“Non ci sono segnali di rallentamento” non è un titolo, è la somma di indicatori. Nei conti dell’ospitalità la spinta è evidente: la tariffa media per camera occupata (ADR) ha toccato 140 euro e il ricavo per camera disponibile (RevPAR) 116 euro, valori compatibili con occupazioni elevate e una domanda disposta a pagare quando percepisce qualità e posizione. Sono numeri che spiegano perché l’estate stia confermando il ciclo espansivo degli ultimi anni.
La fotografia ufficiale delle presenze rafforza il quadro. Nel luglio 2025 gli ingressi complessivi negli alloggi regolati sono stati 1,30 milioni, +3,47% su luglio 2024. Il dettaglio racconta un ribilanciamento: le pernottazioni degli stranieri si sono ridotte dello 0,72%, mentre quelle dei residenti in Spagna sono aumentate del 7,24%. Una base della domanda più ampia rende il sistema meno dipendente da pochi mercati esteri.
La stagione non è solo “di volume”, è anche di valore. Nel secondo trimestre 2025 la spesa turistica ha raggiunto 4,4 miliardi di euro, pari a +3,54% su base annua. L’incremento interessa la filiera oltre l’alloggio—ristorazione, mobilità, attività esperienziali—e consolida un ciclo in cui il visitatore, pur attento ai prezzi, continua a investire sul tempo libero.
La connettività aerea lavora senza sosta. Nel luglio 2025 gli aeroporti delle isole hanno movimentato 4,6 milioni di passeggeri e, tra gennaio e luglio, i passeggeri commerciali hanno superato 31,4 milioni, +5,1% tanto sulle rotte nazionali quanto su quelle internazionali rispetto allo stesso periodo del 2024. Nello stesso mese lo scalo di Gran Canaria ha firmato il record storico con 1,3 milioni di viaggiatori (+6,4%), segnale di una rete in grado di sostenere la domanda senza colli di bottiglia.
Anche il dato sulle notti vendute racconta continuità: a luglio le pernottazioni in strutture ricettive hanno raggiunto 8,96 milioni, +0,63% sull’anno. Otto notti su dieci sono ancora di visitatori stranieri, ma la crescita del mercato domestico ridisegna il mix senza intaccare il volume complessivo. Per gli operatori questo significa tarare servizi e comunicazione su pubblici leggermente diversi, con più famiglie e viaggiatori “repeat”.
Il quadro della rete aerea nazionale spiega parte della resilienza: luglio 2025 è stato il mese migliore della storia per gli aeroporti spagnoli, con 32,7 milioni di passeggeri. La capacità e la puntualità alimentano l’accessibilità e riducono i colli di bottiglia nei picchi estivi, a beneficio di compagnie e viaggiatori.
Sul medio periodo le istituzioni indicano la rotta: stabilità intorno ai 18 milioni di visitatori annui (ordine di grandezza 2024) e passaggio dalla quantità al valore—rinnovamento dell’offerta, gestione dei flussi, spesa media—per proteggere competitività e coesione sociale. È un orientamento ribadito negli ultimi aggiornamenti e aiuta a leggere la fase: piena, ma governata.
Il contesto nazionale ricorda che il ciclo europeo non è infinito. Nel 2025 la Spagna non dovrebbe raggiungere il traguardo simbolico dei 100 milioni di arrivi stranieri (stime intorno a 98 milioni), complice l’aumento dei prezzi e la debolezza del mercato tedesco. Per il sistema locale significa domanda ancora forte ma più selettiva, con la necessità di diversificare canali e mix di mercati.
Tradurre i numeri in gestione significa agire su tre piani. Qualità: ADR e RevPAR reggono se il prodotto cresce—camere rinnovate, servizi digitali fluidi, spazi outdoor curati, gastronomia identitaria. Destagionalizzazione: voli stabili ed eventi allungano la stagione settembre‑novembre, riducendo la pressione estiva e distribuendo benefici. Sostenibilità: energia e acqua pesano sempre di più nei conti e nella reputazione; efficienza, riuso e mobilità dolce aiutano margini e consenso.
C’è poi la convivenza. Il rimbalzo delle pernottazioni dei residenti spagnoli implica platee diverse, con aspettative su prezzi, mobilità e servizi differenti dai long‑haul. La gestione dei flussi nei centri storici e nelle aree naturali richiede segnaletica chiara, prenotazioni quando serve e informazione trasparente su trasporti e accessi. Non basta vendere camere: occorre orchestrare tempi e spazi.
Quanto durerà? I fondamentali al momento sono solidi: presenze e spesa in progresso, aeroporti ai massimi, prezzo medio sostenuto. Il raffreddamento di alcuni mercati europei suggerisce piani commerciali resilienti e più cura dell’esperienza in loco (trasporti, code, informazione), puntando su segmenti che riempiono le spalle di stagione—sport all’aria aperta, cultura, congressi, lavoro da remoto.
L’espressione “boom senza segni di rallentamento” supera l’esame dei dati: ricavi per camera e tariffe in ascesa, arrivi e spesa in aumento, connettività al top. La partita ora è trasformare questi numeri in un percorso di valore: più qualità, più gestione, più sostenibilità. Quando l’ospite torna, consiglia e investe tempo sul territorio, il successo della stagione diventa benessere diffuso e reputazione che resta.