Uno spazio culturale recuperato. 1999 Santa Cruz de Tenerife
METAMORFOSI ARCHITETTONICHE: NUOVI USI PER VECCHI EDIFICI. SPAZIO CULTURALE “EL TANQUE”
Si tratta di un cilindro di 50 metri di diametro e quasi 20 di altezza, ultima vestigia di un’industria che nell’ultimo mezzo secolo è stata parte integrante della geografia urbana di Santa Cruz de Tenerife.
IL CONTESTO – Situato dove prima sorgeva una raffineria del gruppo Cespa, El Tanque 69 è un enorme serbatoio, costruito nel 1930 e per molti anni utilizzato per la raffinazione e lo stoccaggio del petrolio. Per la sua forma e per le dimensioni massicce è diventato un punto di riferimento per la città.

Questa vecchia raffineria di petrolio, una delle più grandi dell’Atlantico, cadde in disuso in seguito all’espansione della città verso sud. El Tanque 69 sopravvisse all’ultima demolizione degli altri serbatoi per far posto alla crescita della città, trasformandosi in uno spazio per la cultura sperimentale e d’avanguardia, e al tempo stesso elevandosi a memoria industriale di Santa Cruz de Tenerife. Un superstite del passato, l’unico ricordo dello spirito industriale della città che si è modificata nel tempo, crescendo e sviluppandosi.
È un edificio la cui importanza si basa sul valore storico-industriale e tecnologico, sulla singolarità e unicità tipologica, così come sul suo ottimo stato di conservazione, sull’originalità del progetto per adattarlo ad un nuovo uso e sul proprio valore culturale. L’aspetto esterno e quello interno si adattano alla nuova funzione grazie a interventi architettonici minimi e riutilizzando i materiali derivanti dalla demolizione. Il governo delle Canarie lo ha recentemente dichiarato Bene di Interesse Culturale, inserendolo nella categoria di Monumento Storico.

LA FUNZIONE – Creare uno spazio culturale partendo da un serbatoio dismesso richiede una pianificazione progettuale attenta e sottile. E’ così che El Tanque è diventato un ulteriore esempio di riciclo industriale, come già nel caso della Sala Esposizioni Shed 2 di Tarragona, del Matadero di Madrid, del Centro di Arti Le Magasin di Grenoble o dell’ampliamento della Tate Gallery con una vecchia fabbrica di energia elettrica. Con El Tanque disponiamo di uno spazio culturale molto diverso dal solito, sia nell’idea che nella forma. La data di costruzione risale ai primi anni in cui sorse la Raffineria CEPSA di Santa Cruz. A partire dal 1949 servì alla raffinazione di petrolio. In seguito, dopo aver perso la sua funzione originaria, nel 1996 venne sottoposto ad un intervento riabilitativo, che convertì questa funzione a quella di spazio culturale, dedicato alle produzioni contemporanee e d’avanguardia e alle espressioni artistiche alternative di ogni tipo e provenienza.
IL PROGETTO – El progetto è incentrato sul mantenimento dell’aspetto originale, sia esterno che interno, dell’antico deposito. Elemento fondamentale del progetto è stato il rutilizzo della struttura, perseguendo le soluzioni più semplici possibili. Il progetto infatti riutilizza e reinterpreta le caratteristiche ingegneristiche e industriali preesistenti, creando uno spazio espositivo all’interno della struttura. L’architettura si adatta alle esigenze di uno spazio in continuo cambiamento, utilizzato di volta in volta per esposizioni o installazioni artistiche. L’ingresso ed i locali di servizio, di nuova costruzione, si trovano al di fuori del volume principale del deposito, così da conservarne la purezza formale, occupando lo spazio rimanente compreso tra l’involucro cilindrico esterno e una delle vie d’accesso interne del complesso.

