In cartellone Wagner, Gluck, Gounod, Bartók e il ritorno della zarzuela con Adiós a la bohemia e La verbena de la paloma
Santa Cruz de Tenerife si prepara a vivere una stagione lirica senza precedenti. L’Auditorio de Tenerife ha presentato ufficialmente la stagione 2025-2026 dell’Ópera de Tenerife, che sarà la più lunga, ricca e ambiziosa di sempre. Con un cartellone che spazia dall’opera barocca alla contemporanea, passando per capolavori romantici e il tanto atteso ritorno della zarzuela spagnola, la nuova stagione si propone di rafforzare la posizione di Tenerife nel panorama lirico internazionale.
Il programma si apre a settembre con la seconda edizione del ciclo Ópera en minúscula, che quest’anno si amplia coinvolgendo diversi spazi culturali dell’isola: oltre all’Auditorio, anche l’Espacio La Granja e il Teatro Leal ospiteranno rappresentazioni. Questo ciclo intende avvicinare il pubblico a produzioni cameristiche e opere di nuovo repertorio, con titoli rari e originali.
Tra i primi appuntamenti troviamo Klara, un’opera in quattro haiku di Pedro Halffter, e Domitila del brasiliano João Guilherme Ripper, che racconta la storia della pioniera dei diritti umani Domitila de Castro. Seguono El diario de Ana Frank di Grigori Frid (19 settembre), María de Buenos Aires di Astor Piazzolla (21 settembre), Il giocatore di Niccolò Jommelli (26 settembre) e Tristana, nuova opera di Miguel Huertas basata sul romanzo di Galdós (27 settembre).
Il primo titolo di grande repertorio sarà Yerma di Heitor Villa-Lobos (ottobre), in prima assoluta in Spagna. Ispirata al dramma omonimo di Federico García Lorca, quest’opera sarà presentata in una nuova edizione critica coprodotta dall’Auditorio de Tenerife, dal Teatro de La Zarzuela e dal Festival Amazonas de Ópera (Manaus). La regia sarà affidata a Paco Azorín, mentre la direzione musicale sarà di Luiz Fernando Malheiro. Le due protagoniste femminili saranno interpretate da Berna Perles e María Miró, con Alejandro Roy nel ruolo di Juan.
A novembre, sarà la volta dell’opera romantica tedesca per eccellenza: Der fliegende Holländer di Richard Wagner. L’allestimento proviene dal Teatro Municipal di Santiago del Cile, con la regia di Marcelo Lombardero. La direzione musicale sarà di Guillermo García Calvo, con un cast di primo livello composto da Luis Cansino (Der Holländer), Ángeles Blancas (Senta) e Airam Hernández (Erik), affiancati dal basso Vazgen Gazaryan.
Dicembre segnerà il grande ritorno del repertorio lirico spagnolo con Adiós a la bohemia, celebre zarzuela di Pablo Sorozábal con testo di Pío Baroja. In scena il 5 e 6 dicembre, sarà diretta musicalmente da Víctor Pablo Pérez, con regia di Ignacio García. Nel cast: Jaquelina Livieri (Trini), Juan Jesús Rodríguez (Ramón) e Javier Castañeda (El vagabundo).
Nel nuovo anno, gennaio 2026 vedrà salire sul palco Orfeo ed Euridice di Gluck, con una produzione originale dell’Auditorio de Tenerife. Dirige Jordi Francés, mentre la regia e la coreografia saranno curate dalla compagnia Mal Pelo. Orfeo sarà interpretato da Teresa Iervolino, Euridice da Ana Vieira Leite e il ruolo di Amor sarà affidato a Mira Alkhovik.
A marzo toccherà a Roméo et Juliette di Charles Gounod, con una nuova produzione firmata da André Heller-Lopes. José Luis Gómez guiderà l’Orchestra Sinfónica de Tenerife. I protagonisti saranno Airam Hernández e Sofía Esparza.
Aprile porterà tre recital del tenore José Bros, in tre location diverse dell’isola, seguiti dalla proposta per famiglie: A kékszakállú herceg vára (Il castello di Barbablù) di Béla Bartók, che promette un’esperienza immersiva e suggestiva.
A maggio il Teatro Leal ospiterà Los celos hacen estrellas, zarzuela barocca di Juan de Hidalgo, con la direzione musicale di Aaron Zapico e una regia firmata da Ricardo Campelo (Teatro Xtremo).
A chiudere la stagione, a giugno, sarà La verbena de la paloma di Tomás Bretón, in una produzione del Teatro de La Zarzuela con regia e coreografia di Nuria Castejón. Il cast include Antonio Comas (Don Hilarión), Carmen Romeu (Susana) e Ana San Martín (Casta).
Una stagione che promette non solo varietà e qualità artistica, ma anche un’apertura inclusiva verso nuovi pubblici e territori sonori.