INFORMARE VUOL DIRE PAGARE?

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INFORMARE VUOL DIRE PAGARE? ViviTenerife – La domanda mi sembra alquanto bizzarra! Che vuole dire?

Giovanni Comoli – Mi riferisco a tutte quelle nuove dichiarazioni informative che Governi e fisco stanno ponendo a disposizione dei contribuenti.

VT – Stanno aumentando?

G.C. – È la necessità di informazioni da parte del fisco che sta aumentando. Avendo dati a disposizione, il fisco può accertare se le varie dichiarazioni fiscali contengono tutti i redditi e se il contribuente sta pagando il dovuto.

VT – Quindi presentando questi modelli si pagano imposte?

G.C. – Non direttamente! Sono solo modelli informativi affinchè i contribuenti portino a conoscenza del fisco i beni posseduti e che l’ente pubblico non può riscontrare con i suoi mezzi. Ovviamente una volta dichiarato il bene, si presume che produca un reddito e che questo debba essere aggiunto agli altri propri, aumentando in questo modo le imposte da pagare.

VT – Però, presentare queste dichiarazioni informative è da masochisti!

G.C. – Dobbiamo renderci cono che in Europa la media della pressione fiscale si attesta sul 42,6 % del PIL. È un valore molto alto che però assicura tutta quella serie di servizi, ad esempio pensioni e sanità, che in altre zone del mondo, anche se sviluppate, neppure esistono. Purtroppo, si da valore alle cose solo quando le abbiamo perse e i contribuenti fanno il possibile per cercare di evadere almeno una parte delle proprie imposte.

VT – Ci sono conseguenze per tali mancate dichiarazioni informative?

G.C. – Sì, di due tipi. Immaginiamo un pensionato italiano che ha preso la residenza qui nelle Canarie e che possiede una casa in Italia. Questa tributa in Spagna come seconda casa. Se non dichiara questa possessione e dovesse un giorno venderla, avrebbe seri problemi a trasferire i propri soldi perchè non potrebbe giustificarne la provenienza.

VT – E l’altra conseguenza?

G.C. – Con l’apertura delle frontiere nel 2000, molte persone, per ignoranza e per la leggerezza con cui gli Uffici Pubblici hanno trattato il tema, hanno preso una doppia residenza, approfittando, quindi, di vantaggi fiscali a cui non avevano diritto. Negli ultimi anni i Paesi Europei stanno correndo ai ripari modificando norme e Leggi che obblighino i cittadini a definire in quale Paese desiderano fissare il proprio domicilio.

VT – Cosa ha fatto la Spagna?

G.C. – A parte altre iniziative, per restare nel tema delle dichiarazioni informative, ha creato l’obbligo per tutti i residenti in questo Paese di dichiarare tutti beni posseduti in un qualsiasi Paese estero con un modello che si chiama 720 e che si presenta fra Gennaio e Marzo. La mancata presentazione comporta una multa fra i 10 e i 30.000,00 €, cioè una sanzione 50 volte maggiore di qualunque altra applicata per una mancata presentazione di un modello. Questo dimostra l’interesse per risolvere il problema delle false residenze.

VT – Che cosa si dichiara in questo modello?

G.C. – Si dichiarano tutti i beni posseduti alla data del 31 Dicembre, divisi in tre gruppi. Nel primo troviamo i conti correnti, nel secondo i titoli, i fondi d’investimento e le polizze assicurative, nel terzo le proprietà immobiliari. Esistono dei limiti minimi nel senso che per ognuno dei gruppi l’importo deve superare i 50.000,00 €. Questo valore si considera anche se si è comproprietari di una cifra inferiore.

VT – Che significa?

G.C. – Per esempio, quel pensionato di prima, possiede la metà di un appartamento comprato a 80.000,00 €, per cui risulta possedere solo 40.000,00 €. Deve dichiararlo ugualmente perchè il bene supera i 50.000,00 €. Dovrá poi indicare in una casellina che la sua quota è del 50%.

VT – Si presenta tutti gli anni?

G.C. – Va presentato il primo anno in cui si è presa la residenza in Spagna. Negli anni successivi, si presenta solo se vi sono delle modifiche nel proprio patrimonio superiori a 20.000,00 €. Ad esempio, il nostro giá famoso pensionato dichiara entro Marzo del 2015 che il 31 Dicembre 2014 possedeva una casa in Italia. La venderá nel 2017, trasferisce i suoi soldi nel suo c/c spagnolo ed entro Marzo del 2018, presenta una dichiarazione di modifica dove dichiara la vendita della casa. Il cerchio si chiude e il fisco spagnolo non ha bisogno di accertare nulla.

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