Il tempo medio di attesa per un’operazione nell’arcipelago è di 153 giorni
Improponibili tempi di attesa per una operazione chirurgica. La Federación de Asociaciones en Defensa de la Sanidad Pública (FADSP), ha insistito su un pronto intervento da adottare, attraverso misure consone, in merito agli improponibili tempi di attesa per una operazione chirurgica, gestita dalla Sanidad Pública, ai quali i cittadini canari sono costretti a conformarsi.
Effettivamente 153 giorni, ovvero 5 mesi in media di attesa, sono, a dir poco, inaccettabili, considerando che si sta parlando di salute; inoltre i suddetti giorni, risultano essere un mese e mezzo in più, rispetto al resto del Paese che ne consta 122. Tenendo presente il rapporto di comparazione tra comunità autonome, che il Ministerio de Sanidad ha pubblicato lunedì, le Isole Canarie sono al di sotto della media come numero di pazienti in lista d’attesa, in termini comparativi (17,30 contro 17,55 per mille abitanti).
La Traumatología, purtroppo, risulta la più colpita in merito, con un accumulo totale di pazienti in lista d’attesa chirurgica di ben 198.888, seguita dalla Oftalmología (176.269) e dalla Cirugía General y de Digestivo, con 146.192. Le comunità che detengono la più elevata percentuale di pazienti in lista d’attesa da oltre sei mesi sono: Canarie (26%), Andalusia (25%), Extremadura (24,8%) e Cantabria (24,1%), oltre alla città autonoma di Ceuta (25,1%). Oltretutto, secondo i dati sanitari, da gennaio a giugno 2023, sono stati eseguiti 108.037 operazioni chirurgiche in meno, rispetto al primo periodo del 2019; ciò sta a significare che l’attività prepandemica non è stata riscattata.
La relazione della Sanidad sottolinea che il 17,4% degli interventi chirurgici nella Sanidad Pública, superano le attese di oltre sei mesi. Per la Cirugía Plástica il 35,7% ha ritardi medi di 225 giorni, mentre una percentuale simile accumula ritardi di 192 giorni in Neurocirugía; seguita dalla Traumatología, nella quale il 23% degli interventi richiedono in media 133 giorni.
Detto questo “affinchè possa essere garantito il diritto costituzionale alla protezione della salute”, ribadisce la Federación de Asociaciones en Defensa de la Sanidad Pública, confidiamo che il nuovo Gobierno, che ha incluso il miglioramento delle liste d’attesa tra le sue proposte, si ponga con coscienza di fronte a questo increscioso problema che, di certo, non genera una benchè minima serenità in coloro che, oltretutto, in casi più o meno gravi, si vivono la malattia come una spada di Damocle sulla testa.
