Silvia e Giacomo, da Chiavari alle Canarie perché «un altro modo di lavorare è possibile»
Il loro viaggio durerà sette mesi, da gennaio ad agosto, alla scoperta delle Canarie più autentiche, fuori dai circuiti di massa: da Tenerife a La Palma passando per El Hierro e Fuerteventura. La tappa più lunga è la prima, ospiti di Vered e Jehonatan: «Per due mesi e mezzo, al mattino lavoravamo mentre i pomeriggi erano fatti di lunghe chiacchierate, trekking sui monti, saune sotto le stelle e falò di marshmallow al chiaro di luna». Intanto, si fa pratica di inglese e si imparano i rudimenti dello spagnolo: «Ancora ci emoziona l’idea di aver comunicato con tante persone con provenienze e percorsi di vita così diversi».
Silvia e Giacomo beneficiano di un’ospitalità e di una disponibilità sorprendenti, anche a El Hierro, la più piccola dell’arcipelago canario: «Se a Tenerife siamo stati quasi sempre i più vecchi tra i “work awayer”, qui abbiamo sperimentato…
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Chiavari – «Probabilmente siamo stati fortunati a incontrare situazioni positive ma, dopo sei mesi di viaggio, possiamo dire che l’attitudine fa la differenza: se ti circondi di positività, è molto più probabile che questa ritorni da te».
Silvia Occhipinti, 32 anni, parla da La Palma, piccola isola dell’arcipelago delle Canarie, 706 chilometri quadrati al largo dell’Africa nord-occidentale. Ravennate, vive a Chiavari per amore di Giacomo Corradino, 33 anni e, insieme, hanno condiviso un’esperienza unica: messi in stand-by i propri lavori (lei sarta, lui videomaker), hanno deciso di partire utilizzando il sito Work Away, una grande comunità virtuale per offrire e cercare ospitalità in cambio di lavoro.
«L’idea è nata un pomeriggio dell’estate scorsa, mentre eravamo chini sui nostri computer. In pochi minuti abbiamo deciso di partire». Silvia e Giacomo si iscrivono al portale e iniziano a contattare alcuni “host”, persone che potrebbero offrire loro vitto e alloggio in cambio di qualche ora di lavoro: «Ci vuole una buona dose di ottimismo e di fiducia nel prossimo – ammette Silvia – Ma a noi è andato davvero tutto benissimo». L’obiettivo di Silvia e Giacomo, precisano, non era fuggire dal lavoro e dalla città, bensì dimostrare che un’altra metodologia lavorativa è possibile: «Se siamo potuti partire è perché abbiamo sempre lavorato».
Il loro viaggio durerà sette mesi, da gennaio ad agosto, alla scoperta delle Canarie più autentiche, fuori dai circuiti di massa: da Tenerife a La Palma passando per El Hierro e Fuerteventura. La tappa più lunga è la prima, ospiti di Vered e Jehonatan: «Per due mesi e mezzo, al mattino lavoravamo mentre i pomeriggi erano fatti di lunghe chiacchierate, trekking sui monti, saune sotto le stelle e falò di marshmallow al chiaro di luna». Intanto, si fa pratica di inglese e si imparano i rudimenti dello spagnolo: «Ancora ci emoziona l’idea di aver comunicato con tante persone con provenienze e percorsi di vita così diversi».
Silvia e Giacomo beneficiano di un’ospitalità e di una disponibilità sorprendenti, anche a El Hierro, la più piccola dell’arcipelago canario: «Se a Tenerife siamo stati quasi sempre i più vecchi tra i “work awayer”, qui abbiamo sperimentato