Si tratta di un vestibolo seminterrato di calcestruzzo, che sfrutta i muri di pietra esistenti. Le pareti interne e le suddivisioni dello spazio sono realizzate utilizzando materiali duri e grossolani, tipici di ambienti industriali. Questo elemento aggiuntivo si sviluppa poi in una rampa, creando uno spazio di accesso di grande profondità visiva. Ecco che quindi entrare nella sala espositiva diventa qualcosa di magico, da quando si imbocca il corridoio fino a che improvvisamente ci si ritrova nell’enorme spazio interno di ferro alto 20 metri. Lo spazio interno è semplice e sobrio.
Semplicemente sono stati rimossi alcuni scaldatori, con l’intenzione di sottolineare l’aspetto di “tempio”, piuttosto che quello di uno strumento obsoleto. Si tratta di un caso ideale di flessibilità e spazialità dell’interno, che facilita l’orientamento dei visitatori, anche se paradossalmente appare come una selva di pilastri (ben 50), quasi come se fossero gli oggetti di una scenografia.

I MATERIALI – Con l’avanzare dei lavori di smantellamento della raffineria sono stati recuperati diversi materiali di costruzione: alcune lamiere di grandi dimensioni sono state riutilizzate per creare la porta basculante. Sempre utilizzando le grandi pareti di lamiera si è regolata l’illuminazione naturale, trasformando lo spazio centrale in uno spazio di sensazioni.
Recuperare e riutilizzare alcuni materiali è stato il modo migliore e anche più economico per fare architettura, oltre a progettare responsabilmente ed evitare di produrre rifiuti. L’unicità di questo progetto si trova proprio nel ri-assemblaggio di elementi architettonici esistenti per generare qualcos’altro. La trasformazione di ciò che già esiste in qualcosa di nuovo. I materiali e gli elementi costruttivi utilizzati sono il calcestruzzo e frammenti di lamiera di un vecchio serbatoio simile a quello recuperato, e tubi metallici provenienti dalla demolizione della raffineria. La “pelle” interna del Tanque è stata semplicemente verniciata (dopo la sabbiatura). I requisiti di ventilazione richiesti per la nuova funzione sono stati risolti naturalmente, aumentando l’effetto della circolazione dell’aria tra i fori praticati nella copertura superiore e i tubi presenti nella parte bassa perimetrale: le correnti convettive generate da queste due serie di perforazioni, con la conseguente salita di aria calda, sono sufficienti per il ricambio d’aria all’interno dell’edificio.
ATTIVITÀ E RICONOSCIMENTI – A partire dalla sua inaugurazione, la sala ha accolto un elevato numero di spettacoli musicali, teatrali, audiovisivi, di danza, esposizioni e allestimenti multimediali, molti di questi creati specificatamente per questo spazio, e che hanno dimostrato le enormi possibilità che offre il vecchio deposito di carburante.L’intervento progettuale, semplice e rispettoso, ha ottenuto il Premio Regionale di Architettura “Manuel Oraa y Arocha 1998” (Colegio de Arquitectos), ricevuto per “la sua disposizione eccezionale e ben riuscita delle vie di accesso allo spazio interno”, così come per “l’utilizzo di un luogo dalle caratteristiche uniche”. E’ stato anche selezionato per il premio IBERFAD (Barcellona) nello stesso anno ed è stato premiato –distinto– nella V Biennale di Architettura 1999, organizzata dal Ministero per lo Sviluppo e dal Consiglio Superiore degli Architetti di Spagna. Inoltre sia l’edificio che il suo progetto hanno fatto parlare di sè nel ARCO (Fiera Intenazionale di Arte Contemporanea) dal 1998.
Ci troviamo pertanto davanti alla creazione di un nuovo monumento urbano, con una propria identità, che ospita eventi culturali non convenzionali, dove la multifunzionalità e la specializzazione, due tendenze opposte, si riuniscono, unitamente alla diversità e alla versatilità. Per questi motivi, e per tutti quelli esposti sopra, si converte in una delle opere architettoniche di maggiore impatto e ripercussione della città di Santa Cruz de Tenerife.
Progettisti: Fernando Menis, Felipe Artengo, José Mª Rodríguez-Pastrana Anno di inizio-fine lavori: 1996-1999. Struttura: lamiera d’acciaio e muri in calcestruzzo. El Tanque si trova in prossimità del capolinea degli autobus di Santa Cruz de Tenerife.
a cura di Elena Borioli
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Storia e Cultura delle isole Canarie
articolo pubblicato nel Periodico Vivi Tenerife Febbraio 2015