Regole sul trasporto dei bagagli che cambiano da compagnia a compagnia possono mettere in crisi chi parte.
Ecco come evitare le brutte sorprese in aeroporto, spese extra incluse.
In Italia circa il 40% dei passeggeri che scelgono compagnie low cost viaggia con il solo bagaglio a mano, cioè trolley, borse, borsoni da portare in cabina senza pagare.
I vantaggi: si evitano le attese davanti ai tapis roulant, si sbarca immediatamente e si dribbla a priori il rischio smarrimento.
Per il trasporto dei bagagli ogni compagnia ha le sue regole. Partiamo dalle dimensioni: generalmente la somma di larghezza, altezza e profondità non deve superare i 115 centimetri, spesso sono distribuiti in maniera diversa da compagnia a compagnia.
Tasche esterne, ruote e maniglie devono essere comprese.
Per evitare inconvenienti, prima di procedere all’imbarco è meglio verificare misure e peso presso i misuratori delle compagnie che si trovano vicino ai banchi check-in.
Sul peso, invece, siamo all’anarchia, si va da un minimo di cinque chili a un massimo di 18.
Molte compagnie hanno limiti diversi a seconda della classe in cui si viaggia.
Se si superano i limiti, il bagaglio finisce in stiva e si paga un supplemento. Se si insiste, il personale può persino rifiutare l’ imbarco.
«Il viaggiatore moderno è creativo. Il bagaglio a mano è la sua opera: stipato, colmo, strizzato.
Quando questo scoppia, viene accompagnato da buste del duty free, ormai esenti da controlli, già affrancate dal passaggio ai raggi X.
Guardarci dentro è aprire un guardaroba, e anche una farmacia: scarpe, magliette, saponi, lozioni (entro i 100ml). E anche l’abito non ha più solo la funzione di coprire, adesso contiene: non è difficile vedere ai gate cappotti e pastrani imbottiti di suppellettili e chincaglierie, doppi golf, pantaloni a strati.
Neanche si partisse per l’esilio eterno. Eppure meglio salire a bordo così, corpi valigia, piuttosto che pagare supplementi per spedire il bagaglio» da www.ingdirect.it (La Repubblica)