Canarie. L’aumento della popolazione mette in tensione il mercato del lavoro, le infrastrutture e il peso sull’ambiente
Canarie. L’aumento della popolazione grazie all’arrivo degli stranieri, soprattutto europei, mette in tensione il mercato del lavoro, le infrastrutture e il peso sull’ambiente Il Vice-Presidente delle Canarie ed Assessore alle Finanze (Consejero de Hacienda, Presupuestos y Asuntos Europeos), Román Rodríguez, ritiene che l’aumento smisurato della popolazione comprometta la ripresa sociale ed economica delle Isole Canarie. A suo giudizio, rende difficile l’assorbimento del mercato del lavoro, nonostante i dati storici registrati dalla Seguridad Social (la Previdenza sociale spagnola); sottopone a situazioni di stress le infrastrutture esistenti – strade, abitazioni, strutture ospedaliere o educative, impianti di dissalazione o trattamento rifiuti – moltiplica i problemi di trasporto terrestre ed aumenta la richiesta di fornitura elettrica, lo sfruttamento del suolo e il consumo dell’acqua. Insomma, rappresenta una minaccia per l’ambiente.
Rodríguez ricorda che le Isole Canarie hanno sperimentato un aumento della popolazione superiore del 30% rispetto all’andamento del secolo, aumentando di oltre mezzo milione il numero di abitanti. Se prendiamo come riferimento l’anno 1990, la popolazione delle Isole Canarie ha registrato un aumento del 52%, rispetto al 2,9% dei Paesi Baschi e al 22,1% della media nazionale.
Da questo aumento demografico delle Isole Canarie (530.000 abitanti in più in appena due decenni), solo una parte – circa 70.000 – corrisponde alla crescita naturale (numero di nascite meno il numero di decessi). Il resto, circa 460.000, sono persone arrivate da altre parti del mondo, fondamentalmente da altre regioni della Spagna e dall’Unione Europea, circostanza molto rilevante per la retorica xenofoba. Dell’attuale popolazione straniera nelle Isole Canarie, il 53,28% proviene da Stati dell’Unione Europea (soprattutto, e in ordine, italiani, inglesi e tedeschi), rispetto al 25,77% dell’America e al 10,23% dell’Africa, percentuali che smentiscono i pregiudizi.
Più in concreto, l’aumento dei residenti nell’arcipelago si deve, soprattutto nell’ultimo anno, alla popolazione straniera, visto che il saldo naturale (nascite rispetto a decessi) è negativo. Dei 2.252.565 abitanti, 287.488 (il 13%) sono stranieri. Il Vice-Presidente del Governo ha sottolineato che la progressione non è lineare in tutte le isole. Rispetto ai processi di superpopolazione nelle isole di Gran Canaria e specialmente Tenerife, si trova l’aumento eccezionale a Fuerteventura e Lanzarote, dove la popolazione autoctona comincia ad essere minoritaria. A La Palma, El Hierro e La Gomera, la popolazione è stabile o addirittura in diminuzione, come risposta specifica e adeguata alle differenti realtà.
“Un processo demografico fuori controllo provoca distorsioni che obbligano ad un esercizio di studio, rigore ed efficienza, in cui si deve partire dalla premessa che parlare di popolamento, è parlare di un modello economico. Questa è l’unica maniera di controllare la demografia”. Aggiunge poi: “deve essere fondamentale, sul serio, il ruolo della commissione di uno studio sulla sfida demografica costituita dal Parlamento canario”. In questo studio si evince che “la pressione della popolazione rispetto al territorio nelle Isole Canarie assume un carattere speciale. Le isole non sopportano la stessa capacità che i territori continentali, soprattutto le isole più lontane”. Già alla fine del XX secolo e all’inizio del XXI, coloro che si trasferivano nelle isole erano prevalentemente gente giovane, con figli piccoli. Questo supponeva un maggior peso del gruppo potenzialmente attivo professionalmente sull’insieme della popolazione.