Canarie: affitti in aumento

0

Canarie: affitti in aumento

Gli affitti aumentano nei comuni canari più poveri, mentre rimangono stabili nei comuni più ricchi.

Nelle Isole Canarie, secondo un’analisi di dati recente, si osserva una tendenza preoccupante: il costo degli affitti sta crescendo molto di più nei quartieri più poveri. Gli esperti attribuiscono questa tendenza al fenomeno della “gentrificazione”. Gli affitti negli ultimi 5 anni sono aumentati del 49%, il tasso più alto di tutta la Spagna.

La domanda è d’obbligo: Com’è possibile che gli affitti aumentino nelle aree con residenti dal basso reddito, che non possono permettersi questi aumenti? La risposta è da cercare in un fenomeno violento e crudele, quello della gentrificazione. “Questo si verifica normalmente in quartieri vicino al centro”, come spiegato anche da Alessandro Armas, geografo presso l’Università di Lipsia, in Germania: “i residenti di queste aree vengono di fatto espulsi, perché ne arrivano nuovi con maggior potere acquisitivo, dando vita ad un riciclo nei contratti di affitto”. Tutte le caratteristiche di quel quartiere, lasciano spazio a nuove caratteristiche, determinate da una maggior esclusività.

Alle Canarie, se osserviamo attentamente, questo fenomeno si sta verificando in modo molto chiaro.

Nei comuni con redditi annuali alti, come Santa Brígida (32.505 Euro), Tegueste (24.801) o Puerto de la Cruz (23.843), il prezzo degli affitti, tra il 2011 e il 2020 è aumentato di poco, come confermano i dati relativi all’Indice dei Prezzi delle abitazioni in affitto, pubblicati dall’INE (Istituto di Statistica di Spagna). Si tratta di una statistica sperimentale, che pubblica ogni anno l’Instituto Nacional de Estadística, utilizzando i dati pubblicati dall’agenzia delle entrate spagnola AEAT (Agencia Estatal de la Administración Tributaria).

Se osserviamo invece dati relativi a Comuni come quello di San Miguel de Abona (18.164), La Oliva (18.340) o Granadilla de Abona (17.973), l’aumento degli affitti oscilla rispettivamente dal 23% al 17%. Se un inquilino che risiede a La Oliva, Fuerteventura, pagava 400 Euro di affitto, adesso ne paga 480. Questo vale come andamento generale, senza dimenticare le fluttuazioni, sia verso il basso che verso l’alto, che immancabilmente ci sono. “È l’effetto Airbnb: si concentra su alcune zone, portando all’eliminazione degli affitti tradizionali, ed elevando il valore degli appartamenti”.

In particolar modo a La Oliva, secondo gli ultimi dati pubblicati dall’INE, ci sono 2.662 abitazioni destinate agli affitti turistici, pari al 23,7% del totale delle abitazioni. “Questo fenomeno è diventato normale”, come afferma Maite Arrondo, consulente per le politiche abitative che collabora con l’Instituto de Vivienda y Rehabilitación del Comune di Barcellona. “Le oscillazioni più forti si producono nei mercati più deboli o vulnerabili. Diciamo che c’è un margine. Negli altri, gli investimenti sono di maggior spessore e la mobilità è minore”.

Arrondo ricorda anche che esistono studi che collegano la presenza di Airbnb all’aumento dei prezzi di affitto, auspicando una maggior regolamentazione degli affitti turistici, per evitare l’espandersi del fenomeno nelle aree turistiche e centrali. In altre regioni canarie, dove comunque i prezzi sono aumentati, come per esempio Yaiza (14,17%), Guía de Isora (17,56%) o Arona (14,08%), i lavoratori occupati nel settore alberghiero rappresentano sempre più del 35% del totale.

Visita il nostro Magazine

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui