Natale, abeti sintetici notevole danno all’ambiente

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Natale, abeti sintetici notevole danno all’ambiente

Secondo l’associazione dei Florovivaisti Italiani, in questo dicembre si stima una crescita del 10% per l’acquisto degli alberi di Natale naturali, con un giro d’affari complessivo di 30 milioni di euro.

Nonostante il trend positivo, nelle case degli italiani entrano di preferenza ancora gli abeti sintetici (7 su 10 dei 12 milioni di alberi venduti), con un notevole danno per l’ambiente. Per un albero di Natale di plastica medio (10 kg circa) occorrono 20 kg di petrolio e 23 kg di CO2 emessa nell’atmosfera, alle quali si aggiunge il petrolio che serve al trasporto dalla Cina, da cui viene l’80% di questi prodotti. Si calcola servano 2 secoli per smaltirli.

“Fortunatamente – dichiara il presidente dell’associazione, Aldo Alberto – la sensibilizzazione verso i temi della sostenibilità ha aumentato la domanda per gli abeti naturali, cogliendo di sorpresa persino i produttori, tra i quali molti giovani che stanno ripristinando il florovivaismo nelle zone montane per soddisfare questa fetta di mercato in crescita. Gli alberi italiani sono generalmente abeti rossi, diffusi soprattutto nelle Alpi orientali, e gli abeti bianchi dell’Appennino.

In Italia la produzione si concentra in Toscana e in Veneto ma il nostro obiettivo è arrivare competere con la Germania, dove la coltivazione di abeti di Natale arriva a quasi 20 milioni di alberi prodotti”. “E’ importante – sottolinea Alberto- combattere le fake news e ricordare ai consumatori che gli abeti natalizi non vengono sradicati dalle foreste ma provengono da aziende vivaistiche dove sono coltivati appositamente per il mercato delle feste e vengono piantati di nuovo, dopo la vendita. Preferirli a quelli sintetici aiuta lo sviluppo del comparto florovivaistico italiano, incrementando il reddito delle popolazioni che vivono in aree rurali.

Importante anche l’effetto benefico sull’ambiente per il contributo alla riduzione della CO2 assimilata durante le loro crescita e per la prevenzione del degrado idrogeologico. La coltivazione in Italia, oltretutto, garantisce la freschezza del prodotto, in quanto tagliato pochi giorni prima della consegna e sagomato a cono durante tutta la coltivazione per renderne compatte le fronde”.

(NoveColonneATG) Roma

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