Il Duca Andrea Bonito Pignatelli

Scritto il 28/02/2025
da Giuseppe Coviello

 

Il virtuoso ed irruento Capitan General de Canarias giunto nel 1741 dal Regno di Napoli e soprannominato dagli storici dell’epoca “ figlio del Vesuvio”

L’arcipelago delle Canarie, crocevia di storie e personaggi illustri, custodisce legami profondi con l’Italia, grazie a figure di rilievo come Lanzarotto Maloncello, Cristoforo Colombo e Leonardo Torriani. Questi protagonisti hanno lasciato un’impronta indelebile sulla storia di queste isole, ricche di fascino e di un passato intrecciato tra conquiste e difese. **La struttura amministrativa delle Canarie**. Con l’avvento del Regno di Spagna, le Canarie furono governate attraverso istituzioni come Adelantados, Cabildos, Regidores e Giudici de Audencias. Tuttavia, le incursioni di corsari inglesi, francesi e olandesi imposero la concentrazione dei poteri militari nelle mani dei Capitanes Generales, nominati dalla corona spagnola. Questa figura divenne centrale, rappresentando l’autorità suprema sia sul piano amministrativo che militare. Nel 1589, il Generale Luis De La Cueva Y Benavides stabilì la Capitanía General a Las Palmas, Gran Canaria. Tuttavia, nel 1656, Alonso Dávila trasferì il comando a Tenerife senza una licenza della corona, seguito dal primo trasferimento ufficiale del Capitan General Jerónimo De Benavente a La Laguna nel 1661. Nel 1723, il Capitan General Lorenzo Fernández de Villavicencio spostò definitivamente la sede a Santa Cruz de Tenerife, dove rimane tuttora. Andrea Bonito-Pignatelli e il suo ruolo. Il 1741 segnò un momento cruciale con la nomina di Andrea Bonito-Pignatelli, proveniente dal Regno di Napoli, a Capitan General delle Canarie. Uomo ambizioso e determinato, il Duca dell’Isola (Aversa) e Marchese di Bonito (Irpinia/Avellino), affrontò con vigore le incursioni dei corsari e le dispute locali. Durante il suo mandato, Bonito-Pignatelli intraprese azioni decisive, come il trasferimento della Aduana Real a Santa Cruz de Tenerife e la visita alle isole per risolvere controversie amministrative. Salì persino sul Teide, impresa mai tentata dai suoi predecessori. Nel periodo delle difficoltà causate da epidemie e dalla “Guerra dell’Orecchio di Jenkins”, il Duca dimostrò un impegno straordinario verso la popolazione. Fece costruire un muro di protezione per il Santuario della Madonna della Candelaria, trasformandolo in una fortezza. Sebbene una tempesta distrusse in parte la struttura nel 1789, rimane una testimonianza della sua opera. Tuttavia, la sua leadership non fu priva di controversie. Descritto come “violento e impetuoso”, si guadagnò il soprannome di “hijo del Vesubio”. Il suo rapporto conflittuale con i notabili locali e il famoso scontro con Don Alonso Fonseca, sindaco di La Laguna, evidenziano il carattere inflessibile del generale. Il Regidor Don Alonso Fonseca, grande avversario del precedente Capitan General, il Marchese de Valhermoso, si convertì in una vittima eccellente del comportamento intransigente del Duca Bonito Pignatelli quando in qualità di sindaco si presentò per discutere diverse questioni affermando apertamente che il Capitan General vulnerava i privilegi della Municipalità. Bonito Pignatelli all’udire la parola “vulnerare”, la prese a pretesto per sfogare così animatamente la propria collera contro il sindaco, che vantava oltre dieci anni di ripetuti scontri con il precedente e dispotico Generale Vallehermoso, tanto che si ritirò dall’udienza senza fiato e morì poco dopo. La morte improvvisa di Fonseca fu accolta dal Duca Bonito Pignatelli con un commento lapidario: “Ora Vallehermoso è vendicato”. Legami culturali e religiosi. Un aspetto singolare della sua eredità è il dipinto della Madonna della Candelaria, commissionato durante il suo mandato e oggi custodito in Italia nella chiesa madre di Bonito, Avellino. Questo quadro è una preziosa riproduzione dell’originale statua lignea perduta nel 1826. Realizzato dal pittore canario José Rodríguez de La Oliva, l’opera rappresenta un simbolo unico del legame tra il Regno di Napoli e le Canarie. L’arte di Rodríguez de La Oliva, famoso per il suo realismo, immortalò anche Bonito-Pignatelli in un ritratto dettagliato. Il dipinto, riscoperto nel 2022 dalla Sezione UNUCI per la Spagna presso il deposito del Museo de Historia y Antropología de La Laguna, descrive il generale con un’espressione autoritaria, testimoniando il suo ruolo cruciale nella storia dell’arcipelago. Nonostante le polemiche, il contributo di Andrea Bonito-Pignatelli alle Canarie è innegabile. La sua capacità di comando e la dedizione verso le isole hanno lasciato un segno profondo nella loro storia. Le opere intraprese durante il suo mandato continuano a testimoniare il complesso intreccio di storia, cultura e religione che unisce l’Italia e le Canarie, due terre apparentemente lontane ma legate da un filo rosso indissolubile.