Il ritorno dell’energia nucleare in Europa: la BEI e l’accelerazione della filiera nucleare

Scritto il 02/10/2025
da Caterina Chiarelli

Dopo decenni di assenza, l’Europa riscopre il nucleare come leva strategica per sicurezza energetica, decarbonizzazione e sviluppo industriale. La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) torna a finanziare il settore, segnando una svolta storica.

Il nucleare tra passato e futuro

L’energia nucleare ha attraversato decenni di alti e bassi in Europa. Negli anni ‘70 e ‘80, con le crisi petrolifere e la crescente domanda di elettricità, molti paesi europei puntarono sul nucleare per garantire approvvigionamento energetico stabile e indipendente. Tuttavia, incidenti come Chernobyl nel 1986 e Fukushima nel 2011, insieme alle preoccupazioni per i rifiuti radioattivi e l’opposizione pubblica, portarono a un rallentamento o a un blocco dei programmi nucleari in gran parte del continente.

Oggi, il contesto è cambiato. La crisi climatica e la necessità di ridurre le emissioni di CO₂ hanno riportato l’attenzione sul nucleare, considerato una fonte energetica a basse emissioni. L’Europa si trova a fronteggiare una doppia sfida: garantire sicurezza energetica e rispettare gli impegni climatici. In questo quadro, la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) sta valutando di tornare a finanziare progetti nucleari, segnando un cambiamento significativo nella politica storica dell’istituto.

Il contesto europeo: energia, sicurezza e decarbonizzazione

L’Unione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi per ridurre le emissioni e garantire approvvigionamento stabile. Attualmente, la capacità nucleare installata dell’UE è di circa 98 GWe, destinata a crescere fino a 109 GWe entro il 2050. Secondo la Commissione Europea, per raggiungere questo obiettivo saranno necessari circa 241 miliardi di euro di investimenti, destinati sia all’estensione della vita utile degli impianti esistenti sia alla costruzione di nuovi reattori.

La crescente attenzione verso tecnologie innovative come i reattori modulari di piccola taglia (SMR) e i reattori modulari avanzati (AMR) aggiunge ulteriori sfide e opportunità. Questi impianti, più flessibili e sicuri, potrebbero incrementare significativamente la capacità nucleare dell’UE, rendendo il settore più competitivo a livello globale.

Allo stesso tempo, la sicurezza energetica è diventata un tema centrale, soprattutto alla luce della crescente dipendenza europea dalle importazioni di gas e combustibili fossili. Il nucleare, con la sua produzione stabile e indipendente dalle fluttuazioni dei mercati internazionali, rappresenta una soluzione strategica per ridurre la vulnerabilità del continente.

Il ruolo della BEI: un cambio di paradigma

Per decenni, la BEI ha evitato di finanziare progetti nucleari, principalmente per ragioni legate alla sicurezza, alla gestione dei rifiuti radioattivi e all’opposizione pubblica. Tuttavia, negli ultimi anni la banca ha iniziato a riconsiderare il suo approccio, valutando il nucleare come una risorsa chiave per la decarbonizzazione e la resilienza energetica.

Un esempio concreto di questo cambiamento è il prestito da 400 milioni di euro concesso all’azienda francese Orano per l’ampliamento dell’impianto di arricchimento dell’uranio Georges Besse 2, situato a Tricastin. L’obiettivo è aumentare la capacità di arricchimento del 30%, garantendo maggiore autonomia dell’Europa nella produzione di combustibile nucleare e riducendo la dipendenza da fornitori esterni.

Questo finanziamento evidenzia due tendenze principali: da un lato, la BEI si conferma come catalizzatore per investimenti strategici in settori ad alta tecnologia; dall’altro, l’UE sta rafforzando la sua filiera nucleare interna, dall’arricchimento dell’uranio alla progettazione e costruzione di nuovi reattori.

