Natale, tempo di regali. Tutti si affannano nei negozi, in affollati centri commerciali alla ricerca di un dono. Chi non vuole essere da meno fa sacrifici per regalare cose inutili e costose. Una ricerca spasmodica per soddisfare amici e persone care destinatarie di un regalo, richiesto o no. In una società precaria che ci fa sentire confusi, smarriti, fragili, cresce in noi il bisogno di conforto e sostegno . Nessuno pensa che ci possa essere un dono non materiale, ma c’è una soluzione: regalare una abbraccio. Nulla è meglio di un abbraccio, un gesto tenero che dispensa amore, sicurezza, protezione, valori che rendono felici. Dobbiamo rinunciare all’eccesso per riscoprire la voglia di ritrovarsi e vivere un’emozione insieme attraverso il contatto del corpo. Abbiamo bisogno di calore, odore, profumi, una questione di endorfine. Una componente fisiologica che non va trascurata. Infatti nel corso dell’abbraccio l’organismo produce endorfine, sostanze prodotte dal cervello che abbassano la soglia del dolore e aumentano la sensazione di piacere e di benessere.
Oltre alla componente fisiologica quella psicologica. L’abbraccio è il primo gesto che conosciamo venendo al mondo e ci permette di rivivere mentalmente quelle sensazioni di protezione e sicurezza che si provano in età infantile quando le figure genitoriali ci proteggono, ci fanno sentire accolti. Un momento indelebile che da adulti rievoca l’affetto del gesto materno. Ecco perché amiamo abbracciare ed essere abbracciati. L’abbraccio è un gesto sincero, forte ed avvolgente che ci affascina anche quando vediamo lo stesso slancio di affetto vero e profondo tra altre due persone. Un autentico abbraccio non coinvolge solo le braccia ma è l’intero corpo che partecipa: un piccolo gesto, in incontro spontaneo tra due corpi, un modo per aprire il nostro cuore. Scrive il poeta Pablo Neruda: “L’abbraccio è staccare una parte di sé per donarlo all’altro affinché possa continuare il proprio cammino meno solo.” E questo è il più bel regalo di Natale.
Paola Nicelli