Lettera al Direttore. Devo partire ma tornerò… anche se sono vecchio
Cara Antonina perdona questo tono confidenziale che mi permetto di usare dopo tanti anni di conoscenza e di sostegno che ho ricevuto da te. In questi anni mi hai permesso di esprimere nel tuo periodico i miei pensieri, le mie opinioni, le mie riflessioni.
Questi hanno contribuito a farmi vivere qui a Tenerife lunghi periodi felici, che mi hanno portato a meditare e a volte a fantasticare, sognando una vita migliore, nonostante l’età. Questa sta diventando un peso, non tanto per me, ma per tutto quello che la società attribuisce ad un uomo di 80 anni, “un vecchio “.
In una società dove gli anziani sono diventati un fardello ed “una molestia” come dicono gli spagnoli. Per questa società il vecchio non produce ricchezza economica (anche se gli anziani hanno “caravane” intere di valori, di storia, di virtù, di capacità e coraggio morali, di esempi e di sacrificio personale e collettivo). Oggi, l’unico parametro di grandezza per le nuove generazioni è il rapporto uomo=denaro, giudicando e valutando le persone non in base ai valori ma ai loro soldi, alla ricchezza economica che possiedono per poi legarsi ad una vita giudicata sul modello del denaro, unico modo ed aspirazione di vita. Senza giri di parole: la nostra esistenza è basata sul denaro che si ha, non sul modo di essere, sulla propria condotta, sul nostro comportamento, sulla nostra energia morale da dedicare agli altri, ma solo sul nostro conto in banca da sfruttare per soddisfare i bisogni materiali di chi ci sta intorno. Il filosofo Austin affermava che “le parole fanno cose”. Solo il fatto di pronunciarle ha conseguenze sul pensiero delle persone, preparando il terreno per azioni concrete e per lanciare i nostri messaggi che non vengono ascoltati dalle nuove generazioni.
I nostri appelli servono per raccontare uno stile, un desiderio, un proposito, un fine per unire le volontà di chi è vecchio con i giovani, per dar vita a scelte comuni che possano rendere il mondo più bello, più giusto, più vivibile.
Ma ormai sono vecchio non credo alle favole e l’unica speranza è quella di poter far ritorno a Tenerife.
giannimperia