Le Isole Canarie sono note in tutto il mondo per il loro clima, il paesaggio vulcanico e l’offerta turistica. Eppure, da quarant’anni, questo arcipelago svolge un ruolo fondamentale anche in un ambito meno conosciuto ma cruciale: la ricerca astrofisica. Con la celebrazione del 40° anniversario dell’Istituto di Astrofisica delle Canarie (IAC), si è rinnovata l’attenzione su un centro scientifico che ha contribuito a trasformare un territorio insulare in uno dei punti di riferimento mondiali per lo studio dell’universo.
Fondato nel 1985, l’IAC è cresciuto intorno a due osservatori principali – Roque de los Muchachos a La Palma e Izaña a Tenerife – e si è affermato grazie alle condizioni eccezionali per l’osservazione astronomica offerte dall’altitudine, dalla stabilità atmosferica e dalla posizione geografica delle isole. La cerimonia ufficiale si è svolta al Roque de los Muchachos, alla presenza di numerose autorità, tra cui il presidente delle Canarie Fernando Clavijo e la ministra della Scienza Diana Morant.
Oggi l’IAC conta più di 400 professionisti tra scienziati, ingegneri e tecnici, con collaborazioni attive in oltre 30 Paesi. Ha formato più di 500 dottori di ricerca e ha partecipato a missioni e progetti internazionali legati alla cosmologia, all’ottica avanzata, ai microsatelliti, alla spettroscopia e alla ricerca di esopianeti. Ogni anno, circa 10.000 studenti partecipano alle attività formative e divulgative dell’istituto, mentre oltre 100.000 visitatori accedono agli osservatori, attratti dalla qualità del cielo e dall’interesse scientifico del sito.
Il presidente Clavijo ha sottolineato come il successo del centro non sia frutto del caso, ma di un lavoro collettivo e costante, nato da una visione iniziale dell’astrofisico Francisco Sánchez e proseguito con una direzione stabile e strategica affidata a figure come Rafael Rebolo e l’attuale direttore Valentín Martínez Pillet.
In occasione del 40° anniversario, è tornato al centro del dibattito anche il progetto del Telescopio di Trenta Metri (TMT), un’infrastruttura scientifica tra le più avanzate al mondo. La Palma è una delle possibili sedi, in alternativa al sito di Mauna Kea (Hawaii), e la Spagna ha formalizzato la sua candidatura con un impegno economico di circa 400 milioni di euro. Il TMT rappresenterebbe un salto di scala per l’IAC e per l’intero ecosistema della ricerca nelle Canarie.
Questa ambizione si inserisce in una visione più ampia, rappresentata dalla Strategia Aeroespaziale delle Canarie, presentata proprio nella sede dell’IACTEC, il polo tecnologico del centro. L’obiettivo del piano è rafforzare la vocazione scientifica dell’arcipelago ampliando le competenze in settori strategici come i sistemi satellitari, la robotica spaziale, l’intelligenza artificiale applicata e l’analisi di dati astronomici.
L’IAC non è più soltanto un osservatorio: è diventato un nodo di ricerca trasversale, un laboratorio di formazione e un catalizzatore di sviluppo economico regionale. Il suo modello, basato sulla cooperazione internazionale, sulla formazione di talenti e sull’integrazione con la società, dimostra come anche un piccolo territorio, con una visione chiara e risorse ben impiegate, possa occupare un posto di rilievo nella scienza globale.
A 40 anni dalla sua fondazione, l’Istituto di Astrofisica delle Canarie continua a guardare al cielo, con un orizzonte fatto non solo di stelle, ma anche di sfide tecnologiche, investimenti strategici e collaborazione scientifica su scala mondiale.