Le regolarizzazione dei Guachinces

0
8-guachinche

8-guachinche

Alla fine, dopo anni di richieste, lo scorso mese, con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale delle Canarie (BOC) è entrato in vigore il decreto per regolare questa attività.

Imprenditori e viticoltori avranno 3 mesi di tempo per iscriversi al relativo registro e adattarsi alla normativa.

 

Anche se al momento non esistono stime reali sul numero dei guachinces a Tenerife, da Apymevo (Associazione delle piccole e medie imprese) dicono che sono circa 500 e che, con la crisi, sono proliferate quelle che non rispettano i requisiti di quella che è una attività ricca di tradizione e che ha come scopo vendere vino di produzione propria.

{loadposition adsense-riquadro-articoli-piccolo}Il presidente di Apymevo, Fernando Plasencia, ha assicurato che uno dei cambi significativi apportati dalla nuova normativa prevede la riduzione fino all’80% del numero dei guachinche, che passerebbero quindi da 500 a 70.

Considerato i requisiti posti dal decreto, si prevede che, tra gli attuali stabilimenti, alcuni spariranno, altri diventeranno cantine mentre altri verranno effettivamente regolamentati come guachinces. Inoltre, considerato che il periodo di apertura non potrà superare i 4 mesi, per buona parte dell’anno i guachinces resteranno chiusi.

ITER OBBLIGATORIO. Durante questo trimestre i proprietari che si registreranno, dovranno presentare i propri libri alla camera dell’Industria, come anche adattarsi alle norme sanitarie e per l’imbottigliamento. Scaduti i termini, il Cabildo procederà a verificare che siano stati applicati i requisiti e che quindi si possa procedere all’apertura dei locali.

REQUISITI. Oggetto: il decreto ha come oggetto la regolamentazione dell’attività del commercio al minuto e a tempo determinato, di vino di propria produzione, procedente da vigneti di pertinenza di chi li coltiva.

PERIODO DI APERTURA. Il periodo di apertura degli stabilimenti non dovrà superare i quattro mesi all’anno, e, in ogni caso, l’attività dovrà cessare nel momento in cui si esaurirà il vino di propria produzione.

TRE PIATTI. Non si potranno offrire più di tre piatti differenti, includendo tra essi conserve, frutta secca o coltivata dal proprietario o dal titolare o comunque raccolti nella zona. La preparazione delle pietanze dovrà avvenire con ingredienti coltivati o prodotti dal titolare dell’attività o con prodotti propri della zona o radicati nella tradizione culinaria locale. Tra le bevande, si potrà offrire solo vino di propria produzione o acqua.

CARTELLO. All’esterno dello stabilimento, in prossimità dell’entrata principale e posto in luogo ben visibile, dovrà essere esposto un cartello di riconoscimento.

PREZZI. Bisognerà esporre al pubblico il menu e il listino prezzi.

Visita il nostro Magazine

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui