Le Isole Canarie, un tempo considerate un limite geografico insormontabile, divennero dopo il 1492 uno dei crocevia più importanti verso le Americhe. In questo contesto, numerosi navigatori italiani si distinsero per le loro imprese, contribuendo a tracciare nuove rotte e a esplorare territori sconosciuti. Tra questi, nomi come Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci, Giovanni da Verrazzano e i Caboto sono celebri, mentre altri, come Alessandro Malaspina, rimangono ingiustamente nell’ombra. Malaspina, comandante e ricercatore italiano, diresse nel 1789 la prima missione scientifica spagnola di circumnavigazione, lasciando un’impronta significativa nella storia delle esplorazioni, nonostante il suo lavoro sia stato a lungo dimenticato.
Alessandro Malaspina nacque il 5 novembre 1754 a Mulazzo, un piccolo borgo della Lunigiana, figlio di Carlo, marchese di Mulazzo, e della principessa Caterina Meli Lupi di Soragna, di origini parmigiane. La sua famiglia era legata alla nobiltà italiana e spagnola: suo zio materno, Giovanni Fogliani d’Aragona, era viceré di Sicilia. Nel 1762, la famiglia si trasferì a Palermo, dove Alessandro fu avviato alla carriera ecclesiastica, come era consuetudine per i terzogeniti delle famiglie aristocratiche. Tuttavia, il giovane Malaspina mostrò presto una forte inclinazione per la navigazione e la vita avventurosa, abbandonando gli studi religiosi per intraprendere una carriera militare.
Nel 1774, grazie all’influenza del padre, Malaspina entrò nel Sovrano Ordine Militare di Malta, iniziando una carriera che lo portò a combattere i pirati nel Mediterraneo. Poco dopo, seguendo le orme del prozio materno, si trasferì in Spagna, dove si unì alla Real Marina come guardiamarina. La sua carriera fu rapida e ricca di successi. Nel 1775, partecipò alla difesa di Melilla, assediata dalla flotta del sultano marocchino, distinguendosi per coraggio e abilità. Questa impresa gli valse la promozione ad "Alférez de Navío", grado con cui partecipò a missioni scientifiche e militari.
Nel 1777, Malaspina si imbarcò sulla fregata "Astrea", con cui compì il suo primo viaggio oceanico verso le Filippine, seguendo la rotta del Capo di Buona Speranza. Questo viaggio fu fondamentale per la sua formazione come navigatore e cartografo. Nel 1783, dopo la pace con l’Inghilterra, fu designato comandante in seconda della fregata "Asunción", incaricata di portare nelle Filippine la notizia della fine delle ostilità. Tornato in Spagna nel 1784, Malaspina completò la sua formazione cartografica e astronomica, acquisendo le competenze necessarie per guidare future spedizioni.
Nel 1786, su richiesta della Compagnia Reale delle Filippine, Malaspina guidò una spedizione per testare una nuova rotta commerciale che avrebbe collegato la Spagna, l’America e l’Oriente. Partito da Cadice il 5 settembre 1786, raggiunse le Filippine in soli 75 giorni, evitando le bonacce delle Galapagos, e tornò in Spagna dopo aver doppiato il Capo di Buona Speranza. La missione fu un successo, dimostrando la fattibilità della nuova rotta e consolidando la reputazione di Malaspina come navigatore esperto.
Nel 1788, Malaspina propose al Ministro della Marina spagnolo una spedizione scientifica e politica di ampio respiro, simile a quelle di James Cook e Jean-François de La Pérouse. Approvata l’anno successivo, la spedizione, guidata da Malaspina e José de Bustamante y Guerra, salpò da Cadice il 30 luglio 1789 a bordo delle corvette "Descubierta" e "Atrevida", costruite appositamente per la missione. L’obiettivo principale era quello di mappare il Pacifico, valutare le colonie spagnole, raccogliere dati scientifici e indagare la presenza di insediamenti stranieri in America e Oceania.
La spedizione toccò numerosi possedimenti spagnoli, tra cui Rio de la Plata, Patagonia, Cile, Perù, Ecuador, Panama, Messico, California, Alaska, Isole Marianne, Filippine e Tonga. Inoltre, fece puntate in territori inglesi (Nuova Zelanda, Australia) e portoghesi (Macao). Durante il viaggio, Malaspina e il suo equipaggio raccolsero una vasta quantità di informazioni e materiali, tra cui mappe, reperti etnologici, campioni botanici e zoologici. Furono effettuate osservazioni astronomiche, geografiche, etnologiche, linguistiche e cartografiche, e furono prodotti rapporti economici e politici.
Nonostante il successo scientifico, la spedizione non completò il periplo del mondo a causa dei ghiacci artici. Tuttavia, Malaspina lasciò il proprio nome a un ghiacciaio in Alaska e a un insediamento in Patagonia, testimonianza del suo contributo alla geografia e all’esplorazione. Al loro ritorno a Cadice nel 1794, però, il contesto politico era cambiato: la Rivoluzione Francese aveva reso il governo spagnolo diffidente e sospettoso delle nuove idee. Malaspina, promosso a Brigadiere, presentò un rapporto che auspicava l’autonomia delle colonie americane, ma le sue idee non furono ben accolte.
Accusato ingiustamente di tradimento e sedizione, Malaspina fu arrestato nel 1795 e condannato a dieci anni di carcere. I materiali della spedizione furono sequestrati e molti andarono perduti. Grazie all’intercessione di Napoleone e dell’amico Francesco Melzi d’Eril, Malaspina fu rilasciato nel 1802 e esiliato in Italia, dove nel 1810 morì nella sua Pontremoli senza il riconoscimento che meritava.
Solo nel 1885, con la pubblicazione di un estratto del suo diario da parte dello storico Pedro de Novo y Colsón, iniziò il processo di rivalutazione di Malaspina. La pubblicazione completa del diario avvenne però solo nel 1984, restituendo finalmente alla Storia la figura di un esploratore e scienziato di straordinario valore, le cui scoperte e intuizioni hanno lasciato un’eredità duratura nella storia delle esplorazioni e della scienza.