Nuove regole per un turismo più sostenibile e regolamentato

Scritto il 01/01/2025
da VivileCanarie ,


Le Isole Canarie, da sempre uno dei principali motori del turismo spagnolo, stanno attraversando una fase di trasformazione epocale. La recente approvazione della legge sui comuni turistici, combinata con l’introduzione di un sistema di registrazione nazionale dei flussi turistici e con nuove normative stringenti sugli affitti brevi, rappresenta un tentativo ambizioso di riformare il settore turistico. Questi interventi legislativi mirano a risolvere le sfide poste dal turismo di massa, promuovendo la sostenibilità, la trasparenza e il benessere delle comunità locali.

La legge sui comuni turistici, approvata dal Parlamento delle Canarie, introduce un innovativo quadro normativo che consente di designare come "comune turistico" quelle località con un impatto significativo del turismo sulla loro economia e gestione amministrativa. La legge stabilisce parametri chiari per il riconoscimento di questa qualifica. Un comune turistico, infatti, deve soddisfare requisiti specifici come avere una popolazione turistica annuale almeno cinque volte superiore alla popolazione residente o una capacità ricettiva minima di 4.000 posti letto ufficialmente registrati. Inoltre, almeno il 10% delle strutture ricettive deve rientrare nella categoria di lusso (cinque stelle o equivalente). Questi parametri sono progettati per garantire che solo le località con un forte impatto turistico possano ottenere lo status, evitando un’applicazione eccessivamente generalizzata della normativa.

Un aspetto importante riguarda le cosiddette "isole verdi" – La Palma, La Gomera ed El Hierro – dove i flussi turistici sono più contenuti rispetto ad altre località dell’arcipelago. Per queste aree, i requisiti sono stati resi più flessibili: è sufficiente soddisfare uno solo dei criteri principali e presentare un rapporto dettagliato che dimostri come il turismo contribuisca significativamente al tessuto economico locale. Oltre a questo, la legge introduce strumenti per dimensionare meglio i servizi pubblici, come gestione dei rifiuti, sicurezza e trasporti, al fine di rispondere alla pressione esercitata dai flussi turistici. Come sottolineato da Astrid Pérez, presidente del Parlamento canario, la legge non si limita a regolamentare il turismo, ma rappresenta un esempio di collaborazione tra amministrazioni locali e forze politiche, con l’obiettivo di rafforzare la competitività delle Canarie come destinazione d’eccellenza e preservare il delicato equilibrio tra sviluppo economico e sostenibilità ambientale.

Parallelamente, a livello nazionale, il governo spagnolo ha introdotto il sistema SES.HOSPEDAJES, operativo dal 1° ottobre 2024, per monitorare i flussi turistici in modo centralizzato e sicuro. Questo registro obbliga tutte le strutture ricettive – dagli hotel alle case vacanza – a raccogliere e trasmettere digitalmente i dati personali dei viaggiatori. Tra le informazioni richieste vi sono nome completo, documento d’identità, nazionalità, e dettagli relativi al soggiorno (come date di arrivo e partenza). L’obiettivo del sistema è duplice: da un lato, garantire maggiore sicurezza e trasparenza, agevolando le autorità nel tracciamento dei flussi; dall’altro, fornire uno strumento statistico per comprendere meglio l’impatto del turismo e pianificare politiche più mirate.

Tuttavia, questa innovazione non è priva di critiche. Gli operatori turistici, in particolare i piccoli gestori, hanno espresso preoccupazioni per l’aumento degli oneri burocratici e amministrativi. L’implementazione di sistemi digitali per il caricamento dei dati rappresenta un costo aggiuntivo, soprattutto per le strutture a conduzione familiare. Per mitigare queste difficoltà, il governo ha lanciato campagne di formazione e ha reso disponibile una piattaforma intuitiva, progettata per semplificare l’inserimento e la trasmissione dei dati. Inoltre, è previsto un periodo di transizione per consentire agli operatori di adeguarsi al nuovo sistema senza incorrere in sanzioni immediate.

Un altro tema centrale della riforma del turismo riguarda la regolamentazione degli affitti brevi, con particolare attenzione alle piattaforme digitali come Airbnb. Il governo spagnolo ha introdotto una serie di misure per limitare l’impatto negativo di queste piattaforme sul mercato immobiliare e sulla qualità della vita dei residenti. Tra le nuove regole vi è l’obbligo per Airbnb di verificare che ogni annuncio sia associato a una licenza turistica valida. Inoltre, i comuni hanno ottenuto maggiore autonomia nel regolamentare gli affitti brevi, con la possibilità di limitare il numero di licenze concesse o di vietare del tutto l’uso turistico delle proprietà in determinate zone. Barcellona e Madrid, ad esempio, hanno già annunciato restrizioni nei quartieri più congestionati, dove il turismo ha contribuito a un aumento dei prezzi degli affitti e a una diminuzione delle abitazioni disponibili per i residenti.

Airbnb ha reagito criticando le nuove regole, sostenendo che potrebbero penalizzare i piccoli proprietari che usano la piattaforma per integrare il reddito e potrebbero non risolvere i problemi strutturali del mercato immobiliare. L’azienda ha inoltre sottolineato che esperienze simili in altri Paesi hanno portato a un aumento dei prezzi delle case e a una contrazione dell’offerta abitativa. Nonostante ciò, il governo spagnolo ritiene che queste misure siano necessarie per riequilibrare il rapporto tra turismo e residenzialità.