Il labirinto delle cartelle Equitalia chi e cosa rottamare?

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Tempo di rottamazione per le cartelle Equitalia, ma da valutare con molta cautela e con l’ausilio di un buon consulente. Il decreto legge 193 del 22 ottobre 2016, denominato semplicemente decreto fiscale, introduce una serie di novità importanti, tra cui forse le più 
discusse e attese sono le disposizioni che riguardano il gruppo che esercita la riscossione dei tributi.

 

L’articolo 1 prevede lo scioglimento delle società che fanno capo a Equitalia, e con loro la cancellazione dal Registro delle imprese entro il primo luglio 2017. Un provvedimento atteso perché Equitalia (51% Agenzia delle Entrate e 49% Inps) ha sempre suscitato terrore tra i contribuenti per il sistema di riscossione dei crediti.

 

L’articolo 6 dello stesso decreto introduce una definizione agevolata delle cartelle esattoriali, con cui i contribuenti che hanno debiti iscritti a ruolo possono estinguerli con il pagamento delle somme relative a capitale e interessi e delle somme maturate a favore di Equitalia, a titolo di aggio sulle somme di cui sopra e di rimborso delle spese per le procedure esecutive, e di rimborso delle spese di notifica. La definizione agevolata prevede, infatti, l’esenzione dal versamento delle somme relative a sanzioni e interessi di mora. 

 Cominciamo, allora, a porre delle domande mirate: chi e cosa rottamare? La definizione agevolata può essere esercitata anche dai contribuenti che hanno già pagato parzialmente le somme iscritte a ruolo purché, rispetto ai piani rateali in essere, risultino adempiuti tutti i versamenti con scadenza dal 1° ottobre al 31 dicembre 2016. Ma con l’approvazione di un emendamento al decreto 193/2016 sono stati modificati i termini relativi alla rottamazione delle cartelle Equitalia, in particolare il nuovo testo di legge, prevede un allargamento della platea interessata: è concessa la definizione agevolata delle cartelle notificate dal 2000 al 31 dicembre 2016 e la scadenza della domanda condono Equitalia slitta dal 23 gennaio al 31 marzo 2017.

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Tra l’altro è concessa anche per gli enti locali che non si affidano a Equitalia per la riscossione, la possibilità di concedere il condono delle cartelle esattoriali. E ancora, in caso di condono rateizzato, l’ultima rata non dovrà essere pagata entro marzo del 2018 ma entro settembre 2018.

 

Un discorso a sé va fatto per l’Iva. Non tutti i debiti relativi a questa imposta saranno rottamabili: i funzionari di Equitalia dovranno analizzare le cartelle per scorporare l’Iva, che deve essere recuperata in ogni caso per evitare contestazioni in sede di Unione europea, trattandosi di un’imposta di competenza comunitaria. Cosa resta escluso? Innanzitutto l’Iva riscossa all’importazione, ma anche i dazi, le somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato; e ancora i crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei Conti; le multe, le ammende e le sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna; le sanzioni amministrative per violazioni al Codice della strada (la definizione agevolata si applica solo agli interessi).

 

Vediamo, ora, quali sono le date da non dimenticare. Dal 7 novembre 2016 Equitalia ha pubblicato online il modulo di richiesta per l’ottenimento dello sconto. Il modulo va inviato entro il 90° giorno dall’entrata in vigore del decreto. Per aderire alla rottamazione delle cartelle di pagamento, il contribuente dovrà presentare l’apposita richiesta di adesione predisposta da Equitalia lo scorso 5 novembre, completa anche delle istruzioni per gli uffici periferici necessarie per la compilazione delle istanze (i quattro prospetti e le modalità di presentazione sul sito www.gruppoequitalia.it).
 Sarà possibile inviare l’istanza anche tramite posta elettronica certificata: in calce all’istanza sono riportati, infatti, tutti gli indirizzi pec delle diverse sedi. Chi sceglierà questa modalità dovrà allegare anche una copia del documento di identità.

 

Ricapitolando: la domanda dovrà essere inviata a Equitalia entro il 31 marzo 2017. Sarà Equitalia a comunicare l’ammontare delle somme dovute, la scadenza delle eventuali rate e a inviare i bollettini di pagamento. Nell’istanza dovranno essere indicati progressivamente le cartelle e gli avvisi di accertamento esecutivo delle Entrate, dei Monopoli, delle Dogane e quelli di addebito dell’Inps per i quali si chiede la definizione agevolata. 
Nella seconda pagina dell’istanza, lo stesso contribuente potrà scegliere quali carichi si vogliono rottamare. All’interno della domanda sono poi previste tre dichiarazioni da  sottoscrivere.

 

Il numero delle rate della rateizzazione condono passano da 4 a 5, a patto però che il 70% di quanto dovuto, sia pagato entro il 2017 e il restante 30%, entro settembre 2018. Altre peculiarità del provvedimento: rinuncia ai giudizi pendenti e sottoscrizione, anche ai fini penali, della veridicità dei dati riportati nel modello.
 In realtà, sono ancora molte le incognite. Il decreto prevede che la richiesta di definizione agevolata si perfezioni con il pagamento della prima rata: ma, se al momento del pagamento, il contribuente non potrà farlo, tale definizione agevolata decadrà. A quel punto si tornerà a pagare tutti in una volta gli importi della nuova rottamazione e delle eventuali vecchie rate, con tanto di sanzioni e interessi di mora, con il rischio di pignoramento della casa. Stesso rischio se il contribuente non riuscisse a pagare in tutto o in parte una delle tre rate, o si dovesse verificare un pagamento tardivo per 
l’ultima rata. Altro punto da valutare prima di decidere di utilizzare questo  strumento riguarda il contribuente che ha un contenzioso tributario. L’istanza di adesione richiede l’esplicita rinuncia e nella norma appare un evidente controsenso: il contribuente che abbia vinto un primo grado di giudizio non potrà aderire alla sanatoria ma, se in secondo grado dovesse perdere, sarebbe obbligato a pagare anche sanzioni e interessi di mora.

 

E per concludere, una riflessione: secondo i calcoli fatti dal governo, il risparmio effettivo per le famiglie e per le imprese potrebbe aggirarsi tra il 30 e il 50% ma attenzione prima di presentare le istanze sarà opportuno effettuare bene i calcoli infatti ad esempio chi è quasi alla fine di una lunga rateazione potrebbe scoprire che il beneficio è minimo. Inoltre, dato che il beneficio maggiore della rottamazione delle cartelle riguarda la cancellazione delle sanzioni e relativi aggi, degli interessi di mora e di dilazione, e delle altre sanzioni e somme aggiuntive, cioè degli accessori dovuti sui ritardati e omessi pagamenti dei contributi previdenziali è chiaro che la norma agevolerà i contribuenti che hanno cartelle in Equitalia dal 2000 al 2015 sulle quali non hanno pagato nulla e non hanno neanche presentato ricorso. Caterina Claudi 

 

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