2021: che voglia di salutarlo! Con po’ di miele, un po’ di amaro e un po’ di verità

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2021: che voglia di salutarlo! Con po’ di miele, un po’ di amaro e un po’ di verità

Si conclude il primo anno dedicato interamente alla pandemia. Certo, abbiamo avuto qualche piacevole interruzione, come le gioie regalateci dallo sport italiano, ma anche un lutto importante, che abbiamo condiviso con il paese che ci ospita: la nostra Raffaella se n’è andata. Senza avvisarci, ma lasciandoci in un doloroso mare di ricordi meravigliosi, gli stessi che hanno plasmato felicemente anche la memoria degli spagnoli, che l’hanno amata quanto noi.

E poi La Palma: non possiamo non scriverlo, perché se la lava invade la superficie dell’isola che non è la nostra, è vero che sotto la superficie siamo tutti collegati. L’Arcipelago delle Canarie è una cosa sola e la preoccupazione e il pensiero torna sempre a loro, ed il pensiero diventa empatia, quando le scosse arrivano fin qui, a Tenerife.

Altrimenti, sempre e ancora pandemia. In tutte le salse nonché varianti, e adesso, mentre scrivo, anche in quella nuova. Anche per i fortunati che non sono stati colpiti dal virus, la situazione è diventata una vera maratona, una prestazione psico-fisica sulla lunga distanza, che tocca affetti, lavoro, affari, prospettive, preoccupazioni, e che piano piano spinge le persone ad interrogarsi su questioni che sembravano non doverci mai toccare: “la pandemia ci renderà migliori”, si diceva. Ma questo succedeva tanto tempo fa, mentre oggi, viene naturale constatare che “la pandemia ci ha reso rabbiosi”. L’ecologia “mainstream”, che va tanto di moda oggi, quella delle plastiche, delle emissioni, dei rifiuti, non menziona mai la necessità di sanificare un po’ l’anima, di ripulirla da ben altri rifiuti.

Continuiamo a giudicare gli altri, senza sapere nulla di loro, e senza mai guardarci dentro, e non per auto-flagellarci, ma per chiederci, semmai, cosa fare per stare un pochino meglio, ognuno con sé stesso. Inutile pontificare, e sprecare le energie nel cercare i colpevoli: qui si naviga a vista, e nessuno spenderà energie per far star meglio gli altri. Allora tocca rimboccarsi le maniche, e provare a cambiare strada, se quella percorsa fino ad ora non ha portato a risultati. Imparare a riconoscere l’incertezza, l’unica cosa certa in questo momento. Conoscerla, comprenderla ed accettarla, per riuscire poi a dominarla.

Non è più il tempo dei nostri genitori, e non è più necessariamente il tempo della professione di una vita. Se sei un cuoco e non riesci a lavorare, prova a fare altro! Una volta, noi italiani, eravamo bravi a reinventarci la vita. Nel tempo, e nel benessere che non è più, siamo diventati altro, nonché terribilmente lagnosi. Adesso è ora di tornare ad essere più italiani, che ci piaccia o no.

E allora, buon 2022: salute, coraggio e leggerezza a tutti quanti, da Antonina e dalla redazione.

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