Nato all’interno del Casinò della città dei fiori nel lontano 1931 grazie all’intuizione di Luigi De Santis (napoletano ovviamente) allora gestore della Casa da gioco ligure. Dopo ben 86 anni quindi l’Italia tornerà ad avere due grandi momenti musicali di spessore cultural-popolare: ovviamente il più noto è il Festival della Canzone Italiana, e adesso SanremocantaNapoli.
La neonata kermesse arriva dopo quel Festival Napoletano che partiva dalle lontane quanto mai emozionanti sonorità e testi di Ernesto Murolo (padre di Roberto, nella foto), del maestro Tagliaferri, dalle grandi interpretazioni del tenore Enrico Caruso, arrivando al più recente Renato Carosone. E poi a Pino Daniele ricordato ultimamente in un mega concerto a lui dedicato, allo Stadio San Paolo di Napoli: lodevole iniziativa, ma non troppo riuscita perché aveva solo il sapore del grande business e molto poco dell’arte di un artista che avrebbe meritato molto di più.
Le vecchie canzoni di Napoli hanno comunque attraversato il mondo intero con brani tutt’ora in auge nella memoria storica di chiunque. A cominciare da quella che si può considerare la Sigla della vita quotidiana partenopea, “O Sole mio”, a mille altre musiche e testi che ripercorriamo ogni giorno. Il vero Festival di Napoli, nella città della splendida Via Caracciolo è durato poco più di vent’anni: SanremocantaNapoli nasce oggi, ma distante dalle strade di Spaccanapoli o Posillipo, perché arriva direttamente nella città della musica italiana per antonomasia: Sanremo, città dei fiori, del Festival, dei tavoli verdi, ma anche di tanta cultura mediterranea da far conoscere. Una città che sogna, dunque, di “lanciare” dai suoi palcoscenici del Teatro del Casino e dell’Ariston, altre emozioni cultural-musicali create da giovani interpreti e autori che a Napoli e dintorni non hanno la possibilità di emergere per le oggettive condizioni ambientali che non favoriscono, purtroppo, la crescita economico-sociale e nella conservazione di quel patrimonio culturale che è la loro musica.