Le Canarie perdono 36 voli giornalieri e 40 rotte dopo l’addio di Ryanair

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Le Canarie perdono 36 voli giornalieri e 40 rotte dopo l’addio di Ryanair

Da ieri sono operativi solo gli aerei delle altre basi europee, mentre 300 lavoratori si trovano in una situazione di impasse: senza lavoro né possibilità di chiedere il sussidio di disoccupazione.

Finalmente la Ryanair ha reso effettivo il piano di chiusura delle basi canarie. I nove aerei che stazionavano nell’arcipelago delle Canarie e che consentivano l’operatività di 36 voli giornalieri per una quarantina di rotte hanno lasciato le isole, diretti ad altri aeroporti, creando un vuoto aereo quantificabile in circa 7.000 posti giornalieri, 204.000 al mese.

Le rotte dirette che collegavano Gran Canaria, Tenerife e Lanzarote con destinazioni come Vitoria, Milano, Cracovia e Oslo, sono andate perse.

Con l’addio della Ryanair non solo si danneggiano i collegamenti delle isole, che dovrebbero però migliorare con gli investimenti della compagnia Jet2, ma ci sono anche 300 lavoratori che sono rimasti in una specie di “limbo legale”. Ryanair ha notificato loro il licenziamento alle 17.00 via burofax ma ieri erano ancora registrati presso la Seguridad Social, motivo che impedisce l’avvio della pratica di disoccupazione nei termini previsti pari a 15 giorni solari.

I lavoratori risultano licenziati da ieri, quando hanno dovuto consegnare presso la base credenziali, uniforme, e i terminal delle vendite, ma non possono richiedere ufficialmente la disoccupazione per cominciare a riscuoterla perché la Ryanair non ha ancora mandato disdetta alla Seguridad Social.

“Ci troviamo in un limbo. Senza lavoro e senza poter riscuotere il sussidio di disoccupazione. Al caos si aggiunge l’incertezza su come si risolverà la situazione”: queste le parole di Jairo Gonzalo, segretario dell’organizzazione della sezione sindacale di USO presso la Ryanair e uno degli steward di cabina appena licenziati.

Come segnalato da Gonzalo, la Ryanair ha consegnato ieri l’indennità per il licenziamento, ma senza liquidazione, che si prevede venga inserita nella busta paga a fine mese. Ha anche proseguito, confermando che “la mancanza di informazioni e il caos a cui la Ryanair ci ha abituati continua a ripetersi”. Una situazione che provoca sconcerto, soprattutto tra i colleghi stranieri, che non conoscono la legislazione spagnola in materia lavorativa.

Ryanair ha lasciato le Canarie, ma non Girona. Anche la base catalana doveva essere chiusa l’8 gennaio, ma i cambiamenti introdotti e la mediazione del Governo Regionale hanno evitato la chiusura.

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