“PASSEGGIATA PER LE ISTITUZIONI”: questa volta ViviTenerife incontra il sindaco di Granadilla de Abona, Francisco Jaime González Cejas

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Signor Sindaco, cominciamo con la domanda di maggior attualità: quando sono cominciati i primi campionati mondiali di Windsurf?

 

In realtà i primi campionati mondiali si tennero a El Médano alla fine degli anni ’90. Dopodichè, per mancanza di fondi, fummo costretti a sospenderli, perchè il comune di Granadilla de Abona da solo non era in grado di sostenere i costi. Quando invece si è capito che manifestazioni del genere giovano non solo al comune che le ospita, ma all’intera isola di Tenerife, si è ricominciato ad ospitare questa manifestazione, per la gioia di tutti.

VT: Da quanto tempo Lei è sindaco del Comune?

A parte una parentesi che va dal 2007 al 2011, in realtà sono sindaco dal 1991. Questo è il 3. comune più grande dell’isola, comprende costa, monte e “mediania” (territorio situato tra i 600 metri e i 1.500 metri sul livello del mare, ndr). Tra i 14 centri più importanti, sicuramente conoscete Los Abrigos, El Médano, San Isidro.

In realtà, è un territorio molto complesso che cerchiamo di valorizzare nella sua diversità: per quanto riguarda la “mediania”, cerchiamo di promuovere la produzione e la vendita di prodotti tipici, a Granadilla è presente infatti l’unico mulino di Gofio dell’isola; siamo l’unico comune a sostenere la coltivazione con jable (un minerale di pietra vulcanica leggera, che si utilizza nell’agricoltura del sud dell’isola, come fertilizzante a lenta diffusione, ndr), sosteniamo il turismo rurale, che valorizza i nostri paesaggi, e siamo naturalmente anche il primo comune spagnolo ad aver ottenuto la certificazione Starlight (certificazione per la promozione delle rotte di Astroturismo, ndr).

Per quanto riguarda la costa, è importante far sapere che il nostro comune è l’unico nell’isola ad avere spiagge naturali, come El Médano, La Tejita, circondati da un paesaggio assolutamente incontaminato, che offre quindi un’alternativa al classico turismo di massa.

VT: Parlando di prodotti locali, cosa ci racconta del mercato del pesce, inaugurato a Los Abrigos lo scorso anno?

Siamo riusciti a creare l’unico mercato del pesce al sud, con materia prima pescata direttamente da imbarcazioni locali: vogliamo infatti promuovere l’attività della pesca come vecchia tradizione di famiglia. Effettivamente, la pescheria non si conosce ancora come dovrebbe essere, ed è un vero peccato, anche perché, rispetto ad alcuni chioschetti di vendita pesce nei quartieri limitrofi, possiamo dire che il mercato di Los Abrigos è l’unico a seguire determinate direttive e a poter certificare la vendita di pesce fresco e locale.

In ogni caso, per tutti i nostri prodotti locali, dalla mediania alla costa, cerchiamo sempre di mantenere la politica di sostegno ai nostri produttori, motivo per cui, per es. nei nostri mercati ortofrutticoli le postazioni di vendita vengono messe a disposizione gratuitamente (si pensi per esempio al mercadillo di San Isidro).

VT: Signor Sindaco, non possiamo non parlare del Porto di Granadilla, un tema molto polemico, e ci piacerebbe comprenderne le ragioni.

Il Porto di Granadilla è installato dal 1991. La sua esistenza è di vitale importanza per complementare il Porto di Santa Cruz, che non è adatto per le grandi navi. Il nostro invece si affaccia su acque profonde ed è quindi in grado di ricevere grandi imbarcazioni.

Diventa anche fondamentale per l’installazione di impianti di gas: ciò implicherebbe infatti un risparmio per aziende e grandi alberghi del 30% sull’attuale consumo di elettricità.

Bisogna inoltre pensare a quali possibilità di lavoro per l’isola implica una zona dove, nel raggio di 6 Km, esistono un porto, un poligono industriale e un’aeroporto.

Sono state dette tante cose contro il porto, e ci terrei a fare alcune precisazioni: siamo in grado di rispettare i valori stabiliti dal protocollo di Kyoto, per cui le emissioni di CO2 sono pari a zero. Il porto di Granadilla è il più studiato d’Europa e rispetta tutte le normative UE in materia di rispetto ambientale, secondo gli standard più rigorosi e moderni esistenti in materia. Inoltre, non danneggia il turismo, perché lontano dalle spiagge frequentate dai bagnanti.

Si prevede che il porto sia operativo nel 2016, e al momento ci sono già diverse imprese internazionali per la trasformazione di materiali (VT: dalla Sardegna sono stati investiti sul Porto 20 milioni di Euro). Sarà il porto del triangolo tra Sudamerica, Europa, Africa.

Ma ci piacerebbe anche che diventasse il porto della FAO, anche per cercare di marginare la sanguinosa emigrazione verso l’Europa. Noi rappresentiamo l’ultima frontiera del nostro continente, e giochiamo un ruolo primario nelle politiche rivolte agli arcipelaghi dell’Atlantico che formano la Macaronesia. Dobbiamo quindi avere un ruolo di mediazione con l’Africa, e appoggiare il Sudamerica.

Non dimentichiamo poi l’ITER, dove si trova il sesto computer più potente del mondo. Sono inoltre previsti lavori per l’estensione di un cavo sottomarino fino a San Paolo, e non sarà più necessario passare per Londra o New York. Grazie alla ricerca e alle nuove tecnologie, cerchiamo, anche se con grosso ritardo, di marginare il grosso dramma creato dalla disoccupazione. L’economia si basava solo sull’edilizia, motivo che ci spinge ora a cercare altre vie per creare occupazione.

Insomma, siamo fiduciosi che Granadilla diventi presto la piattaforma strategica di Tenerife.

VT: Ci può fornire qualche dato sulla realtà della comunità italiana a Granadilla de Abona?

I dati del 2012 parlano di 1.592 residenti, ovvero la seconda comunità di stranieri dopo quella inglese. Per l’esattezza, 931 uomini e 661 donne, motivo per cui, scherzando, ci piace pensare che si potrebbe combinare qualche matrimonio tra gli italiani e le canarie! Scherzi a parte: l’afflusso demografico, come del resto in tutto il sud dell’isola, ha visto numeri impressionanti negli ultimi decenni. Grazie però ai fondi che gli anni d’oro della nostra edilizia hanno reso disponibili, siamo stati in grado di adattare servizi e infrastrutture all’aumento della popolazione (da 15.00 residenti a fine anni ’90 agli attuali 50.000). Non nego che non ci siano stati problemi, soprattutto quando la crisi ha colpito l’occupazione e i Canari hanno visto arrivare persone con diverse ed altre professionalità ad occupare posti di lavoro.

Ma quell’incredibile laboratorio di integrazione e convivenza che è la scuola, rappresenta ormai senza dubbio un’istituzione di enorme importanza. Non dimentichiamo infatti che nel nostro Comune convivono persone provenienti da 162 diverse nazionalità.

Ma non dimentichiamo nemmeno che, il fatto di essere un’isola, ci predispone da sempre al confronto e all’accoglienza di altri popoli.

VT: Signor Sindaco, ci piacerebbe concludere quest’intervista soddisfacendo una nostra curiosità: che significato ha la parola “Granadilla”?

Si chiama Granadilla un piccolo fiore tipico delle nostre zone, ma a me piace ricordare la leggenda che da il nome alla nostra città. Si dice che all’epoca della “Conquista” di Tenerife da parte della Corona Spagnola, i soldati di origine andalusa, nei periodi di neve, guardando dalla costa verso monte, si ricordassero della loro Sierra Morena (nord di Granada, in Andalusia, ndr). Pensando quindi ad una piccola Granada, battezzarono la nostra città con il nome di “Granadilla”.

F.P. dalla redazione

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