Home Curiosità Il “Cranio 952” potrebbe riscrivere la storia delle Canarie

Il “Cranio 952” potrebbe riscrivere la storia delle Canarie

0

Il “Cranio 952” potrebbe riscrivere la storia delle Canarie

Una ferita di spada pare dimostrare che le isole canarie nell’antichità non erano così isolate come si è creduto per anni. Durante una revisione degli archivi e dei reperti conservati presso il Museo Canario, si è avuta prova che le prime società che abitavano nelle isole canarie non erano così isolate come si è sempre pensato. La ferita di una spada, un’arma completamente estranea al mondo aborigeno, inferta alla testa di un uomo, tra 200 e 300 anni prima dell’arrivo degli europei, comproverebbe questa nuova teoria.

La rivista “Quaternary Science Reviews” ha pubblicato lo scorso settembre i risultati ottenuti su questo cranio che era rimasto quasi dimenticato all’interno dell’ampia collezione del Museo, perché probabilmente si era sempre supposto che si trattasse di un individuo morto durante una delle battaglie per la “Conquista de Gran Canaria” da parte della Corona di Castiglia nel XV secolo, e per quello non risultava poi strano che questo stesso cranio presentasse un simile taglio.

In concreto, si tratta di uno dei dieci teschi recuperati presso la grotta funeraria de La Angostura, a Santa Brígida, nel 1932, in un momento in cui l’archeologia si concentrava sullo studio dei crani per confermare le teorie razziali, come spiegato dalla curatrice del Museo,Teresa Delgado, all’agenzia di stampa EFE.

La sorpresa si è rivelata in tutta la sua potenza quando il cranio è stato sottoposto al metodo di datazione Carbonio 14, che fa risalire la morte dell’individuo tra l’anno 1045 e il 1166 d.C.

Questo vuol dire due o tre secoli prima che arrivassero i primi navigatori europei a Lanzarote e Gran Canaria, a principio del XIV secolo, quando si dice cioè, che le isole vennero “scoperte” dal Vecchio Continente, o più probabilmente “riscoperte”, perché lo storico romano Plinio il Vecchio già ne parlava nei propri testi, quando le definiva “Fortunatae Insulae”.

La ferita che presenta il “Cranio 952” dimostra che il suo proprietario, un uomo tra i 35 e i 50 anni, morì in uno scontro frontale con qualcuno che lo colpì con un’arma lunga metallica, quindi molto probabilmente una spada.

Il fatto è che questo tipo di arma non esisteva alle Canarie: i primi abitanti utilizzavano armi di pietra e legno, perché nelle isole non c’erano minerali metallici con cui fabbricarle, e quindi questa spada poteva venire solo da qualche luogo esterno, dove si era in grado di forgiarla.

La maggior parte degli studi sul passato delle Isole Canarie sostiene che le prime popolazioni rimasero isolate dal resto del mondo per oltre mille anni, dal loro arrivo nei primi anni d.C. fino alla riscoperta dell’arcipelago. Non esiste nulla nei registri archeologici che contraddica questo isolamento, ma vari indizi che evidentemente non fu assoluto.

Verónica Alberto, archeologa e co-autrice della scoperta, ricorda che a partire dal XI secolo si notano una serie di cambiamenti culturali nel mondo aborigeno delle varie isole (soprattutto per quanto riguarda i riti di sepoltura, nel modo di costruire le case o nella costruzione di granai collettivi) che suggeriscono l’arrivo di nuove popolazioni da fuori, forse non particolarmente numerose, non tanto da farle considerare “ondate migratorie”, ma abbastanza determinanti da influenzare le abitudini delle popolazioni locali.

La maggior parte dei cambiamenti riscontrati si concentra tra i secoli XI e XII, proprio nel periodo a cui si attribuisce il colpo mortale di spada inferto al Cranio 952 del Museo Canario.

Per comprendere tutto questo processo, non si può perdere di vista l’inquadramento geografico delle Canarie, molto vicine all’Africa, perché tutto quello che succede in Africa si riflette nelle isole, che sono di fatto un territorio africano, di popolazione africana, amazigh (berbera), che è parte della storia continentale, anche se in un contesto insulare. Cosa succede quindi sulle coste africane nel XI secolo? È il momento dell’espansione dell’attuale Magreb, degli Almoravidi, dinastia berbera, in un’epoca convulsa, quando possibilmente alcune famiglie o gruppi sociali decisero di affrontare il mare, dirigendosi verso l’arcipelago.

L’archeologo Javier Velasco, ricorda che l’Europa si era probabilmente ”dimenticata” dell’esistenza delle isole canarie per tutto il Medio Evo, mentre nelle stesse isole apparivano testi in arabo a partire dal IX secolo in avanti, con citazioni che dimostrano una conoscenza diretta dell’arcipelago, basata non solo sui riferimenti degli storici romani. Si sa poco o nulla sulla morte del proprietario del Cranio 952, si sa però che apparteneva alla società aborigena, e lo dimostra il fatto che i suoi resti siano stati raccolti e sotterrati in una grotta funeraria, invece che in un tumulo o in una fossa, secondo uno dei riti più antichi delle isole.

Francesca Passini

Storia e Cultura delle isole Canarie

©Riproduzione riservata

articolo pubblicato nel Periodico Vivi Tenerife novembre 2023

Sitografia: canarias7.es; eldiario.es; lavanguardia.com

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Exit mobile version