Una nostra lettrice, che ringraziamo, ci trasmette questa testimonianza, sperando possa essere utile ad altri.
Sono una cittadina italiana e in questo periodo sto cercando una casa in affitto a Tenerife: guardo gli annunci, leggo i giornali, contatto le agenzie. Circa una settimana fa, in risposta ad una mia domanda riguardante un annuncio in costa Adeje, ricevo una mail da una gentile signora che si presenta come la proprietaria di una villa sita in Calle Londres, ad Adeje (quindi, in pratica, nel centro più costoso di tutta l’isola). E che villa! Mi manda le foto della casa e mi dice che però purtroppo al momento non posso visitarla perchè ci sono ancora i vecchi affittuari, che la lasceranno libera il 25 aprile.
Ci sentiamo anche al telefono, e mi sembra una signora molto gentile e disponibile. Io nel frattempo devo tornare in Italia, ma i contatti proseguono nel più cordiale dei modi via mail. La signora mi dice che ha tante richieste, ma visto che io sono interessata ad un contratto di due anni, preferirebbe darla a me. Io le dico che torno a Tenerife a fine aprile: se lei può aspettare fino a quella data, e se la casa mi piace, potremo procedere con il contratto d’affitto.
Lei mi dice che capisce, ma che se voglio “fermare” la casa possiamo fare in questo modo: lei mi manda il contratto di affitto, e il suo documento di identità, insieme a quello del marito (dato che entrambi, mi dice sono proprietari dell’immobile) e io firmo il contratto e verso una caparra. Lei mi consegnerà le chiavi il 1° maggio e se per caso la casa non mi piace o non corrisponde a quanto visto sulle foto, io potrò esercitare entro tre giorni il diritto di recesso e lei mi ridarà tutti i soldi. Sono un po’ perplessa, ma decido di procedere e lei mi invia il contratto e le due carte di identità. Il mio timore è che poi lei mi chieda di fare il bonifico su un conto corrente intestato a chissà chi, dicendomi che è il vecchio zio o la nonna, e invece, sorpresa, lei mi manda i dati del conto corrente del marito (almeno così dice).
A questo punto sarei persino tentata di ritenere che sia tutto vero: io sono in Italia e non posso materialmente andare a vedere la casa, lei però mi ha mandato i suoi documenti e mi ha detto che il conto corrente (di cui mi ha fornito l’iban) è intestato al marito, quindi dove potrebbe essere l’inganno?
E invece l’inganno c’è, eccome! Ingrandendo la carta di identità del marito ci accorgiamo che hanno alterato il nome riportato su di essa: quasi non ci se ne accorge, non fosse per il fatto che i caratteri usati sono diversi dagli altri! Decido di fare un’indagine al “Registrador”, per vedere se il marito risulta essere il proprietario dell’immobile ( e sono quasi sicura che la risposta sarà sì: se si sono presi la briga di falsificare una carta di identità è perchè sanno per certo che questo signore ha una casa di proprietà in quel complesso!). Per effettuare la ricerca però il Registrador mi chiede il numero DNI, e non il nominativo, e a quel punto ovviamente non risulta nessuna proprietà: certo, perchè la carta di identità chissà di chi è, e il numero riportato su di essa sicuramente non corrisponde al nominativo indicato. E per quanto riguarda il conto corrente, chissà a chi è intestato: la banca, ho scoperto, si limita a controllare il numero di Iban, poi non è tenuta a segnalare se quel numero è intestato a Mario Bianchi o Federico Rossi. Se fossi stata un pochino meno attenta, ci sarei cascata….
La signora mi aveva descritto così bene la casa, e mi sembrava così carina e gentile. Per fortuna ci siamo accorti della carta di identità taroccata… Che dire? Prestare sempre la massima attenzione! N.B.
P.S.: comunque, a scanso di equivoci, stavolta gli italiani non c’entrano, la signora era una spagnola!!
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