Dalle spiagge ai browser: perché le Canarie piacciono alle startup digitali

Scritto il 05/09/2025
da VivileCanarie ,

Per anni sinonimo di mare e ospitalità, oggi le Canarie vengono raccontate anche come terreno fertile per l’imprenditoria tech. Lo evidenzia un recente approfondimento di Canarian Weekly, che inquadra l’arcipelago – con Gran Canaria e Tenerife in prima fila – come “launchpad” per imprese digitali snelle, orientate alla scalabilità e ai costi sotto controllo. Un cambio di passo che non sostituisce il turismo, ma lo affianca, puntando su infrastrutture, regole chiare e servizi “ready‑to‑go”.

Il primo vantaggio è normativo‑fiscale. La Zona Especial Canaria (ZEC) consente, a precise condizioni, l’aliquota del 4% sull’imposta societaria per le attività “materialmente ed effettivamente” svolte nel perimetro ZEC: si tratta di un regime riconosciuto dall’Agenzia delle Entrate spagnola e inserito nel quadro del REF, pienamente compatibile con la normativa UE. Per operatori digitali e servizi B2B, la prevedibilità del quadro è un fattore competitivo concreto.

Il secondo pilastro è la connettività. Bruxelles finanzia il “GC‑LNZ‑FU Ring”, l’anello di cavi sottomarini tra Gran Canaria, Lanzarote e Fuerteventura che aumenta ridondanza e capacità, inserito nel programma CEF Digital. In parallelo, il nuovo collegamento PENCAN‑X tra la Penisola e Gran Canaria – anch’esso cofinanziato – sostituisce rotte a fine vita utile e rafforza l’integrazione dell’arcipelago nella dorsale europea. Sono investimenti che riducono latenza e rischi di single point of failure: la base fisica di qualunque progetto digitale.

Sul terreno, l’ecosistema si è organizzato con strutture e percorsi di “soft‑landing”. A Gran Canaria, la SPEGC offre spazi nel Parque Tecnológico per incubazione, consolidamento e attrazione di progetti ICT; fra Recinto Ferial e Campus di Tafira sono disponibili uffici, coworking e servizi di accompagnamento all’impresa innovativa. È un’infrastruttura pubblica che abbassa le barriere d’ingresso per startup e PMI digitali.

La componente “talenti” non è lasciata al caso. PROEXCA sostiene l’internazionalizzazione delle aziende canarie e l’attrazione di investimenti, con programmi attivi (ad es. Canarias Aporta) che aiutano le imprese a crescere fuori mercato domestico e a strutturare competenze export‑ready. Per chi apre qui, significa trovare sportelli, contatti e formazione specifica.

Al contempo, le Canarie hanno intercettato il lavoro da remoto. Il Ministero degli Esteri spagnolo dettaglia il visto per nomadi digitali/telelavoro, introdotto dalla Ley 28/2022 (“Startup Law”): una cornice pensata per attrarre professionisti non UE che operano da remoto. L’arcipelago offre clima stabile, fuso orario europeo e servizi urbani; i portali ufficiali di promozione turistica propongono pagine dedicate al “remote working” con spazi, community e informazioni pratiche.

Il risultato è un mosaico di condizioni favorevoli: regimi fiscali trasparenti, backbone digitale in potenziamento, luoghi di lavoro attrezzati, programmi di internazionalizzazione e una cornice legale che semplifica l’arrivo di professionisti e team. È anche ciò che mette in evidenza Canarian Weekly: un ecosistema meno “rumoroso” dei grandi hub, ma più flessibile e orientato all’esecuzione, dove contano uptime, scalabilità e tutela dei dati.

Resta qualche sfida – accesso ad housing di qualità nelle zone più richieste, bisogno di upskilling continuo – ma la traiettoria è chiara e documentata. Per l’imprenditore o il professionista italiano, la proposta è concreta: aprire o delocalizzare funzioni digitali in un contesto UE con ZEC al 4%, connettività in crescita e servizi pubblici pro‑innovazione; lavorare o far crescere team remoti sfruttando un ecosistema già predisposto all’accoglienza. In sintesi, dalle spiagge ai browser, le Canarie diventano un luogo dove costruire aziende che guardano lontano restando pienamente connesse al mercato europeo.