Il nazismo che nessuno conosce: le Canarie nella seconda guerra mondiale
Il nazismo che nessuno conosce: il ruolo strategico delle isole Canarie nella seconda guerra mondiale.
Serata all’insegna della storia quella offerta da ABIC lo scorso venerdì 21 febbraio all’interno del ciclo di conferenze solidali, che l’Associazione Benefica organizza presso il Centro Culturale di Los Cristianos, prima che il coronavirus prendesse il sopravvento su tutto.
Questa volta è toccato al prof. Felipe Botaya intrattenere la platea con un tema inedito e davvero interessante: il ruolo giocato dall’Arcipelago Canario durante la 2° Guerra Mondiale. Botaya, scrittore, storico e blogger specializzato in tematiche inerenti le due Guerre mondiali (felipebotaya.com), ha approfittato della presentazione del suo ultimo lavoro, Porta Stellae, per fare il punto sul carattere strategico delle Canarie e per insinuare nel pubblico qualche curiosità che solo la lettura del libro potrà soddisfare: qual è la relazione fra tale ruolo strategico e il viaggio che il Reichsführer Heinrich Himmler intraprese attraverso la Spagna nell’ottobre di 80 anni fa?
E come mai nelle fonti disponibili – ancorché di difficile reperimento – non si fa cenno della visita di Himmler al Monastero di Montserrat il 23 ottobre del 1940, proprio mentre Hitler si incontrava con Franco a Hendaya?
La storiografia ufficiale sostiene che Himmler fu accolto dai monaci con estrema freddezza, se non addirittura con ositilità; ma le immagini disponibili dimostrano il contrario. Himmler aveva intenzione di coinvolgere attivamente l’Arcipelago nel conflitto che infuriava in Europa da circa un anno; dopo tutto, la vicinanza delle Canarie con il continente Africano le ha sempre rese interessanti per diverse nazioni, dalla Francia, che le avrebbe utilizzate volentieri come testa di ponte per raggiungere le proprie colonie in Nord Africa, all’Inghilterra, che se ne servì durante la guerra contro i Boeri.
La Spagna ha sempre mantenuto basi logistiche nelle Isole, ma il caso della Germania è il più interessante e documentato. Fin dal XIX secolo la Germania si era servita delle Canarie come base per espandersi all’interno del continente Africano. I suoi porti, specialmente Puerto de la Luz in Gran Canaria e Santa Cruz a Tenerife, accoglievano navi da guerra e transatlantici turistici tedeschi e rivestirono un ruolo importante soprattutto a partire dal 1939.
Per comprendere l’importanza rivestita per il Reich dalle Canarie occorre ripensare il possibile ruolo di una misteriosa villa, Villa Winter di Cofete (Fuerteventura), costruita a partire dal 1946 dall’ingegnere tedesco Gustav Winter. Secondo Botaya la Villa poteva rivestire per i tedeschi la funzione strategica di stazione meteorologica, di controllo del passaggio di navi e aerei e come supporto logistico: Groenlandia, Labrador, Argentina, Brasile, Antartide, Spitzbergen sono alcune delle basi che costituivano la rete informativa e logistica su cui la Germania poteva contare per progettare ed organizzare le sue azioni belliche.
In effetti Villa Winter costituisce a tutt’oggi un mistero, con le sue rotaie percorse da vagoncini della Krupp appositamente realizzati che ne attraversano per intero il terreno circostante.
Porta Stellae, sesto libro di Botaya dedicato alla 2° Guerra Mondiale e ai suoi aspetti più misteriosi, tecnologici e inspiegabili, deve il suo titolo alla definizione che i manoscritti antichi danno del Monastero di Montserrat: Porta Stellae appunto, per la sua bellezza, per la sua prossimità al cielo, per la presenza della Moreneta, la statua lignea della Vergine risalente al sec. XII.
Al termine della presentazione, il pubblico ha fatto eco alle parole di Felipe Botaya con numerose domande e interventi interessanti, fra i quali vale la pena di segnalare quello del nipote di Padre Andrés Ripoll Noble, il monaco benedettino che il 23 ottobre del 1940 accolse Himmler al monastero di Montesrrat in quanto era il solo, di tutta la congregazione, a parlare il tedesco. Una piccola sorpresa che ha contribuito a rendere la conferenza una pagina di vita vissuta piuttosto che un’asettica lezione di storia recente.
La conferenza e la cena che un nutrito gruppo di partecipanti ha condiviso con gli organizzatori della serata hanno contribuito a sostenere ABIC, che fra le sue numerose iniziative si dedica alla raccolta di fondi per garantire il pranzo, i libri, il materiale didattico e tutto ciò che è necessario per molti alunni bisognosi delle scuole del Sud di Tenerife.
Laura Carlino – EvocArte