La filiera nucleare europea: consolidamento e innovazione

La “europeizzazione” della filiera nucleare è diventata una priorità. Questo processo comprende:
    •    Progettazione e costruzione di nuovi reattori: con particolare attenzione a SMR e AMR, che offrono maggiore sicurezza e flessibilità operativa.
    •    Gestione del combustibile nucleare: incremento della capacità di arricchimento e produzione interna.
    •    Ricerca e sviluppo: investimenti in materiali avanzati, sistemi di sicurezza, riduzione dei rifiuti radioattivi.
    •    Gestione dei rifiuti: sviluppo di soluzioni innovative per stoccaggio e riciclo, garantendo sostenibilità a lungo termine.

L’obiettivo è duplice: ridurre la dipendenza da fornitori esterni e creare un ecosistema industriale europeo competitivo, capace di esportare tecnologie e know-how a livello globale. La BEI svolge un ruolo chiave, non solo come finanziatore, ma anche come garante della sostenibilità economica e ambientale dei progetti.

Impatti economici e occupazionali

Gli investimenti nel nucleare hanno ricadute significative sull’economia. Nuovi impianti, ampliamenti e innovazioni tecnologiche generano posti di lavoro altamente qualificati in ingegneria, ricerca, costruzione e manutenzione. Inoltre, rafforzare la filiera nucleare significa sostenere fornitori europei, sviluppare catene produttive locali e creare opportunità per start-up e PMI tecnologiche.

Secondo stime della Commissione Europea, la costruzione di nuovi reattori modulari potrebbe generare decine di migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti, contribuendo anche alla crescita economica dei territori ospitanti. L’energia nucleare diventa così non solo una soluzione energetica, ma anche uno strumento di politica industriale e innovazione tecnologica.

Sicurezza, sostenibilità e accettazione pubblica

Nonostante i vantaggi, il nucleare rimane un tema delicato. La sicurezza degli impianti, la gestione dei rifiuti radioattivi e l’accettazione pubblica sono elementi critici. Le nuove tecnologie, come SMR e AMR, puntano a ridurre i rischi e a rendere gli impianti più resilienti. Inoltre, politiche trasparenti e investimenti in comunicazione scientifica sono essenziali per aumentare la fiducia dei cittadini.

La sostenibilità ambientale è un altro aspetto chiave. L’energia nucleare produce bassissime emissioni di carbonio durante il funzionamento e può giocare un ruolo centrale nella transizione energetica europea, se gestita in modo responsabile. L’uso di tecnologie avanzate per il riciclo del combustibile e lo stoccaggio sicuro dei rifiuti rappresenta un passo fondamentale per ridurre l’impatto ambientale.

Il futuro del nucleare in Europa

Il ritorno dell’interesse per il nucleare in Europa non è solo una risposta alle sfide energetiche, ma anche una scelta strategica per garantire autonomia, innovazione e competitività. Con il supporto della BEI, gli Stati membri possono sviluppare progetti all’avanguardia, rafforzare la filiera industriale e contribuire agli obiettivi climatici dell’UE.

L’energia nucleare, se integrata in un mix energetico diversificato e sostenibile, può rappresentare un pilastro fondamentale della transizione verso un’Europa a basse emissioni di carbonio, sicura e tecnologicamente avanzata. Il percorso è complesso, ma le opportunità per innovazione, crescita e leadership globale sono enormi.

Dopo decenni di incertezza, l’energia nucleare torna al centro delle strategie europee. La BEI, con la sua capacità di finanziare progetti strategici, gioca un ruolo chiave nel rilancio del settore. Tra innovazione tecnologica, sicurezza, sostenibilità e creazione di valore economico, l’Europa si prepara a riscoprire il nucleare come leva per un futuro energetico più sicuro, verde e competitivo.

Il nucleare non è più solo un tema tecnico: è una scelta politica, industriale e ambientale. Con una filiera europea consolidata e finanziamenti mirati, il continente può guardare al futuro con maggiore autonomia, resilienza e fiducia nella propria capacità di innovare e crescere.