Per le Canarie fallire la prossima stagione sarebbe una catastrofe ed è inutile gridare contro la paura altrui

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Per le Canarie fallire la prossima stagione sarebbe una catastrofe ed è inutile gridare contro la paura altrui

Le nuove disposizioni precauzionali alle Canarie contro il covid, in vigore da stamattina, venerdì 14 agosto 2020, hanno suscitato sorpresa, scalpore, scoraggiamento, rabbia e sdegno. Tra coloro che si sono via via convinti di essere parte passiva di un grande piano mondiale contro l’economia – e forse anche contro l’umanità – e coloro che hanno da subito sentito la necessità di rispettare le regole, vi sono divergenze di vedute inconciliabili, ma parliamo di oggi: parliamo delle nuove norme e pensiamo a un’altra teoria da considerare in merito alle Canarie.

L’estate sta finendo ed è stata fallimentare: pochi turisti, quasi nessun grande albergo ha riaperto, troppi negozi chiusi. Lo abbiamo visto tutti ed è stato triste, ansiogeno, irreale, ma… ora la Spagna – proprio alla vigilia della stagione più importante per l’economia delle Canarie – ha contagi alti e tendenze molto preoccupanti. Le isole rischiano di venir travolte da un destino non loro, perché sono state e sono tutt’ora una realtà molto diversa da quella della penisola! Noi non abbiamo avuto e non abbiamo i problemi gravi della Spagna, e il Governo canario deve battersi a tutela della sua economia turistica buttando sul tavolo cifre di contagio pressoché nulle, per poter dire: «Noi non ci stiamo! Abbiamo fatto dei sacrifici enormi, abbiamo rispettato ogni regola e, anzi, ne abbiamo rispettate più di chiunque e su nostra stessa iniziativa! Ora la Spagna e l’Europa ci lascino lavorare, perché ce lo siamo meritato: siamo “puliti” e abbiamo sofferto per poter offrire garanzie ai nostri ospiti!»

È in quest’ottica che dobbiamo ragionare? Si stanno tentando precise garanzie di tutela attraverso le nuove restrizioni? Ce lo dicano! Il Governo ha dichiarato scorte sanitarie a coprire perfettamente un’emergenza di due mesi, avrà in poche settimane circa un migliaio di respiratori per la terapia intensiva, e tutto è approntato per affrontare una eventuale seconda ondata – e se non ci sarà tanto di guadagnato! – quindi deve battersi a tutela della sua sopravvivenza economica da ottobre in poi? Non c’è più tempo per le cose non chiare e non ci sono alternative, perchè nessuno volerebbe alle isole sapendo che non sono fortemente monitorate e sicure. Si sta tentando un rimedio all’isterismo collettivo? Se anche il timore fosse ingiustificato, se questo timore globale esiste l’alternativa può esse solo un’immagine del territorio sana e attenta, o i turisti staranno a casa loro.

Per le Canarie fallire la prossima stagione sarebbe una catastrofe ed è inutile gridare contro la paura altrui: indotta o giustificata, se esiste bloccherà tutto.
Se il Governo delle Canarie sta tentando questo “miracolo”, ce lo dica con chiarezza, per favore. Comunichi adeguatamente, ci renda partecipi di qualcosa: di un grande piano di risanamento o di un investimento sull’immagine delle isole, perché se fallirà nella comunicazione con il suo popolo, fallirà anche nella promozione del suo Turismo. Vogliono contagi quasi nulli per ripartire con la stelletta di coloro che, primi in Europa, si sono adattati alla nuova condizione e la sanno gestire con responsabilità? Parlino chiaro, ci rendano partecipi in modo che il nostro sforzo collettivo – con queste accidenti di mascherine sotto il sole di agosto, e i nostri locali chiusi! – abbia un senso più ampio e giustificato.

Siamo parte di queste terre e dobbiamo aiutarle per poterci aiutare. Così, nel caos, si perderanno le parole di tutti e urlare non servirà. E si perderanno, di tutti, i sacrifici.
Forza Canarie! Forza!

La redazione

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