ridotti, servirà soprattutto per la comunicazione tra dispositivi IoT (Internet of Things).
Infatti questa rete sarà in grado di supportare gli oltre 20 miliardi di oggetti intelligenti che popoleranno le nostre città. Inoltre permetterà il miglioramento e il perfezionamento di alcuni settori come la chirurgia a distanza, che necessita di una latenza bassissima, oppure le automobili autonome che dovranno avere tempi di comunicazione (tra di loro e con gli altri oggetti intelligenti) immediati.
Secondo i dati forniti dalle istituzioni competenti, tra poco meno di 3 anni questa tecnologia sarà alla portata di tutti e darà un’ulteriore spinta al progresso tecnologico di tutti i campi scientifici e non solo.
Andrea Blasutto – ASOLA TWIN S.A.
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