La vita del fondatore. 23 febbraio 1905. Ricordiamo il nostro fondatore.

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La vita del fondatore. Ricordiamo noi rotariani il nostro fondatore? 23 febbraio 1905

Si sa che tutti ne conosciamo gli scopi, che ne condividiamo lo spirito, che collaboriamo alle iniziative che vengono poste in essere. Però, come dice il titolo della conversazione, rinfreschiamo la memoria. Il taglio che intendo dare è una riflessione sulle origini del Rotary, sulla storia di questa Associazione che ha ormai più di cento anni, che è diffusa in tutto il mondo, che ha un milione e duecentomila associati. Le considerazioni che faccio con voi sono tese a ripercorrere, sulla scorta della vita del fondatore Paul Harris, le motivazioni che lo hanno spinto a creare l’Associazione.

Credo che esaminare le vicende della vita del fondatore siano importanti. Nessuno si mette in un progetto se non ha una spinta interiore, se non ha degli obiettivi. La chiave interpretativa dello spirito del Rotary che io vi propongo è quella di vedere scaturire la fondazione della nostra Associazione da una necessità intima di Paul Harris, da sue personali esigenze, da difficoltà psicologiche e di relazione dovute alle vicende della sua vita, non sempre serene, anzi spesso difficili sul piano esistenziale. Partiamo dalla vita e ricordiamo un dato importante. Paul Harris fonda il Rotary nel 1905 all’età di 37 anni. E prima? Come è stata la sua vita prima? Come è vissuto? Dove? Con Chi?

La madre di Paul è un’insegnante di musica, forse spende senza molta oculatezza. Il padre fa il negoziante, il giornalista, l’inventore e quindi le sue attività sono dispersive, alla fin fine stringe ben poco anzi a un certo punto le cose vanno talmente male che i due non ce la fanno a mantenere la famiglia che si divide in due tronconi. La madre tira avanti con la bambina, Paul, che ha solo tre anni viene portato dal padre con l’altro fratellino dai nonni paterni nel Vermont verso i confini del Canada. I nonni dei due bambini si sostituiscono ai loro genitori e lo fanno bene, con saggezza, con equilibrio.

Paul vivrà bene con i nonni che lo avvieranno anche agli studi superiori, sperimenterà il gioioso contatto con la natura e con i compagni di scorribande ma possiamo ben immaginare le domande di questi: – Tua madre dov’è? Non hai la madre? E tuo padre dov’è? Cosa fa? E possiamo anche immaginare il disagio, l’imbarazzo, la tristezza del ragazzo. Ancor più quando Cecil il fratello viene mandato a vivere da un’altra parte presso una zia. Tuttavia, e questo ci sembra molto importante, Paul trova in questo periodo il conforto di un’amicizia con un ragazzo dai capelli rossi con il quale spesso si confida, poi con una ragazzina venuta da fuori e che è lì in villeggiatura.

Nel libro sulla sua vita ci lascia anche scritto di avere provato un grande piacere quando aveva dato tutti i suoi risparmi al padre per contribuire a pagare i debiti della famiglia e di avere provato una grande soddisfazione a portare agli ammalati il pesce che lui stesso pescava e altre cose che gli dava la nonna. A mio avviso è già in quegli anni della fanciullezza e dell’adolescenza che in Paul Harris si formano i sentimenti che saranno a fondamento dell’intuizione futura del Rotary: la tristezza della solitudine e la necessità del combatterla cercando amicizie, la constatazione che nel mondo c’è, anche vicino a noi, chi sta male, chi cade in miseria e la soddisfazione per gli altri, per i più fortunati, di poter essere utili donando qualcosa, venendo loro incontro.

A 23 anni Paul si laurea in legge ma non pensa subito alla professione, a mettersi in uno studio di avvocato. Qui sta l’originalità del personaggio. Vuole fare esperienze di vita, conoscere il mondo, l’uomo nelle regioni e nelle situazioni più varie,e quindi s’immerge in una serie di viaggi e di mestieri che hanno dell’incredibile. Va in California a fare il raccoglitore di frutta, lavora in una fabbrica dove si impacchetta l’uva passa. Va nel Colorado e fa l’attore. Va in Florida e fa il portiere di notte, va a Filadelfia e si imbarca come addetto al bestiame su una nave carica di buoi diretta in Inghilterra, va a New Orleans e lì fa il raccoglitore di arance, torna in Florida e si mette a fare l’agente di vendita per una ditta di marmi e di graniti e in questa attività lo troviamo in Scozia, in Francia, in Belgio, in Olanda, in Italia.

A 28 anni, dopo cinque anni di peregrinazioni, di conoscenza di Paesi stranieri, di persone le più diverse, dei mestieri più vari, di esperienze di vita che lo fanno comprendere che cosa è veramente fondamentale per vivere serenamente e che testimoniano la sua grande sete di conoscenza, si stabilisce a Chicago dove apre il suo studio di avvocato. Vita dura. La Chicago di quegli anni, come altre città degli Stati Uniti dei primi del secolo, era una città in cui la legge non era rispettata da tutti, in molti prevaleva uno scarso rispetto per le regole della convivenza civile. Paul Harris in quella grande città dove ha scelto di vivere e di mettersi ad esercitare la professione di avvocato è solo. Non soltanto non ha clienti ma non ha nemmeno conoscenze. Le domeniche, specie nel pomeriggio, danno malinconia, frustrazione, avvilimento.

E’ da questa particolare, triste condizione di vita che Paul Harris sente la necessità di trovare qualcuno nella sua stessa situazione, qualcuno che abbia che abbia come lui l’esigenza di scambiare una parola. Ci saranno altri come lui a Chicago, e in chissà quante altre parti del mondo, che soffrono di solitudine, che hanno lo stesso bisogno di avere qualcuno con cui parlare, qualcuno con cui diventare amico. A Paul era capitato di avere questa fortuna negli anni lontani della fanciullezza quando aveva avuto per amico quel ragazzo dai capelli rossi quel Fay Stafford che ricordava come se gli anni non fossero passati, quella ragazzina che villeggiava nel suo paese e che aveva i capelli chiari e gli occhi marroni e che si chiamava Lilly, quella nonna che gli riempiva un cesto di cose buone e lo mandava a portarlo nelle case degli ammalati.

Ah! Il buon tempo antico. Perché non cercare di ricrearlo un po’ anche in questa città così difficile dove i rapporti sono brutalmente solo quelli del dare e dell’avere e dove l’imperativo sembra essere solo quello di avere sempre di più e qualsiasi mezzo sembra lecito? Paul ci pensa su per anni. Gli tornano ancora una volta in mente le vicende della sua vita, quella dell’adolescenza ma anche quelle vissute nei luoghi più disparati, facendo i mestieri più diversi, conoscendo persone di diverse nazionalità, con una galleria di caratteri da scriverci su un trattato. Questa vita vissuta è alla base dell’idea di fondare l’Associazione, il Rotary.

E’ la sera del 23 febbraio 1905 a Chicago quando Paul Harris ne discorre con un ingegnere minerario, con un sarto ed un commerciante di carbone.

Prima di tutto l’amicizia. Poi verranno i progetti di fare qualcosa insieme, tanto per cominciare quelli di allargare la cerchia dei Soci, poi quella di mettere in piedi iniziative utili alla comunità (dapprima la costruzione di una casa di riposo e la dotazione delle toilettes al Municipio di Chicago che non le aveva), quella di fare nascere altri Clubs in altre località. E per quest’ultima idea Paul Harris troverà con dispiacere le opposizioni degli amici. Anche in loro infatti si annidano i cattivi sentimenti della gelosia, dell’egoismo, quelli che fanno dire, allora come oggi, “noi ci siamo dati da fare, loro, gli altri, si arrangino”.

Alla fine Paul ce la farà ma dovrà avere molta tolleranza e molta pazienza. Tolleranza e pazienza qualità essenziali di un uomo saggio ed essenziali per un buon rotariano che aspira ad essere uomo saggio. Da allora è un succedersi di date importanti: 1908: nasce il Club di San Francisco – 1911: “ “ Winnipeg in Canadà “ “ la Rivista The Rotaryan – 1912: sbarca in Europa (Dublino- Belfast- Londra) – 1917: si istituisce un Fondo di dotazione (che poi diventerà la Fondazione Rotary).

E’ appena il caso di ricordare che il Rotary è la prima Associazione sorta con gli scopi dell’amicizia e dei services: ad esempio il Lyons sorgerà nel 1917 e il Soroptimist nel 1921. Il primo Club rotariano in Italia è quello di Milano e nasce nel 1924. Nel 1938 i Clubs italiani auto-sospendono la propria attività in ragione del regime politico al potere ma già nel 1944 il Rettore dell’Università di Messina Gaetano Martino futuro Ministro degli Esteri lo ricostruisce nella sua città. Per l’espansione successiva del Rotary, per i Services più importanti, per le tante cose utili che il Rotary generosamente ha fatto e sta facendo nel mondo“ Viene ricordato, in particolare, il significato della parola service e del suo significato italiano: di rendersi utili. Vengono messi in evidenza i concetti di base, ossia amicizia, professionalità, etica.

Parla della nascita del Rotary nel 1905, con altri 3 amici inizialmente e del fatto che non sia sufficiente la professionalità, ma è necessario anche lo spirito di servizio.

Ricorda che la partecipazione è per chiamata E delle caratteristiche base che un del rotariano deve Avere. Dote base deve essere sicuramente quella di non sfruttare il Rotary per scopi personali. Ricorda come sia anche molto importante coinvolgere i familiari per favorire l’amicizia tra soci. Ci parla delle 5 vie d’azione: interna, interesse pubblico, professionale, internazionale, per le nuove generazioni approfondendo le singole vie con le varie attività definite dalla sede centrale e che fanno ormai parte della filosofia operativa del rotariano. Parla infine dei valori insiti nello spirito del Club: Libertà, Democrazia, Amicizia, Parità, Altruismo, Correttezza, Disponibilità.

Testo scritto da Gianluigi Beltrame  – PastPresident

Rotary Club Maniago-Spilimbergo. Anno 2010-2011. Distretto 2060

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