RUBRICA – Chiunque, ovunque: voci italiane
I post-testimonianza degli Italiani nel mondo.
L’universo social è composto da milioni di Italiani che, in Madre Patria come all’estero, si cercano, scrivono, leggono, stringono amicizie virtuali, si scambiano informazioni circa le loro nazioni di residenza, tengono a non interrompere il loro legame con l’Italia, discutono, si sfogano, ridono, si raccontano.
Questa rubrica, a cura di Cinzia Panzettini, vuole essere uno sguardo “social” sui nostri connazionali a tutto tondo: senza confini geografici e senza distinzione di età e di sesso.
Cerchiamo i vostri post e non importa se ci colpiranno descrivendo un’atmosfera, un momento pubblico o privato, una protesta, una riflessione.
Cerchiamo la fantasia, la creatività, l’umorismo, la dolcezza e persino la nostalgia italiane.
Chiunque siate, ovunque siate, vi aspettiamo qui.
Per segnalare post a vostro avviso meritevoli, inviate i link e un brevissimo commento a info@vivilecanarie.com
Dà il via a questa nuova rubrica il post di Isabella, che è di Faenza, (che ci autorizza) e alla quale va il nostro ringraziamento e il nostro abbraccio.
Il piacere della lentezza di Isabella Gulmanelli
“Non ci fossero tutte quelle povere persone andate via, non ci fossero tutti gli ammalati e il pericolo del contagio, io non proverei un poco di vergogna nel dire che a me, questa reclusione, non fa poi tanto schifo.
Questo tempo dilatato, i ritmi lenti, questa quiete che si respira, nonostante tutto mi ha rilassata tantissimo.
Ho riscoperto il piacere di stare con la mia famiglia, finalmente libera dalla maggior parte degli impegni, delle scadenze e degli obblighi. Ho scoperto il piacere della lentezza, in tutto. Cucinare un piatto coi miei tempi, riordinare un cassetto e perdermi in un sacco di cianfrusaglie, guardare un film senza addormentarmi dalla stanchezza, riprendere in mano i libri e – finalmente – leggerli. E poi iniziare quel lavoretto in giardino che ho rimandato per mesi (anni?), parlare coi figli, col marito, parlare e basta senza fare contemporaneamente altro, come ormai siamo abituati un po’ tutti. Tipo che parli e dai una girata al sugo e un occhio allo smartphone, nell’illusione di ottimizzare il tempo e di avere tutto sotto controllo. E alla fine non fai niente bene.
Invece ora di tempo ce n’è per parlare. Parlare e ascoltare.
Ascoltare.
Siamo talmente sopraffatti da tutto e da tutti che non ascoltiamo più niente e nessuno, tanto meno noi stessi. Questo tempo “largo” mi fa pensare e riscoprire angoli di me che non ricordavo più, fantasie che avevo perso e capacità di adattamento che non credevo di possedere. Quante volte in questo ultimo periodo ci siamo resi conto di poter fare a meno di un sacco di cose che ci sembravano assolutamente indispensabili?
Temo molto la ripresa della vecchia routine, un po’ perché sarà tutto infinitamente più complicato e un po’ perché l’ignoranza e l’egoismo di molti mi faranno stare in uno stato perenne di ansia.
Mi mancano i miei amici, il mare, i giri in collina con la musica che riempie l’auto e i colori che riempiono gli occhi e anche il cuore.
Non so come sarà il futuro, ma spero che riuscirò a fare tesoro di ciò che ho imparato o semplicemente riscoperto, in questa forzata solitudine, perché è davvero tanta roba”.
Tratto da “Facebook”
Faenza, 24 Aprile 2020, ore 15.52