Cedere le Isole Baleari o le Canarie a Mussolini per non farlo alleare con Franco

0

Cedere le Isole Baleari o le Canarie a Mussolini per non farlo alleare con Franco: il folle piano della Repubblica spagnola

Una ricerca dello storico e giornalista Manuel Aguilera rivela questo episodio sconosciuto della “Guerra Civil” spagnola. La manovra diplomatica più rischiosa della “Segunda República”, durante la guerra civile spagnola, vide la luce nel gennaio del 1937, con un dispaccio dell’Ambasciatore e veterano socialista Luis Araquistáin. Scrisse una lettera a Francisco Largo Caballero, allora Presidente del Governo, per illustrare come Mussolini e Hitler non avrebbero più appoggiato Franco, non tanto per ragioni ideologiche, ma per interessi economici e mire espansionistiche. Il Diplomatico credeva che i dittatori fascisti avrebbero smesso di sostenere militarmente i “sub-alleati” in cambio di un pezzo di territorio spagnolo. “Bisogna comprare il non-interventismo in Spagna”, spiegava.

Oro di Mussolini copertina

La cosiddetta “Operazione Schulmeister” (ispirata al nome di una famosa spia di Napoleone),ricevette semaforo verde il 9 di marzo. Araquistáin prese contatto con il suo omologo italiano a Londra, Dino Grandi, per organizzare un incontro con due agenti di loro fiducia. Tre erano le condizioni imposte dal Duce per accettare l’offerta della Repubblica: recuperare i 100 Milioni di Dollari investiti nell’impresa, ottenere determinati benefici commerciali e un piano di occupazione delle Baleari, con una colonia di 100.000 italiani, che prevedeva la cessione di Maiorca come base aerea. I documenti che accreditano questa negoziazione e diversi altri incontri, sono stati ritrovati nel 2005, in un archivio della University of Stanford, dallo storico e giornalista Manuel Aguilera.

Le circa 100 pagine che testimoniano la volontà repubblicana di cedere territori al Fascismo per determinare la neutralità delle potenze in gioco, era in realtà una copia degli originali che si conservano nell’Archivo Histórico Nacional. Ciò che chiama l’attenzione è queste relazioni erano state menzionate precedentemente solo nel libro di Javier Tusell, pubblicato nel 1983 “Luis Araquistáin. Sobre la guerra civil y la emigración”, mentre Ángel Viñas ne avrebbe riprodotto una piccola parte ne “El escudo de la República” (2007). Da qui, Aguilera inizia una ricerca durata quasi due decenni negli archivi degli Stati Uniti, Regno Unito, Italia, e Spagna, culminata adesso con la pubblicazione di El oro de Mussolini” (Arzaliza).

Mappa Italiana di La Albufera.

Un libro breve, in grado comunque di svelare uno degli ultimi episodi sconosciuti della Guerra Civil, come le ambizioni territoriali di Mussolini nelle Isole Baleari, con cui cercava di assicurarsi un vantaggio strategico nel Mediterraneo Occidentale, in vista di una futura guerra contro la Francia.

Finca de La Albufera: la situazione della Repubblica era talmente disperata che si cercò di stipulare un accordo simile con la Germania nazista, interessata alla produzione agricola e alle mine di ferro. Prova ne è la confessione di Federica Montseny, ex-Ministro della Salute nel Governo anarchico, in una lettera inviata il 31 maggio del 1950 allo storico Burnett Bolloten, rimasta dimenticata negli archivi dell’Università americana.

Nella missiva, nella quale allertava sul pericolo di raccontare troppo presto tutta la storia, riconobbe che il suo Governo, durante la riunione del Consiglio dei Ministri, aveva avviato un dialogo con lo stesso Hitler, promettendogli le Baleari o le Canarie, se avesse smesso di sostenere Franco.

