Un viaggio inaspettato della nostra vita: il coronavirus
C’è un motto italiano che oggi è molto attuale e veritiero: “l’uomo propone e Dio dispone”. Chi avrebbe mai immaginato tutto questo lo scorso 31 dicembre del 2019, quando con fuochi di artificio e centinaia di migliaia di bottiglie di spumante stappate si esorcizzava l’anno vecchio? Ormai bussava alle porte delle nostre case il 2020 per incoraggiare e stimolare i nostri cuori che speravano in un anno migliore, mentre silenziosamente una malattia nuova e pericolosa si diffondeva tra migliaia e migliaia di Cinesi: un virus che sta annientando tantissime vite umane con conseguenze inimmaginabili.
Abbiamo solo la speranza che presto un appropriato vaccino potrà salvare la vita a tante persone e che potremo ricominciare a sperare per la nostra salute e per l’economia ormai allo stremo.
Mai un virus, un’influenza, un’epidemia come il coronavirus ha flagellato e tormentato gli animi umani come questo che prepotentemente ha bussato alle nostre coscienze, richiamandoci alla realtà della vita legata a un sottilissimo filo che può spezzarsi in qualunque momento e senza alcun preavviso, colpendo tutte le classi sociali senza distinzione di rango.
Buoni o cattivi, ricchi o poveri, arroganti o umili, boriosi o modesti, giovani o vecchi, tutti indistintamente ogni giorno viaggiamo sospesi e penzolanti ad un destino fragile e debole che non può resistere agli eventi negativi e dannosi che la natura ci riserva, senza alcuna difesa, ma con la sola invocazione verso il Creatore che potrà ancora una volta salvarci da questa immane sciagura in grado di cancellare l’intera umanità se non lotteremo tutti, nessuno escluso.
Nei momenti difficili della nostra vita ecco che ci riappropriamo dei sentimenti di generosità, di benevolenza, di carità e altruismo finora allontanati e trascurati, perché infastidivano le nostre coscienze. L’onestà, la moralità e il rigore sono elementi d’urto e di scontro che contrastano con l’agire umano tutto proteso all’egoismo, al possesso, all’individualismo che lottano contro l’altruismo, la disponibilità, la generosità e la carità.
Tutto questo accade perchè noi umani ci sentiamo padroni indiscussi del pianeta Terra, un tempo pulito e incontaminato. L’uomo ha calpestato e rovinato ogni sua virtu’; cosi come la bruttezza ci toglie la speranza che potrò salvarci, per contro chi è toccato dalla bellezza torna a sperare perché riscopre che la sua vita ha ancora uno scopo: “rianimare la vita disabilitata, aprire le stanze dimenticate ed oscure e rinnovare i nostri cuori” (Keats).
Oggi questo invochiamo, ripromettendoci di fare tesoro della disgrazia del coronavirus per migliorare le nostre esistenze e sentirci fratelli e non nemici della natura, del Creato, dell’Universo.
Siamo parte di una umanità che vorremo vedere con le braccia tese ai più poveri, ai più deboli, agli emarginati della società, con il rigurgito della fratellanza e della tolleranza per far risorgere negli animi degli egoisti e di coloro che mirano solo al profitto personale il rimorso, e il desiderio della solidarietà.
giannimperia