Il richiamo ancestrale dei bucios riecheggia ancora nelle Notti di San Giovanni

Scritto il 01/06/2025
da Santi Gonzalez Arbelo

 

San Juan de la Rambla, Tenerife — Giugno 2025.
Il mese di giugno si apre nelle Isole Canarie con una tradizione dal profondo significato storico e culturale: El Resonar del Bucio en las Noches de San Juan. Un evento unico che quest’anno celebra la sua sedicesima edizione, grazie all’incessante lavoro di recupero e divulgazione portato avanti da Ricardo González González, artigiano e custode della memoria storica di Icod de los Vinos.

Questa antica usanza, nota nell’Ottocento come “sonatas” o “sonadas de San Juan”, si teneva nella notte più corta dell’anno — il solstizio d’estate — per annunciare la nascita di San Giovanni Battista. I bucios, grandi conchiglie marine, venivano suonati come forma di celebrazione, ma anche come mezzo di comunicazione, seguendo un retaggio che risale ai tempi dei guanci, gli aborigeni delle Canarie.

Ricardo González, che dal 1986 si dedica allo studio di questa tradizione attraverso ricerche e testimonianze orali, la riportò in vita nel 2009, scegliendo come scenario il Risco del Mazapé a San Juan de la Rambla, un vero e proprio anfiteatro naturale perfetto per amplificare il suono dei bucios. L’obiettivo? Educare le nuove generazioni alla conoscenza e al rispetto delle radici culturali dell’arcipelago.

In passato, il suono del bucio aveva molteplici usi: serviva per radunare i pescatori, per indicare l’inizio e la fine del lavoro nelle piantagioni di banane, per avvisare dell’arrivo del pesce fresco o segnalare incendi. Era un orologio naturale, un’allerta, un canto collettivo della terra e del mare.

Per il suo impegno nella salvaguardia delle tradizioni, Ricardo González ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui distinzioni dalla Casa Reale, dal Comune di El Tanque, da diverse associazioni culturali e musicali, confraternite religiose e persino murgas (gruppi carnevaleschi), come la celebre Ni Pa Tanto di Icod.

Anche nel 2025, El Resonar del Bucio ci invita a tornare indietro nel tempo, a riconnetterci con le nostre radici e ad ascoltare, con rispetto e stupore, l’eco di una cultura che non vuole spegnersi.