Tenerife. Raggiungere la vecchiaia è una piccola o grande felicità

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Siamo pieni di libri che ci invitano a godere delle piccole cose, delle semplici gioie quotidiane per essere soddisfatti di ciò che abbiamo e sentire il piacere che nasce dal conforto e della sicurezza di sentirci al sicuro dentro la nostra casa, tra le gioie domestiche ed i propri affetti, gustare la pienezza con la consapevolezza della gioia di essere vivi, con la semplicità priva di desiderio e di rimpianto con un appagamento stabile e profondo, felici di ciò che si ha e di ciò che si è, senza dare nulla per scontato.

Ma questo comporta anche il rischio di chiudersi in se stessi, vittime di una rassegnazione frutto dell’abitudine, della pigrizia o peggio della paura di aprirsi a ciò che c’è fuori dalle mura domestiche, ci si accontenta, nei termini più negativi che conosciamo.

Ma l’essere umano ha per sua natura la capacità di sognare, di progettare, di farsi interprete di desideri legati al futuro, di una vita desiderabile degna di essere vissuta e non rinunciataria. L’uomo è da sempre alla ricerca della felicità, capace di esplorare, inventare, tentare e far si che il sogno si trasformi in atto creativo.

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Oggi però constatiamo che un pezzo della moderna lotta di classe si gioca sulla vecchiaia perché è vero solo sulla carta che basta pensare positivo ed avere stili di vita appropriati per vivere tutti più a lungo ed invecchiare felici. Infatti, a differenza di quello che promettono le gioiose campagne pubblicitarie sull’invecchiamento attivo, anche quello degli anziani non è un mondo di eguali. E il modo di essere di quella che viene genericamente chiamata “terza età” dipende, addirittura più di ieri, dalla diversità dello status socio-economico, culturale ed esistenziale.

Uno studio anglosassone conclude con lapidaria chiarezza che: ” più lo stato sociale è basso, meno vivono ed hanno problemi di salute”. La verità è che oggi la vecchiaia non funziona, più come nel passato, neppure troppo remoto, quando ci si metteva tutti sullo stesso piano : ricchi e poveri, padroni e dipendenti. Era una condizione di natura da cui nessuno poteva scappare. Eguali perché anziani ed in attesa che arrivasse quella che Totò definì genialmente come “A livella”.

Diciamo allora che non è vero che gli anziani stanno tutti seduti a guardare sorridenti il tramonto sul mare, arzilli longevi ed in buona salute, per la semplice ragione che la vecchiaia non è uguale per tutti “ma solo nel gioco della disuguaglianza sociale”. Il Papa Giovanni Paolo II^ scrisse una lettera agli anziani in cui affermava che “se ci soffermiamo ad analizzare la situazione attuale, constatiamo che presso alcuni popoli la vecchiaia è stimata e valorizzata; presso altri, invece, lo è molto meno a causa di una mentalità che pone al primo posto l’utilità immediata e la produttività dell’uomo” ovviamente riferendosi, nel secondo caso alle società occidentali e ad un mondo che ha dimenticato come “gli anziani aiutano a guardare alle vicende terrene con più saggezza perché le vicissitudini li hanno resi esperti e maturi custodendo la memoria collettiva dell’insieme di ideali e valori comuni che reggono e guidano la convivenza sociale”.

La società attuale non apprezza il valore degli anziani portatori di un prezioso patrimonio culturale ed esperienziale nascosti agli occhi di una società capitalista-arrivista, in cui troppo spesso sembra contare l’apparire invece dell’essere, la finzione invece che la realtà, la convenienza calcolata invece dei sentimenti.

Per terminare sarebbe bello interloquire con i lettori per conoscere opinioni, considerazioni nonché critiche, per un rapporto diretto e dialogante dove il Giornale “Vivi Tenerife” diventa fucina di idee, speranze, sogni ed emozioni di italiani che vivono alle Canarie. Giannimperia

Per chi volesse esprimere la propria opinione può scrivere a redazione@vivilecanarie.com 

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