Un pittore a Tenerife. Perché un affermato pittore, noto nella sua città, apprezzato per le sue tele e tavole ad olio, per i suoi acquerelli, per le sue figure realizzate in sanguigna, un giorno decide di andare a vivere a Tenerife, nell’arcipelago delle Isole Canarie. E’ una bella domanda ed è altrettanto difficile rispondere.
Sicuramente ad una certa età, ormai si stanno approssimando i 70, in Torino, città ove ha avuto i natali il pittore, la vita si fa sempre più difficile.
Il traffico stradale aumenta ogni giorno di più, di conseguenza l’aria diventa sempre più irrespirabile, il così detto stress da metropoli si fa sentire.
Per contro come si può lasciare Torino che è una città bellissima; contrariamente all’idea di una urbanizzazione costituita da un ammasso di dormitori creati per soddisfare le esigenze industriali della città, Torino offre al visitatore una struttura architettonica di grande valore, i lunghi corsi alberati, i giardini, i parchi, i tre fiumi che l’attraversano, la collina, la catena delle Alpi creano una scenografia dalla quale, se si possiede uno spirito artistico, difficilmente ci si può allontanare.
Ma di chi stiamo scrivendo?
Claudio Sanviti è il pittore che con una scelta di vita, che quasi potremmo definire azzardata,un giorno decide di lasciarsi alle spalle una sua storia, un trascorso artistico culturale molto importante.
Quante mostre personali, quante mostre collettive, quanti incontri nel tessuto artistico culturale della città; quanti confronti con i colleghi della Società Promotrice delle Belle Arti, con i colleghi del Gruppo Amici dell’Arte; quante discussioni con i critici circa arte-antiarte, sulla opportunità di evolversi cercando o seguendo nuove correnti oppure continuare a lavorare con uno stile accademico che ancora si affaccia sull’ormai desueto tratto dell’ottocento piemontese, della scapigliatura lombarda, dei macchiaioli, cromaticità e segni che molti esperti considerano anacronistici, ossia fuori dal tempo, da abbandonare.
La decisione presa di andare a vivere a Tenerife comporta dimenticare tutto questo, significa chiudere lo studio, potrebbe anche significare a malincuore l’abbandono dell’attività artistica, l’abbandono del dipingere e disegnare che, in modo così tanto profondo, si è radicato nel suo animo, plasmandone una sensibilità per il bello, pittoricamente parlando, che si alimentava ogni giorno di più.
Ormai è fatta! La decisione è presa, si va a vivere al sud di un’isola dove il clima, definito da molti, è il migliore al mondo.
Bene cosa si può volere di più, tanto sole, tanto mare, aria ottima da respirare a pieni polmoni senza avvertire quel fastidio portato dalle polveri sottili tanto indesiderate.
Però, possibile che solo l’ottimo clima abbia così profondamente influito su una decisione tanto importante.
E’ probabile che qualche altro interesse abbia pesato sulla scelta.
Allora scopriamo che Claudio Sanviti, il pittore del quale scriviamo, nutre un profondo sentimento affettivo nei confronti dell’unico nipotino, che guarda caso vive nel sud di Tenerife.
Così lontano da Torino.
Abbiamo capito tutto; si può rinunciare a quanto ti appartiene per essere vicino al proprio nipotino.
Giunto e sistematosi a Tenerife, dopo poco tempo comincia a ripensare alla sua pittura.
Chi ha vissuto per quarantacinque anni davanti al cavalletto, con pennelli e tavolozza pronti all’uso, non può guardare un paesaggio senza avere la tentazione di posare le immagini sulla tela.
Certo non è facile ricominciare senza avere a disposizione l’attrezzatissimo studio, la luce zenitale corretta e soprattutto il giusto stimolo che si finalizzava nell’esposizione dei lavori.
Occorre quindi non solo riprendere a dipingere, occorre trovare nuovi soggetti, assimilare la giusta atmosfera che da sempre è parte integrante e fondamentale di un quadro e poi percorrere anche le giuste strade per arrivare ad appendere le opere realizzate.
Claudio ha un temperamento schivo, poco intrigante, poco atto ad esporsi, soprattutto per lui non è facile presentarsi come un esordiente dopo tanti anni di esperienza.
La prima opportunità gli viene offerta dal Centro Culturale dell’Ayuntamiento di Adeje, la Sala è piuttosto ampia, può ospitare molte opere, quindi risulta valida l’idea di allestire la personale a carattere antologico.
Alle opere recenti realizzate in Tenerife vengono accostati i lavori appartenenti alla collezione della famiglia del pittore, che esprimono un percorso relativo ai suoi cinquant’anni di attività. Come sul dirsi ” il ghiaccio è rotto”.
Dopo la Sala di Adeje, le opere di Claudio Sanviti si sono viste nella Galleria Exilus in Los Abrigos e per tutto il mese di novembre, appena trascorso, abbiamo apprezzato i classici, “morbidi” acquerelli esposti nella Saletta Espositiva del Circolo Culturale Asturiano a Playa Paraíso.
Per il domani é già stata programmata e confermata -dal 1º al 22 marzo 2013-una nuova personale presso la Sala Espositiva “El Aljibe” a San Miguel de Abona.
L’impressione che ne deriva è che Claudio Sanviti abbia ripreso con attenzione, sensibilità e con le migliori intenzioni la sua amata attività.