Negli ultimi anni, le notizie di pesci abissali che emergono in superficie hanno scatenato numerose teorie e timori legati a possibili eventi catastrofici. Questi avvistamenti, spesso collegati a terremoti e tsunami, hanno alimentato il dibattito su una possibile connessione tra il comportamento degli animali marini e i movimenti delle placche tettoniche. Alcuni sostengono che ci sia una base scientifica, mentre altri ritengono che si tratti solo di superstizione. Tra i protagonisti di queste storie troviamo il pesce remo (Regalecus glesne), un’enorme creatura serpentiforme che vive a profondità comprese tra i 200 e i 1000 metri. In Giappone, il pesce remo è conosciuto come "ryugu no tsukai", il messaggero del palazzo del dio del mare, ed è da tempo associato a eventi sismici di grande portata. Prima del devastante terremoto e tsunami di Fukushima nel 2011, numerosi esemplari furono avvistati in acque più superficiali, alimentando la credenza che questi animali possano anticipare i terremoti. Più recentemente, due eventi hanno riacceso il dibattito su questa teoria. A Tenerife, è stato avvistato il raro pesce diablo, un predatore abissale che solitamente vive a grandi profondità. L’evento ha suscitato grande attenzione, con ipotesi che suggeriscono un possibile legame con attività geologiche nella regione. Allo stesso tempo, in Messico, diversi esemplari di pesce remo sono stati trovati spiaggiati, alimentando speculazioni su un imminente evento sismico nella zona. Ma esiste davvero un legame scientifico tra questi avvistamenti e i terremoti? La comunità scientifica è divisa. Alcuni esperti suggeriscono che i pesci abissali possano essere sensibili alle variazioni delle placche tettoniche e agli aumenti di pressione sottomarina, il che potrebbe spingerli verso la superficie prima di un evento tellurico. Tuttavia, studi più approfonditi, come quello condotto dall’Università di Tokai in Giappone, non hanno evidenziato una correlazione significativa tra la comparsa di questi animali e l’attività sismica. Analizzando oltre 300 anni di dati, i ricercatori non hanno trovato prove statistiche che confermino questa teoria, facendo pensare che il fenomeno sia legato più a fattori ambientali che a segnali di allarme geologico. Oltre alla possibilità che i pesci abissali reagiscano ai movimenti sismici, ci sono altre spiegazioni per la loro improvvisa emersione. I cambiamenti climatici e le variazioni della temperatura dell’acqua potrebbero alterare gli ecosistemi abissali, costringendo alcune specie a spostarsi in cerca di condizioni migliori. Anche le correnti oceaniche anomale, spesso influenzate da fenomeni come El Niño, potrebbero trasportare gli animali in zone insolite. Inoltre, molti degli esemplari trovati in superficie risultano debilitati o morenti, suggerendo che il loro comportamento possa essere legato più a malattie o debolezza piuttosto che a un pericolo imminente. Sebbene il legame tra i pesci degli abissi e i terremoti rimanga un mistero affascinante, al momento non esistono prove scientifiche che confermino questa connessione. Tuttavia, la sensibilità di alcune specie ai cambiamenti ambientali potrebbe fornire interessanti spunti di ricerca per il futuro. Finché non avremo risposte definitive, la comparsa di queste misteriose creature continuerà ad alimentare storie, superstizioni e teorie, mantenendo viva la sottile linea tra scienza e leggenda
I pesci degli abissi e i segnali di catastrofi: leggenda o scienza?
Scritto il 28/02/2025
da VivileCanarie ,