Ho deciso di pubblicare questa lettera, perché la mia coscienza me lo consente. Antonina Giacobbe
Ci sono momenti in cui si devono prendere decisioni che si prestano facilmente ad interpretazioni di parte. Sono momenti che si ripresentano spesso alle persone che si espongono quotidianamente con il loro lavoro.
Io ho preso una di queste decisioni, volendo pubblicare una lettera che mi è pervenuta dal Console Onorario di Tenerife, Silvio Pelizzolo. Ho deciso di pubblicarla, perché conosco in prima persona la qualità del lavoro che in 15 anni Pelizzolo ha svolto sull’isola di Tenerife, pensando agli inizi, alla mancanza di strutture, alla mancanza di organizzazione, alla necessità di dover creare molte realtà ex novo.
Oggi possiamo dire, che a breve verrà istituita un’Agenzia Consolare, qui a Tenerife. Un servizio in più, un risultato di cui essere contenti. Sarà facile? Tutti i nostri problemi verranno risolti? No. Ma è un ulteriore passo avanti, che riconosce l’importanza di una comunità cresciuta nel tempo, e diventata parte fondamentale del tessuto sociale ed economico dell’arcipelago che ci ospita.
Ho deciso di pubblicare questa lettera, perché so che i servizi consolari italiani presentano problemi strutturali, ovunque nel mondo, e quindi non solo a Tenerife. Volerli attribuire all’operato di una singola persona, come è successo in passato, denota altre intenzioni, ma non certo quelle di migliorare l’organizzazione di una collettività in espatrio.
Ho deciso di pubblicare questa lettera, perché la mia coscienza me lo consente, non avendo mai ricevuto alcun compenso per le innumerevoli iniziative (non commerciali) a cui in questi anni ho partecipato attivamente, sacrificando il mio tempo, e la mia famiglia, per portare il mio contributo alla crescita e all’inclusione della nostra comunità alle Canarie.
Antonina Giacobbe
Direttore del periodico Vivi Tenerife
Lettera indirizzata al Console Onorario Pelizzolo