I contatti con il Führer vennero tenuti da Araquistáin e dal suo agente, due volte, a marzo e ad aprile del 1937, attraverso il Direttore della Reichsbank, Hjalmar Schacht.nUn terzo incontro sarebbe avvenuto a Strasburgo poco prima della strage di Guernica. Hitler inviò un agente chiamato Gruber, che mostrò un documento ufficiale al Governo di Largo Caballero per sapere se la proposta formulata avesse un solido fondamento. Ma le trattative si arenarono, visto che Schulmeister, il nome in codice dell’agente spagnolo, non poteva certo consegnare prove che avrebbero compromesso l’impegno antifascista della Repubblica.

Perché questi folli piani fallirono? “Nel maggio del 1937 la guerra era troppo avanzata per arrivare ad un accordo”, come spiega Aguilera, ricordando anche il cambio dell’esecutivo repubblicano, presieduto adesso da Juan Negrín e con un nuovo Ambasciatore a Parigi: Ángel Ossorio. “Inoltre, c’era stata la battaglia di Guadalajara, che ferì profondamente l’orgoglio di Mussolini, seguita dalla strage di Guernica, e poi si stavano intensificando i bombardamenti su Barcellona e Valencia, a cui partecipava l’aviazione italiana”.

Le Baleari facevano parte del “sogno imperiale” di Mussolini. Il giornalista e storico dedica vari capitoli del suo libro all’aumento della presenza e all’influenza culturale italiana nelle isole, per esempio attraverso oscuri personaggi come Arconovaldo Bonaccorsi, più conosciuto come il Conte Aldo Rossi, sanguinario squadrista italiano che voleva convertire Maiorca in un laboratorio fascista.

relazione sulle condizioni poste dagli italiani

I documenti rivelano che il maggior controllo politico della zona si registrò all’inizio della contesa e andarono scemando nel 1937, optando per una “furtiva penetrazione economica e sociale”, per evitare le operazioni di intelligence britannica. La maggior prova di questa strategia di colonizzazione è costituita dall’acquisto, nel maggio del 1938, avvenuto segretamente attraverso il Ministerio de Hacienda, della terza azienda agricola più grande di Maiorca, La Albufera y Son Sant Martí, per cinque Milioni di Pesetas dell’epoca. Per aggirare una legge che impediva agli stranieri di acquistare terreni nella costa senza espressa autorizzazione militare, Mussolini usò la sua spia Carlo de Re per creare un’azienda fantasma, Celulosa Hispánica, con prestanome maiorchini. Il suo obiettivo era quello di creare un “Centro di italianità” che negli anni sarebbe cresciuto. Arrivò a controllare cinque kilometri di costa, ma lo scoppio della II Guerra Mondiale rovinò i suoi piani.

La ricerca di Manuel Aguilera ha consentito di rivelare “la storia di un inganno, di un segreto protetto con la menzogna e con l’eliminazione di documenti”, soprattutto da parte italiana, che non ha mai riconosciuto la versione dell’”Operazione Schulmeister”: se mai sono esistiti documenti, sono stati sistematicamente distrutti. “Né gli storici romani né io siamo riusciti a trovare alcuna traccia negli archivi romani”, spiega l’autore. Altri pezzi del puzzle che non si sono riusciti ad incastrare riguardano l’identità della spia di Mussolini che partecipò all’”Operazione Schulmeister”, e il misterioso numero di italiani che si stabilirono nell’arcipelago al termine della Guerra civil, acquistando delle proprietà con il beneplacito di Franco. A questo proposito, ci attende una nuova indagine.

Autore: David Barreira (Foto copertina: bombardieri Savoia Marchetti 81 nella base di Son Sant Juan 1938)

©Riproduzione riservata

Notizie canarie – Articolo liberamente tradotto dalla redazione

celebrazione della presa di Santander con bandiera italiana

6 giugno 2022

Articolo liberamente tradotto dalla redazione

Visita il nostro Magazine

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui