Se vuoi boicottare, comincia dalla tua ipocrisia. I piccoli imprenditori che sono impegnati a rifarsi una vita alle Canarie, hanno rischiato molto. E molti hanno rischiato tutto Questi tempi, indefinibili, ognuno li vive come crede, più spesso come può. Fuori dagli ospedali, il disagio da pandemia colpisce sotto altre forme. Gli “schieramenti” in merito al vaccino sono ormai consolidati. Insistere per convincere l’altra parte, lascia ormai il tempo che trova, soprattutto in un mondo saturo di informazioni: talmente dettagliate, che non si è in grado di distinguere ciò che sembra vero da ciò che, apparentemente, non lo è. La pandemia ha creato anche un solco, o forse sarebbe meglio dire, ne ha acuito uno già esistente.
Quello tra chi, negli ultimi venti mesi, ha comunque usufruito di entrate economiche garantite, e chi, invece, no. Tra questi ultimi, ci sono i piccoli imprenditori. Quelli che 5 scontrini in più o in meno, a fine mese, possono fare la differenza. Questi imprenditori non sono protetti da grosse aziende, non vengono ricevuti al tavolo delle trattative dal ministro di turno. Non hanno delegazioni a rappresentarli. Magari non hanno neanche un supporto economico dalla famiglia. Questi imprenditori, paradossalmente, sono tra le categorie più tolleranti che esistano. Loro non giudicano. A loro serve che tu compri, che tu entri e consumi. Quando ero giovane e incazzata, pensavo fossero dei venduti, gente che non aveva morale, che non prendeva mai posizione, pensava solo ai soldi: “ignobili”, credevo.
Tutto era molto chiaro, perché i soldi per me li guadagnava qualcun altro, e perché ancora non capivo che nella vita c’è chi si diletta a far la rivoluzione (i grandi rivoluzionari hanno sempre avuto genitori facoltosi), e c’è chi lavora. Oggi, per come la vita e gli anni mi hanno cambiato, amo i piccoli imprenditori. Loro non giudicano, loro non militano, loro non difendono valori, loro non promuovono campagne benefiche, non vanno in piazza, non lanciano proclami, non fanno la rivoluzione, non si sentono in colpa se il pianeta muore. I piccoli imprenditori, la rivoluzione, semplicemente non se la possono permettere. Se un cliente si lamenta, sanno che devono rimediare, e metterci la faccia, se vogliono continuare a tenere aperta l’attività. La piccola imprenditoria è quanto di più vicino alle leggi della biologia ci sia rimasto, in una società decadente e artefatta come la nostra.
Lo stipendio fisso, invece, è la grande utopia dei tempi moderni. Perché la vita non è uno stipendio fisso, ma un’impresa che dura la vita stessa. I piccoli imprenditori che sono impegnati a rifarsi una vita alle Canarie, hanno rischiato molto. E molti hanno rischiato tutto. Credono nelle misure imposte dal Governo? Per loro è irrilevante. Lo è invece sopravvivere economicamente. Pensano che sia giusto imporre il green pass (tra l’altro facoltativo)? Per loro è irrilevante. Sono contenti di dover controllare i clienti, per vedere se hanno il green pass oppure no? No. Ma contestare le decisioni del Governo è un lusso che non possono permettersi. Dopo due anni passati con il “motore al minimo, se non addirittura spento”, anche rischiare di pagare una multa può equivalere all’incasso di un mese, se non alla chiusura stessa dell’attività. Chi è imprenditore, queste cose, dovrebbe comprenderle. Chi rischia in prima persona, sa. Chi, al massimo, può vedersi bloccare un account su FB, forse, non capisce. E la cosa più grottesca è che, se chi non capisce, magari decide di boicottare quei locali che richiedono il green pass, non tiene a mente che questo suo “grandioso atto di coerenza”, al governo di turno, non frega una beata mazza. Antonina Giacobbe Cosa vuol dire essere una persona ipocrita. Il comportamento dell’ipocrita è come la raffica di un fucile che sparge i suoi colpi a 360 gradi.