Per augurarti un’estate serena in cui ricaricare le energie dissipate nel corso di quest’anno…

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Carissima Antonina, come va? Spero, ovviamente, quanto di meglio per te! Sono in partenza per le Azzorre (dopo essere stato qui in Madrid), ma prima non ho voluto mancare al solito appuntamento solstiziale per augurarti un’estate serena in cui ricaricare le energie dissipate nel corso di quest’anno nella pubblicazione del tuo giornale Vivi Tenerife.

 

Irresistibilmente, il solstizio mi trascina nei territori (dove “m’è dolce naufragar”) di miti e leggende; penso,per esempio, ai Catari (sterminati per la loro “cocciutaggine” nel voler vivere un cristianesimo autenticamente evangelico!) le cui anime scendevano, in un giorno come quello di domani, col primo raggio rosseggiante del primissimo sole solstiziale (attraversando gli archi contrapposti del mastio) sull’impervio castello di Montségur in Lingadoca!

{loadposition adsense-riquadro-articoli-piccolo}Cominciava per loro il cammino orfico per diventare finalmente “perfetti”e salire cosí al cielo col raggio d’un altro solstizio, quello invernale! Mi appare fascinosa una tale immagine di radiante metempsicosi! Sapevano, in questo loro suggestivo percorso di iniziazione, di continuare cosí l’antichissima tradizione omerica delle due Porte, entrambe nell’antro d’Ulisse in Itaca?

La Porta degli déi che spalancava il cielo nel solstizio d’inverno e quella degli uomini che conduceva all’inframondo (neologismo tutto mio) nel solstizio d’estate?

Domani il sole entrerá nella costellazione del Cancro il cui simbolo magico fu da sempre rappresentato dall’Acqua: tempo di purificazione, quindi; tempo di un vero, reale cominciamento! Non si svolgevano i sacri riti in onore di Ianus (il dio, per l’appunto, bifronte e Guardiano dei Misteri) nelle acque del Tevere? E non battezzava Johannes (Ianus cristianizzato?) nelle acque del Giordano, introducendo ai Misteri del Regno lo stesso cugino Gesú?

Convergenza di remote tradizioni, perció, nell’indicare questo solstizio come lavacro necessario per poter tornare a cominciare profondamente rinnovati!

Anch’io sono un Giovanni: non posso certamente battezzare; ma augurare alla mia amica Antonina un bel lavacro nei mari tropicali, quello sí!

Non mi dispiacerebbe, d’altronde, che il lavacro possa avvenire nel mare d’altre terre come a Tenerife o nel nostro familiarissimo mediterraneo! Peró, è il lavacro eccezionalmente magico di domani, quello che a me preme augurarti di piú, fatto d’umidissima rugiada che, al primo sbadigliare dell’aurora, vedrá svanire (dallo schermo liquido delle sue esili gocce) il riflesso delle ultime stelle che, seppure affievolite, ci saluteranno come sempre con l’ingannevole ammiccare della loro luce… fossile!

Gianni Galatone

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