50 anni di xenofobia in Svizzera. Quando gli italiani erano gli stranieri poco graditi

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50 anni di xenofobia in Svizzera. Quando gli italiani erano gli stranieri poco graditi

“Sono trascorsi 50 anni dalla votazione popolare in Svizzera sull’iniziativa popolare “L’inforestierimento” proposta dall’allora movimento politico “Azione nazionale” rappresentato nel parlamento nazionale dall’unico esponente “James Schwarzenbach”, l’antesignano dei successivi movimenti xenofobi europei. Allora in Svizzera vivevano oltre 600.000 italiani, gli stranieri contro i quali era stato indetto il referendum, che ambiva a modificare ed inserire nella Costituzione il tetto massimo del 10% della presenza di stranieri. A mezzo secolo di distanza notiamo come quel risultato abbia cambiato la cultura e la vita della Svizzera”.

Con queste parole il Segretario Generale del CGIE, Michele Schiavone, è intervenuto durante l’evento di ieri organizzato dall’Associazione Fabbrica di Zurigo, in collaborazione con il sindacato Unia, l’Istituto ECAP Svizzera e altre organizzazioni migranti in territorio elvetico, a 50 anni del referendum anti-stranieri e xenofobo uscito sconfitto in Svizzera il 7 giungo 1970.

Durante l’evento, dal titolo “Da James Schwarzenbach all’iniziativa Udc del 27 settembre 2020” si è potuto discutere sulle resistenze migranti e sulla lotta contro il razzismo, in un’iniziativa che ha fatto parte della campagna contro l’abolizione dell’accordo di libera circolazione tra Svizzera e UE, che si voterà a settembre di quest’anno.

Rispetto al razzismo subito dagli italiani 50 anni fa in Svizzera, il Segretario del CGIE ha detto: “Allora osteggiati, derisi e umiliati, oggi classe dirigente e forze vive di un Paese che respira e esprime l’italianità come elemento o tratti distintivi della sua modernità. I nostri genitori, i miei coetanei in quegli anni hanno vissuto storie diventate STORIA della Svizzera; a loro va la nostra riconoscenza. Un gesto, una parola da parte del governo svizzero sarebbe stato utile a chiudere definitivamente quella parentesi.

In veste di segretario generale del Consiglio Generale degli italiani all’estero esprimo la gratitudine del CGIE e la mia personale a tutte le famiglie di stranieri, che agli inizi della seconda metà del secolo scorso con grandi sacrifici hanno resistito a forme discriminatorie ed alla negazione dei diritti fondamentali e civili.
Riconoscenza anche a quella parte di intellettuali, operai e famiglie cristiane, che da sempre hanno voluto costruire una Svizzera dal volto umano, per superare i pregiudizi e soprattutto soffocare i sentimenti di xenofobia e razzismo.
Il secolo breve ha incarnato anche questi fenomeni, che purtroppo sono ancor lontani da essere sradicati. Quanto sta succedendo in questi giorni negli Stati Uniti rafforza l’obbligo a non abbassare la guardia per contrastare il fenomeno dei primatisti e dell’odio razziale.
Il prima i nostri è il riflesso abominevole di una società che ha perso la sua anima e la propria Weltanschaung.

Qui di seguito il testo dell’iniziativa popolare del 7 giugno 1970 al quale partecipò il 74% degli aventi diritti e fu bocciato con il risultato del 54% al 46%.
L’iniziativa aveva il seguente tenore:
I
Alla Costituzione federale del 29 maggio 1874 è fatta la seguente aggiunta:
Art. 69quater
La Confederazione prende provvedimenti per lottare contro l’inforestierimento demografico ed economico della Svizzera;il Consiglio federale provvede affinché il numero degli stranieri in ogni Cantone, eccettuato Ginevra, non ecceda il 10 per cento dei cittadini svizzeri, secondo l’ultimo censimento della popolazione. Per il Cantone di Ginevra, l’aliquota è del 25 per cento;sono esclusi dal numero degli stranieri di cui in I b e non sono pertanto toccati dai provvedimenti di lotta contro l’inforestierimento: gli stagionali (non dimoranti annualmente, senza familiari, più di 9 mesi in Svizzera), i frontalieri, gli studenti universitari, i turisti, i funzionari di organizzazioni internazionali, i membri di rappresentanze diplomatiche e consolari, gli scienziati ed artisti qualificati, i beneficiari di rendite per la vecchiaia, i malati o convalescenti, il personale di cura ed ospedaliero e quello d’organizzazioni internazionali filantropiche o ecclesiastiche;il Consiglio federale provvede affinché nessun cittadino svizzero possa essere licenziato, per motivi di razionalizzazione o a cagione di provvedimenti restrittivi, fintanto che nella stessa azienda e nella stessa categoria professionale, siano occupati degli stranieri;come unico provvedimento di lotta contro l’inforestierimento mediante la naturalizzazione agevolata, il Consiglio federale può stabilire che il figlio nato da padre straniero sia cittadino svizzero fin dalla nascita quando la madre sia stata cittadina svizzera per origine e i genitori abbiano il loro domicilio nella Svizzera al tempo della nascita del figlio (cfr. art. 44,3).
II
L’articolo 69 quater della Costituzione federale entra in vigore non appena l’Assemblea federale ne abbia accertata l’approvazione da parte del popolo e dei Cantoni;Il provvedimento secondo Ib: La riduzione deve essere eseguita entro 4 anni dal giorno in cui l’approvazione del suddetto articolo sia stata accertata dall’Assemblea federale”. (aise) 

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